Giorgio Parisi e l’urgenza di un piano per la ricerca in Italia: "La cultura è l’essenza stessa dell’italianità"
Dal convegno sulla fuga dei cervelli alle favole scientifiche per i bambini, il Premio Nobel denuncia l’emergenza culturale e propone un modello fondato sulla scienza come valore culturale

Per il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, non ci sono più scuse: “Bisogna tirare fuori i soldi, perché le nozze non si fanno con i fichi secchi”. L'affermazione, tanto diretta quanto emblematica, è risuonata sabato 12 aprile 2025 a Roma, durante il convegno promosso da Avs dal titolo La Grande Espulsione, dedicato alla preoccupante fuga dei cervelli e alla drammatica mancanza di prospettive per i giovani ricercatori italiani.
Cultura è futuro: Giorgio Parisi e l’urgenza di un piano per la ricerca in Italia
Il richiamo è chiaro e urgente: servono investimenti, ma soprattutto programmazione.
“Bisogna fare un programma: dire quante persone verranno assunte e quali saranno gli impegni per la ricerca nei prossimi anni ed i finanziamenti”, ha ribadito Parisi. Perché la ricerca, come ogni processo strutturale, non può vivere nell’incertezza. “Le persone decidono in base a quello che sanno di certo sarà il loro futuro, quindi non possiamo lasciare i ricercatori nell'incertezza. Qualunque soluzione, ma certa, è meglio di niente”.
L’intervento del Premio Nobel, assume un peso ancora maggiore in un momento storico in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che ha rappresentato una delle poche boccate d’ossigeno per il settore, è ormai alle battute finali. “
Il Pnrr ha dato una grossa spinta alla ricerca italiana, però sta per finire e non si vede cosa succederà nel futuro. La ricerca deve essere programmata in anticipo e quindi è assolutamente necessario fare un piano a lunga scadenza per la ricerca italiana. Se non verrà fatto saremo nei guai”.
Il timore è concreto, e riguarda una generazione intera.
“Abbiamo una enorme quantità di giovani che non sanno se fra due anni potranno stare in Italia o dovranno andare in altri Paesi europei”. E il dramma non è solo economico o logistico: è anche e soprattutto culturale.
Parisi infatti amplia lo sguardo e denuncia un declino più ampio: quello del sistema culturale nazionale.
“È una situazione preoccupante. Stiamo diventando un Paese sempre più vecchio anche a causa dei giovani che vanno all'estero. Dobbiamo ripensare il modello di sviluppo italiano puntando sul futuro, sulle nuove idee, sui giovani. Un Paese che costringe i suoi talenti migliori a emigrare distrugge il proprio futuro”.
Al centro del pensiero del Premio Nobel c’è una visione che intreccia scienza e cultura.
“Dobbiamo difendere la scienza non solo per i suoi effetti pratici, ma anche per il suo valore culturale. Trasformare la scienza in cultura deve essere una priorità”. Non si tratta solo di investimenti: è un cambiamento di mentalità, una riappropriazione dell’identità culturale italiana che, secondo Parisi, sta sfuggendo di mano.
“La scuola pubblica sta decadendo, c’è disinvestimento nei beni culturali, e il prestigio degli insegnanti è calato insieme agli stipendi”, ha denunciato. Una situazione che mina le fondamenta del nostro stesso essere. “Non solo il futuro dell’Italia si basa sulla cultura, ma la cultura è l’essenza stessa dell’italianità”.

Giorgio Parisi

Giovani in platea

Angelo Bonelli

Nicola Fratoianni

Giorgio Parisi

Giorgio Parisi
Favole scientifiche ai bambini di periferia
Un concetto che Parisi ha dimostrato di incarnare anche fuori dai grandi palchi e dai convegni. Nel weekend del convegno, il fisico si è infatti prestato a un altro evento, molto diverso ma altrettanto significativo: un incontro con i bambini organizzato dal “Doposcuola Quarticciolo”, nella periferia est di Roma. L’iniziativa, tenutasi sotto l’ex Questura, ha avuto come fulcro il diritto dei bambini e dei ragazzi a un’educazione continua, fatta di attività didattiche ed extrascolastiche.
“Quartieri come questo vengono ricordati per gli aspetti peggiori, ma così si dimentica la capacità di reagire degli abitanti”, ha affermato Parisi, durante una giornata di festa in una piazza pubblica, trasformata in un’aula a cielo aperto. Tra giochi, laboratori e domande curiose, il Premio Nobel ha letto alcune delle sue favole scientifiche, tratte dal libro La mosca Verdolina e altre storie per chi non vuol dormire, pensato per spiegare concetti scientifici complessi con la leggerezza e la magia del racconto.
Un gesto semplice, ma emblematico: portare la scienza tra le persone, renderla viva, accessibile, parte del tessuto sociale e culturale. Perché, come ci ricorda Giorgio Parisi, non può esserci futuro senza cultura. E non può esserci cultura senza scienza.