le regole di francesco

Offerte per le messe e i sacramenti, le nuove regole da Pasqua: nessun tariffario, solo offerte libere

Il Vaticano: "La Chiesa non è una dogana"

Offerte per le messe e i sacramenti, le nuove regole da Pasqua: nessun tariffario, solo offerte libere
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Il provvedimento, approvato da Papa Francesco, entra in vigore il 20 aprile 2025, Domenica di Pasqua. Il Vaticano raccomanda di evitare prassi abusive chiedendo offerte solo libere, senza obblighi.

Offerte per le messe e i sacramenti, le nuove regole di Francesco

Con un decreto firmato dal cardinale Lazzaro You Heung Sik e approvato da Papa Francesco, il Dicastero vaticano per il Clero introduce una serie di nuove norme riguardanti le offerte collegate alle Messe con intenzioni particolari e alla celebrazione dei sacramenti. Il provvedimento, che entrerà ufficialmente in vigore il 20 aprile, giorno della Domenica di Pasqua, è pensato per correggere alcune prassi ritenute abusive, che si sono diffuse in varie realtà ecclesiali, snaturando il vero significato dell’obolo e della partecipazione liturgica.

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Papa Francesco

Libertà e nessun obbligo

Il decreto ribadisce con forza un principio fondamentale: per la celebrazione dei sacramenti – dal battesimo alla comunione, dalla cresima al matrimonio – i sacerdoti non possono esigere alcun compenso, se non quanto eventualmente indicato dall’autorità ecclesiastica competente. L’offerta deve rimanere un gesto libero da parte dei fedeli, senza nessuna forma di pressione o automatismo economico. È un punto cruciale che punta a tutelare l’accesso ai sacramenti anche per chi vive in condizioni di difficoltà economica, ricordando che “i più bisognosi non devono mai essere privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà”.

A rafforzare questo concetto, il decreto richiama un passaggio dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco, in cui si legge: “La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.

Messe con intenzioni particolari: no agli abusi

Un altro tema centrale affrontato nel documento riguarda le Messe con intenzioni particolari, spesso richieste per ricordare i defunti. Il Vaticano invita le parrocchie a evitare, per quanto possibile, le celebrazioni con intenzioni multiple, ovvero Messe in cui vengono unificate diverse richieste. Tuttavia, nei casi in cui questo non sia realisticamente evitabile – ad esempio per la carenza di sacerdoti o per l’alto numero di richieste – sarà comunque possibile celebrare una Messa unica per più intenzioni, ma solo se tutti gli offerenti sono stati previamente informati e hanno dato un consenso esplicito.

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Santa Messa

Il consenso, sottolinea il decreto, non può mai essere presunto, ma deve essere chiaro e volontario. Inoltre, anche quando siano state raccolte più offerte per una stessa celebrazione, il sacerdote potrà trattenere solo l’importo relativo a una singola intenzione, mentre le restanti offerte andranno destinate a parrocchie in difficoltà economica, specialmente nei paesi di missione.

Il decreto condanna anche la pratica, diffusa in alcune comunità, di leggere lunghe liste di nomi di defunti durante una sola celebrazione eucaristica. Una prassi che, oltre a prolungare eccessivamente la liturgia, rischia di compromettere il senso stesso della Messa. Anche in questi casi, il principio guida rimane il consenso esplicito e informato di tutti gli offerenti.

Il valore dell’obolo: partecipazione, non obbligo

Il documento vaticano non intende scoraggiare le offerte, che anzi – si legge testualmente – “non solo sono approvate dalla Chiesa, ma da essa anche promosse”. L’obolo rappresenta infatti una forma concreta di partecipazione dei fedeli al sacrificio eucaristico e costituisce uno strumento legittimo per il sostentamento economico del clero.

Offerte per le messe e i sacramenti, le nuove regole da Pasqua: nessun tariffario, solo offerte libere
Eucarestia

Tuttavia, ciò che si vuole correggere con decisione sono tutte quelle situazioni in cui l’offerta viene vissuta come un automatismo o, peggio, come un obbligo implicito, svuotando il gesto del suo significato spirituale. Le nuove norme si propongono dunque di restituire dignità e trasparenza al rapporto tra fede, liturgia e sostegno economico, assicurando che la partecipazione alla vita sacramentale sia davvero aperta a tutti, senza alcuna distinzione economica.

Con questo intervento, il Vaticano riafferma l’essenza del messaggio evangelico: una Chiesa accogliente, che non mette barriere economiche all’incontro con Dio, e che nella celebrazione dei sacramenti e nella preghiera comune riconosce il valore e la dignità di ogni persona.

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