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Immigrazione, la lista Ue dei Paesi considerati sicuri

Esulta Meloni: "I fatti ci hanno dato ragione"

Immigrazione, la lista Ue dei Paesi considerati sicuri
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La Commissione Europea ha presentato una proposta legislativa per la creazione del primo elenco comune UE dei Paesi di origine sicuri, con l’obiettivo di uniformare e rendere più efficiente l’esame delle richieste d’asilo. Nella lista iniziale figurano Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. Secondo Bruxelles, questi Stati presentano un livello di sicurezza tale da permettere agli Stati membri dell’UE di trattare le domande di protezione internazionale con una procedura accelerata, basandosi sulla presunzione che tali richieste abbiano scarse probabilità di essere accolte.

La lista Ue dei Paesi considerati sicuri

Attualmente, diversi Stati membri possiedono già elenchi nazionali dei Paesi ritenuti sicuri, ma l’obiettivo della Commissione è quello di integrare tali liste in un unico riferimento comune a livello UE. Questo dovrebbe garantire un'applicazione più coerente del concetto di “Paese di origine sicuro”, evitando differenze tra i sistemi nazionali e migliorando la gestione delle richieste d’asilo.

Inoltre, il nuovo sistema riconosce che i Paesi candidati all’adesione all’UE soddisfano “in linea di principio” i criteri di sicurezza richiesti, in quanto impegnati, nell’ambito del loro percorso di adesione, a rispettare lo Stato di diritto, i diritti umani, la protezione delle minoranze e la stabilità democratica. Tuttavia, ci saranno eccezioni ben definite: un Paese candidato non potrà essere considerato sicuro se, ad esempio, è coinvolto in un conflitto armato (come nel caso dell’Ucraina), è soggetto a sanzioni internazionali o presenta un tasso di riconoscimento dell’asilo inferiore al 20%.

Flessibilità e aggiornamenti costanti

La proposta non prevede un'applicazione rigida della lista. Sarà infatti possibile escludere territori specifici o categorie di persone ben identificate, qualora non rispettino i requisiti di sicurezza. Questo approccio consente un certo grado di flessibilità e tutela, garantendo che le procedure più rapide non pregiudichino i diritti fondamentali dei richiedenti. Ogni domanda dovrà comunque essere valutata individualmente, con tutte le garanzie procedurali previste dalla normativa comunitaria.

Immigrazione, la lista Ue dei Paesi considerati sicuri
Migranti

Un portavoce della Commissione ha chiarito che la lista è da intendersi come uno strumento dinamico, suscettibile di essere aggiornato, modificato o sospeso in base all’evoluzione della situazione politica e dei diritti umani nei Paesi elencati. Ha inoltre sottolineato che la designazione di “Paese sicuro” non implica la totale assenza di rischi per tutti i cittadini provenienti da quei territori.

Anticipo sull’entrata in vigore del nuovo Patto Migrazione e Asilo

La proposta fa parte di un’anticipazione (“frontloading”, nel gergo comunitario) di alcune misure contenute nel nuovo Patto Migrazione e Asilo, la cui piena entrata in vigore è prevista per giugno 2026. Il nuovo regolamento, che sarà formalmente esaminato in Consiglio e Parlamento europeo, prevede una revisione del regolamento 2024/1348, con un primo dibattito tecnico fissato per il 24 aprile all’interno del gruppo di lavoro sull’Asilo.

Fra le novità più rilevanti, c’è la soglia del 20% per l’esame accelerato delle richieste: se da un Paese provengono in media richiedenti asilo che ottengono la protezione in meno del 20% dei casi, allora le autorità possono applicare una procedura di frontiera o un iter più veloce. Questo criterio si aggiunge alla lista dei Paesi sicuri, rafforzando l’efficacia del sistema d’asilo dell’Unione.

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Migranti

Polemiche e critiche: i dubbi delle ONG

Non mancano però le perplessità. Diverse organizzazioni per i diritti umani, giornalisti e membri della comunità LGBTIQ+ hanno espresso dubbi sull’inclusione di Paesi come Egitto, Tunisia e Marocco, ritenuti non del tutto conformi agli standard europei in materia di diritti umani. Nonostante ciò, la Commissione ribadisce che l’elenco non equivale a una garanzia assoluta di sicurezza e che ogni richiesta d’asilo sarà comunque vagliata caso per caso.

Il plauso dell’Italia

La proposta ha suscitato grande soddisfazione da parte del governo italiano. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto con favore la lista, sottolineando come l’inclusione di Paesi come Bangladesh, Egitto e Tunisia rappresenti un passo avanti nella direzione indicata dall’Italia.

“È un’ulteriore conferma della bontà della direzione tracciata dal Governo italiano in questi anni. L'Italia ha svolto e sta svolgendo un ruolo decisivo per cambiare l'approccio europeo nei confronti del governo dei flussi migratori. Se oggi anche in Europa ci si pone come priorità la difesa dei confini esterni, il contrasto all'immigrazione irregolare di massa, il rafforzamento della politica dei rimpatri e l'attuazione di partenariati paritari con i Paesi di origine e transito, lo si deve per buona parte alla determinazione e alla caparbietà dell'Italia. I fatti dimostrano che avevamo ragione e che siamo sulla buona strada".

Anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha salutato con favore la proposta della Commissione: “È un successo del Governo italiano” ha affermato, ricordando come Egitto, Tunisia e Bangladesh fossero già stati inseriti dall’Italia tra i Paesi sicuri, nonostante le polemiche e le critiche politiche.

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Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

Ha inoltre sottolineato come il testo lasci agli Stati membri la facoltà di designare ulteriori Paesi sicuri a livello nazionale, mantenendo così un certo margine di autonomia.

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