"surreale"

Aumento età pensionabile, Fornero: "Il governo doveva prevederlo. Impossibile bloccarlo ora, costerebbe 4 miliardi"

L'ex ministra ha evidenziato una serie di problematiche strutturali, auspicando una riforma che rispetti le esigenze di equità sociale e sostenibilità economica

Aumento età pensionabile, Fornero: "Il governo doveva prevederlo. Impossibile bloccarlo ora, costerebbe 4 miliardi"
Pubblicato:

L’aggiornamento dell’aspettativa di vita, con un incremento di cinque mesi per la fascia d’età dei 65 anni nel 2024, ha messo in moto il meccanismo previsto dalla legge Fornero, che porta automaticamente a un aumento dell’età pensionabile. Questo cambiamento non entrerà in vigore subito, ma avrà effetto a partire dal 2027. Nonostante la previsione di tale aumento, che risultava ampiamente prevedibile, il governo sta cercando di gestire la situazione come un’emergenza.

Elsa Fornero ha evidenziato una serie di problematiche strutturali che riguardano l’adeguamento dell’età pensionabile e le misure fiscali introdotte dal governo: secondo la professoressa, serve una riforma complessiva del sistema pensionistico e fiscale che rispetti le esigenze di equità sociale e sostenibilità economica, senza generare nuovi squilibri tra i cittadini.

Aumento età pensionabile, Fornero: "Il governo doveva prevederlo, impossibile bloccarlo ora, costerebbe 4 miliardi"
Elsa Fornero, riforma pensioni

Fornero: l'aumento dell’età pensionabile era prevedibile

In un'intervista alla trasmissione Di Martedì su La7, Elsa Fornero, professoressa ed ex ministra del Lavoro, ha chiarito che l’incremento della speranza di vita, registrato dall’Istat, era largamente prevedibile e i dati erano già noti al governo. La Fornero ha espresso sorpresa per il fatto che non fosse stato dato l’allarme in anticipo, spiegando che l’INPS aveva già aggiornato i propri calcoli, ma nonostante questo, si è scatenato un dibattito pubblico che Fornero ha definito “surreale”.

Se l’aspettativa di vita continua ad aumentare come previsto, dal 2027 l’età minima per la pensione salirà di tre mesi, passando da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Questo aggiornamento automatico delle condizioni pensionistiche non è piaciuto al governo, in particolare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha proposto di bloccare l’aumento. Tuttavia, fermare questo meccanismo richiederebbe un esborso di circa 4 miliardi di euro.

Aumento età pensionabile, Fornero: "Il governo doveva prevederlo, impossibile bloccarlo ora, costerebbe 4 miliardi"
Matteo Salvini è stato confermato alla guida della Lega fino al 2029

Gli esodati: una questione irrisolta

Un altro punto critico sollevato durante l’intervista riguarda la situazione degli “esodati”, termine utilizzato per indicare coloro che si trovano in difficoltà nel passaggio tra il termine della carriera lavorativa e l’accesso alla pensione. Nel 2027, circa 44.000 persone potrebbero trovarsi in una situazione di stallo, con la pensione non ancora erogata e il loro stipendio ormai cessato. Questo scenario, che ricorda quanto accaduto durante l’attuazione della riforma Fornero, potrebbe causare un vero e proprio dramma sociale. Fornero ha sottolineato che, sebbene il governo fosse a conoscenza della situazione, non ha adottato misure preventive per evitare l’insorgere di questa problematica.

L’ex ministra ha criticato la gestione del sistema pensionistico da parte dell'attuale governo, che aveva promesso di riformare la legge sulle pensioni ma ha, invece, introdotto nuovi vincoli, rimuovendo opzioni di flessibilità che avrebbero potuto risolvere alcune delle criticità. In particolare, Fornero ha evidenziato il fenomeno crescente di lavoratori che decidono di non andare in pensione, pur avendone diritto, per poter incrementare l’importo della propria pensione futura. Anche alcuni membri del governo, secondo la professoressa, si stanno chiedendo se sia davvero necessario soddisfare le richieste di Salvini, che continua a focalizzarsi sul tema dell’età pensionabile.

Un altro tema scottante toccato da Fornero è il meccanismo della decontribuzione, che, inizialmente pensato per favorire l’aumento degli stipendi, ha avuto effetti indesiderati su alcune categorie di lavoratori. La decontribuzione, infatti, ha portato ad un aumento della base imponibile, facendo salire l’imponibile fiscale di molti dipendenti e quindi facendo finire i loro stipendi in scaglioni di aliquote più alte. Questo, secondo Fornero, ha ridotto il beneficio che molti lavoratori avrebbero dovuto ottenere grazie all’introduzione di questa misura.

In particolare, il sistema di decontribuzione ha creato problemi per tre gruppi di lavoratori:

  • I dipendenti pubblici: che rischiano di vedersi ridurre il loro stipendio di circa 80 euro a causa dell’aliquota fiscale più alta.
  • Chi ha un reddito compreso tra i 32.000 e i 40.000 euro: questi dipendenti si trovano ad affrontare un’aliquota fiscale che può arrivare fino al 52%, con un conseguente aumento della tassazione che erode i guadagni ottenuti con la decontribuzione.
  • Chi guadagna tra gli 8.500 e i 9.000 euro: per queste persone, l’aumento delle tasse è stato talmente elevato da ridurre il loro stipendio netto di circa 1.200 euro.

Fornero ha commentato questo aspetto dichiarando che l’intenzione di aumentare gli stipendi attraverso la decontribuzione ha finito per generare un effetto controproducente, dove l’aumento salariale è stato parzialmente compensato da un carico fiscale maggiore.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali