Telefonata Meloni-Von der Leyen dopo l'incontro con Trump: "Confronto positivo"
La presidente della Commissione Europea ha comunque ribadito come "la trattativa non possa che restare in capo a Bruxelles"

La missione lampo di Giorgia Meloni a Washington, culminata con un bilaterale con il presidente Donald Trump, ha suscitato una certa attenzione nei palazzi europei. Nonostante i timori iniziali di una possibile fuga in avanti da parte della premier italiana, soprattutto sul tema delicato dei dazi, la visita è stata valutata positivamente dalla Commissione Europea.
"Un'occasione per costruire ulteriori ponti"
La presidente dell’esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, ha ribadito che "qualsiasi passo per facilitare i rapporti transatlantici è il benvenuto", ma ha anche sottolineato con fermezza che "la trattativa non può che restare in capo alla Commissione". Una linea di continuità che Bruxelles ha mantenuto sin dai giorni precedenti al viaggio oltreoceano della premier italiana.
Meloni e von der Leyen si sono sentite al telefono prima e dopo la visita a Washington, come previsto, e il confronto è stato definito "positivo" da fonti della Commissione. Il colloquio è stato incentrato in particolare sulla questione commerciale e sulla guerra dei dazi tra Usa e Ue. Bruxelles si prepara infatti a formalizzare, il prossimo 23 aprile, la sospensione delle tariffe anti-Usa, avviando così un periodo di 90 giorni per trovare un’intesa definitiva.

Fonti dell’esecutivo comunitario hanno evidenziato come la visita di Meloni sia stata "un’occasione utile per costruire ulteriori ponti" con l’amministrazione Trump, rafforzando i canali diplomatici in un momento di grande volatilità nei rapporti transatlantici. Le immagini del bilaterale tra Meloni e Trump sono state analizzate con attenzione a Bruxelles: nessuna dichiarazione fuori tono da parte della premier italiana, che ha mantenuto un atteggiamento cauto, evitando di rappresentare l’Unione Europea e limitandosi ad auspicare un buon esito dei negoziati.
"Non sono qui in rappresentanza dell’Ue", aveva chiarito Meloni ai giornalisti presenti alla Casa Bianca, segnando un confine netto tra il suo ruolo nazionale e il mandato europeo della Commissione. Questa distinzione è stata molto apprezzata da von der Leyen, che ha incassato l’assist diplomatico con soddisfazione.
Ribadito il compito esclusivo dell'UE
Il filo diretto tra Meloni e la presidente della Commissione continua anche in queste ore. Dopo il rientro della premier in Italia, dove ha accolto il vicepresidente americano JD Vance, le due leader hanno avuto un’ulteriore conversazione telefonica, confermando l’intenzione di procedere in pieno coordinamento.
Bruxelles, tuttavia, resta vigile. I trattati europei assegnano alla Commissione il compito esclusivo di negoziare in materia commerciale, e questo punto non è in discussione. Come spiegano fonti vicine a von der Leyen, "i ruoli sono chiari e non cambiano, anche se le sensibilità tra i 27 restano diverse".

In caso di fallimento "le contromisure restano sul tavolo" avvertono da palazzo Berlaymont. E anche se l’Italia ha aperto un canale privilegiato con la Casa Bianca, sarà Bruxelles a tenere in mano il timone.
Ora si guarda alle prossime tappe: due appuntamenti internazionali a giugno — il G7 in Canada e il vertice Nato all’Aja — potrebbero offrire l’occasione per un primo incontro ufficiale tra Trump e i vertici dell’Ue. Subito dopo, si ipotizza anche un summit Ue-Usa a margine del Consiglio europeo.