FIBRILLAZIONE GLOBALE

Dazi, oggi il Governo incontra le categorie produttive, domani i 27 Paesi Ue votano le prime contromisure

Tutte le reazioni politiche in Italia: Salvini se la prende con la burocrazia europea. Schlein: "Altri Paesi hanno già investito miliardi per proteggere le imprese"

Dazi, oggi il Governo incontra le categorie produttive, domani i 27 Paesi Ue votano le prime contromisure
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Si terrà oggi - martedì 8 aprile 2025 - alle ore 15 a Palazzo Chigi, l’atteso incontro del Governo con le categorie produttive, durante il quale verranno presentate le proposte elaborate dai ministeri competenti per contrastare gli effetti dei dazi e rilanciare la competitività delle imprese italiane. I Paesi europei intanto si apprestano a votare per le prime contromisure ai dazi imposti da Donald Trump.

Riunione cruciale alla vigilia

Nel frattempo ieri - lunedì 7 aprile 2025 - sempre a Palazzo Chigi, si è svolta una riunione cruciale convocata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per discutere l’impatto dei nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti e valutare le possibili misure a sostegno dell’economia italiana. All'incontro hanno partecipato i vicepresidenti del Consiglio Antonio Tajani e Matteo Salvini, e i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Tommaso Foti (Affari europei), oltre al sottosegretario Alfredo Mantovano.

Dazi, oggi il Governo incontra le categorie produttive, domani i 27 Paesi Ue votano le prime contromisure
Giorgia Meloni

Durante il vertice, durato un’ora e mezza, è stato sottolineato come una “guerra commerciale” non giovi né all’Unione Europea né agli Stati Uniti. Il Governo ha ribadito l’intenzione di affrontare la questione con “determinazione e pragmatismo”, evitando allarmismi che potrebbero arrecare danni peggiori rispetto a quelli legati ai dazi stessi. Al centro della discussione anche l’impatto sui mercati e sulle filiere produttive, in particolare nel settore agroalimentare, dove a preoccupare non sono tanto i prodotti premium (come Parmigiano Reggiano o Grana Padano), quanto quelli a minor valore aggiunto. Tutte proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive.

Verso gli aiuti alle imprese: le ipotesi sul tavolo

Le ipotesi di sostegno alle imprese italiane - di cui sarà discusso nel pomeriggio durante il vertice con le categorie produttive - includono compensazioni sul modello degli aiuti erogati durante la pandemia, ma ogni misura andrebbe concordata con l’Ue, anche alla luce del possibile allentamento del Patto di stabilità.

C’è chi propone di rafforzare il fondo per il Made in Italy, mentre appare complesso attingere ai fondi del PNRR, in particolare alla componente “Transizione 5.0”, come suggerito da Confindustria. L’utilizzo di tali risorse richiederebbe infatti una rinegoziazione con Bruxelles.

Giorgia Meloni intanto si dice pronta a volare a Washington per affrontare direttamente con Donald Trump la questione dei dazi. Una mossa che, precisano da Palazzo Chigi, non rappresenta una fuga in avanti solitaria, ma si inserisce nel quadro di una strategia condivisa con l’Unione Europea. Lo ha ribadito anche Antonio Tajani nel Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo.

Le reazioni politiche in Italia

Il vicepremier Matteo Salvini, intervenuto a Cinque Minuti su Rai1, ha minimizzato il ruolo di Trump nel conflitto commerciale.

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Salvini al congresso della Lega

"Il problema non è Trump, il problema è la Cina”, ha detto, puntando il dito contro la “concorrenza sleale” di Pechino. Ma il vero bersaglio di Salvini resta Bruxelles: “Per molti il problema è la burocrazia europea. L’Ue può decidere di azzerarla".

Non sono mancate le stoccate politiche dall’opposizione. La segretaria del PD Elly Schlein ha accusato il Governo di immobilismo.

Elly Schlein

"Un’altra giornata di tonfo per la Borsa italiana. Mentre Meloni minimizza, altri Paesi europei – come quello di Sanchez – hanno già investito miliardi per proteggere le imprese, i lavoratori e le famiglie dai disastri che questi dazi stanno già facendo".

Schlein ha chiesto una “risposta nazionale adeguata” e un sostegno pieno al negoziato europeo.

Sull'argomento si sono espressi anche Carlo Calenda e Giuseppe Conte, rispettivamente leader di Azione e del Movimento 5 Stelle.

"Una risposta ai dazi va data, perchè se hai il 25% sulle auto i produttori europei si spostano e se non hai un corrispettivo in Europa dall'America costruiscono anche le auto che si vendono in Europa. Purtroppo dazio chiama dazio ma si può fare un lavoro per non arrivarci, perché siamo in un terreno potenzialmente disastroso per l'occupazione", ha affermato Carlo Calenda, ospite al programma televisivo Tagadà, in onda su La7.

Anche Giuseppe Conte, ospite a La7 ma al programma Coffee Break, ha detto la sua sui dazi imposti da Trump e sulla sua idea di contromisura da prendere, criticando aspramente le mosse della premier Giorgia Meloni.

Giuseppe Conte e Donald Trump

"Se fossi stato presidente del Consiglio, avrei sicuramente chiamato Trump, come peraltro è successo in passato, e gli avrei detto: ‘Caro Donald, tu stai avviando uno scontro, ma sappi che l’Italia non potrà compattarsi con l’Unione Europea. Mi auguro che potremo trovare un compromesso, ma se tu dici America First, io dirò sempre Italia First ed Europa First".

"Io ho già subito questa iniziativa da parte di Trump e gli dissi a suo tempo che quella tra Ue e Usa era la relazione commerciale più importante del mondo. Conclusi l’accordo della Via della seta proprio per diversificare il mercato

"Meloni ha accumulato un altro fallimento, ma il tempo è galantuomo. Essendo la premier ormai uno scendiletto di Washington chiunque stia alla presidenza degli Usa, per fare una cortesia a Biden, da patriota irresponsabile, ha strappato quell’accordo con la Cina. E oggi è costretta ad andare col cappello in mano come premier dell’ultimo dei paesi europei, perché sarà scavalcata dalla Francia e dalla Germania che hanno conservato ottime relazioni con la Cina. Noi saremo in fila da ultimi chiedendo uno spazietto a Xi Jinping".

Domani il voto dell’Ue sui controdazi: primo blocco in vigore dal 15 aprile

Sul fronte europeo nel frattempo, i ministri degli Esteri e del Commercio dei 27 Paesi si sono incontrati ieri a Lussemburgo, dando il via libera politico alla lista di contromisure redatta dalla Commissione Europea. Domani, 9 aprile, è atteso il voto tecnico in sede di comitatologia: se non ci saranno segnali di apertura da parte degli Stati Uniti, la prima tranche di dazi europei entrerà in vigore il 15 aprile, seguita da una seconda il 15 maggio.

La lista, lunga 66 pagine, prevede tariffe dal 10% al 25% su prodotti americani come Harley-Davidson, jeans, t-shirt, burro d’arachidi, succo d’arancia e mais dolce. Rimossi dalla lista, per evitare l’escalation, whisky, vino e latticini: una concessione a Italia, Francia e Irlanda, desiderose di proteggere le eccellenze agroalimentari. La seconda tranche colpirà prodotti agricoli e industriali provenienti da Stati a guida repubblicana, come soia, carne, elettrodomestici, plastica e legno.

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