Export verso gli Usa a febbraio: -9,6%
Gli annunci sui dazi del tycoon, di fatto, affossano l'export tricolore negli Stati Uniti. Positivi, invece, gli scambi con i mercati europei.

Effetto Trump. L'export italiano sale a febbraio 2025 su base annua dello 0,8% in termini monetari ma se aumenta in modo consistente quello verso alcuni paesi europei come Germania e Spagna tracolla quello verso gli Stati Uniti con un -9,6%.

Lo si legge nella nota Istat sul commercio estero. Gli annunci sui dazi del tycoon, di fatto, affossano l'export tricolore negli Usa. Positivi, invece, gli scambi con i mercati europei.
Commercio estero a febbraio 2025: il quadro Istat
Nel mese di febbraio 2025, l’Italia registra un deciso aumento dell’attività commerciale con l’estero. Le esportazioni segnano una crescita congiunturale del +3,5% rispetto al mese precedente, un ritmo superiore a quello delle importazioni, che si fermano a +1,7%. Questo slancio dell’export coinvolge sia i mercati dell’Unione Europea (+3,7%) sia quelli extra-UE (+3,2%), a testimonianza di una ripresa diffusa delle vendite italiane sui mercati internazionali.

Tracollo, invece, verso gli Stati Uniti: con un -9,6%.
Il quadro trimestrale
Analizzando l’intervallo dicembre 2024 – febbraio 2025, emerge un progresso sostenuto del commercio estero: le esportazioni crescono del 4,0% rispetto al trimestre precedente, mentre le importazioni aumentano del 3,0%. Si rafforza così il saldo commerciale, che a febbraio 2025 torna in territorio positivo con +4.466 milioni di euro, dopo il lieve disavanzo di gennaio (-288 milioni). Tuttavia, l’avanzo risulta inferiore a quello registrato nello stesso mese del 2024, pari a +6.000 milioni.
Export in crescita in valore, ma in calo in volume
Su base annua, le esportazioni aumentano dello 0,8% in valore, ma scendono del 4,3% in volume, segnalando un incremento dei prezzi medi unitari o una composizione merceologica orientata verso beni di maggior valore. Questo risultato è frutto di andamenti contrastanti: da un lato, si registra una solida crescita verso i partner UE (+3,0%), dall’altro, si osserva una flessione delle vendite verso i paesi extra-UE (-1,6%).
Anche le importazioni aumentano su base annua, con un +4,1% in valore, pur accompagnato da un calo dei volumi del 2,7%. La crescita degli acquisti dall’estero è trainata soprattutto dai paesi extra-UE (+8,7%), mentre quelli UE mostrano un incremento più contenuto (+1,0%).
I settori protagonisti dell’export
Il principale contributo alla crescita dell’export proviene dal settore farmaceutico, chimico-medicinale e botanico, che registra un impressionante aumento del +31,2%. In forte espansione anche le esportazioni di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli (+9,6%). Tuttavia, non mancano settori in difficoltà: i coke e prodotti petroliferi raffinati calano del 25,8%, i macchinari e apparecchi n.c.a. del 4,1%, e gli autoveicoli segnano un netto -11,5%.
Bene l’Europa, giù gli USA
F i principali partner commerciali, si distinguono per dinamismo Germania (+14,5%), Spagna (+21,1%), Svizzera (+17,3%), Regno Unito (+10,4%), i paesi OPEC (+12,9%) e i Paesi Bassi (+13,3%).
Di segno opposto i dati relativi agli Stati Uniti (-9,6%), Belgio (-11,8%), Turchia (-9,9%) e Austria (-9,0%), che registrano i contributi negativi più rilevanti alla performance dell’export italiano.
Bilancio nei primi due mesi dell’anno
Nel periodo gennaio-febbraio 2025, l’export italiano mostra una crescita tendenziale complessiva del +1,6%. I settori che sostengono questa performance sono ancora una volta i prodotti farmaceutici (+32,3%), i mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli (+8,2%) e i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,9%). Le flessioni più significative si riscontrano nei prodotti petroliferi raffinati (-21,1%), negli autoveicoli (-13,7%) e nei macchinari e apparecchi n.c.a. (-3,8%).
Il saldo commerciale e la pressione dei costi energetici
A febbraio 2025, l’avanzo commerciale totale si attesta a +4.466 milioni di euro, un dato in calo rispetto all’anno precedente ma comunque positivo. A pesare sul saldo è soprattutto il crescente deficit energetico, salito a -5.000 milioni dai -3.749 milioni di febbraio 2024. In compenso, l’avanzo dei prodotti non energetici si mantiene su livelli elevati, seppur in lieve calo: +9.466 milioni rispetto ai +9.749 milioni dell’anno prima.
Prezzi all’importazione in risalita
Infine, i prezzi all’importazione mostrano una tendenza al rialzo: crescono dello 0,6% rispetto a gennaio e segnano un incremento annuo del 2,2%, in accelerazione rispetto al +1,4% del mese precedente. Questo aumento è dovuto in gran parte all’impennata dei prezzi dei prodotti energetici, sia nell’area euro che al di fuori di essa.