Trump accusa Kiev per la guerra in Ucraina, poi cambia idea: "È colpa di tutti"
"Un lavoro orribile di Biden e Zelensky, non ci si batte con chi è 20 volte più forte di te"

Il presidente Usa, Donald Trump, ha accusato nuovamente Kiev per l'invasione russa: “Mai iniziare una guerra con qualcuno che é 20 volte più grande”. Poi ha corretto il tiro, dando la “colpa a tutti”.
Trump accusa Kiev, poi ritratta: “La colpa è di tutti”
Donald Trump torna a far discutere con nuove dichiarazioni sulla guerra in Ucraina. Durante un incontro nello Studio Ovale con il presidente salvadoregno Nayib Bukele, il tycoon ha lanciato un'accusa diretta a Kiev per l’invasione russa, affermando:
“L'errore è stato lasciar scoppiare la guerra. Mai iniziare una guerra con qualcuno che è 20 volte più grande”.
Un’affermazione che ha immediatamente sollevato polemiche e che, poco dopo, lo stesso Trump ha cercato di riformulare: “Alcune proposte per fermare la guerra in Ucraina arriveranno presto”, ha annunciato, tentando di spostare l’attenzione verso una possibile iniziativa diplomatica.
Tuttavia, nel ricalibrare le sue parole, Trump ha attribuito la responsabilità dell’attuale conflitto a tutti gli attori coinvolti, incluso il presidente russo Vladimir Putin.
“Questa è una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare. Biden non è riuscito a fermarla e Zelensky avrebbe potuto farlo. E Putin non avrebbe mai dovuto iniziarla. La colpa è di tutti”, ha dichiarato il presidente Usa, correggendo il tiro.
In un post su Truth, il suo social network, Trump ha rincarato la dose, puntando ancora il dito contro i leader di Washington e Kiev:
“Il presidente Zelensky e Joe Biden hanno fatto un lavoro orribile nel consentire a questa guerra di iniziare”, ha scritto, ribadendo che il conflitto è “la guerra di Biden, non mia”. Trump ha poi rivendicato la sua posizione: “Putin, e tutti gli altri, rispettavano il vostro presidente. Non ho nulla a che vedere con questa guerra, ma sto lavorando diligentemente per fermare la morte e la distruzione. Dobbiamo fermare la guerra rapidamente”.
Le accuse di Zelensky
Dall’altra parte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto con fermezza, intervenendo in un’intervista alla CBS. A pochi giorni dalla strage di Sumy, in cui un attacco russo ha causato 34 morti, tra cui anche bambini, Zelensky ha lanciato un nuovo allarme alla comunità internazionale:
“Se non siamo fermi, lui avanzerà ulteriormente. La minaccia è reale. L'obiettivo finale è far rivivere l’impero russo. La situazione potrebbe degenerare in una guerra mondiale”, ha detto, ribadendo la necessità di un fronte unito contro l’aggressione russa.
Currently, 38 people are receiving treatment in medical facilities in Sumy following yesterday’s Russian ballistic strike — among them, 9 children. 11 people, including 3 children, are in critical condition. Every effort is being made to provide them with maximum assistance.… pic.twitter.com/fRDV0mVepN
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) April 14, 2025
Anche Trump ha commentato l’attacco su Sumy, definendolo “orribile”. “Penso che sia stato terribile. E mi è stato detto che hanno commesso un errore. Ma penso che sia una cosa orribile. Penso che l’intera guerra sia una cosa orribile”, ha dichiarato.
Zelensky, intanto, ha invitato Trump a recarsi di persona in Ucraina per rendersi conto della devastazione: “Venga a vedere la devastazione”, ha detto.
E ha criticato duramente anche il vicepresidente statunitense JD Vance, vicino a Trump, accusandolo di relativismo rispetto alle responsabilità del conflitto:
“Il vicepresidente Vance sta in qualche modo giustificando le azioni di Putin. Ho cercato di spiegargli che qui non si può cercare una via di mezzo. C’è un aggressore e c’è una vittima. I russi sono l’aggressore, noi siamo la vittima. Tutti lo capiscono”, ha ribadito Zelensky.
Il presidente ucraino è tornato anche su un’altra affermazione controversa di Trump, che in passato lo aveva definito un “dittatore”. “Credo, purtroppo, che negli Stati Uniti prevalgano le narrazioni russe”, ha commentato amaramente, evidenziando come la disinformazione stia influenzando il dibattito politico americano.
La versione di Mosca
Nel frattempo, dal Cremlino arriva una versione completamente diversa della strage di Sumy. Mosca afferma che nell’attacco non sono stati colpiti civili, ma una riunione di ufficiali ucraini, sostenendo che “60 militari” sarebbero stati uccisi. Una ricostruzione smentita con fermezza da Zelensky su Telegram:
“Tutti i siti danneggiati sono civili: condomini, negozi, un’area di servizio”, ha scritto, sottolineando ancora una volta la gravità degli attacchi russi contro la popolazione ucraina.