DATI ISTAT

Redditi: aumentano le disuguaglianze (a causa di riforma dell'Irpef e addio a Reddito di cittadinanza)

Le politiche fiscali e assistenziali introdotte nel 2024 hanno avuto un impatto complesso sulla distribuzione dei redditi in Italia. Da un lato vi sono benefici per molte famiglie, dall'altro vi è un aumento della disuguaglianza complessiva

Redditi: aumentano le disuguaglianze (a causa di riforma dell'Irpef e addio a Reddito di cittadinanza)
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Le recenti riforme fiscali e assistenziali introdotte nel 2024 stanno ridisegnando il panorama dei redditi disponibili delle famiglie italiane. In particolare, la riforma delle aliquote Irpef, l'eliminazione del Reddito di Cittadinanza e la sua sostituzione con l'Assegno di Inclusione (ADI) hanno generato un aumento delle diseguaglianze. L'equità nella distribuzione del reddito disponibile - sottolinea l'Istat nel suo report sulla redistribuzione del reddito nel 2024 - sembra ora lievemente ridotta.

Gli effetti della riforma Irpef e delle misure di decontribuzione

Per le famiglie con almeno un lavoratore dipendente, la riforma dell'Irpef è stata applicata congiuntamente alle misure di decontribuzione previste per il 2024. Si stima che 11,8 milioni di famiglie abbiano visto aumentare il proprio reddito disponibile grazie a queste misure, con un beneficio medio annuo di 586 euro. Tuttavia, circa 300mila famiglie hanno registrato una perdita media di 426 euro, principalmente a causa della perdita del Bonus Irpef.

Le famiglie non interessate dalla decontribuzione ma beneficiarie della riforma Irpef sono 9,6 milioni, con un guadagno medio di 251 euro annui e un incremento dello 0,5% del reddito disponibile. Un impatto positivo si registra anche per circa 750mila lavoratrici madri, che grazie all'esonero totale dei contributi guadagnano in media 1.000 euro annui, con punte di 1.800 euro per chi ha una retribuzione superiore ai 35mila euro.

L'abolizione del RDC e il nuovo Assegno di Inclusione

L'introduzione dell'Assegno di Inclusione al posto del Reddito di Cittadinanza ha avuto un impatto negativo su circa 850mila famiglie, con una perdita media annua di 2.600 euro. La maggior parte delle famiglie colpite appartiene alle fasce più povere della popolazione, con tre quarti dei nuclei che perdono completamente il diritto al beneficio e il restante quarto penalizzato dalle nuove regole di calcolo.

Il Reddito di Cittadinanza è stato sostituito dall'Assegno di Inclusione

D'altro canto, circa 400mila famiglie non hanno subito variazioni nel reddito disponibile, mentre un gruppo ristretto di circa 100mila famiglie ha tratto un vantaggio medio di 1.200 euro grazie alle nuove disposizioni per i componenti con disabilità.

L'indennità una tantum e impatto sulla disuguaglianza

L'indennità una tantum di 100 euro per i lavoratori dipendenti con redditi inferiori a 28mila euro ha raggiunto circa 3 milioni di famiglie, con un aumento medio dello 0,2% del reddito disponibile. Tuttavia, questa misura non è stata sufficiente a compensare le crescenti disuguaglianze generate dalla riforma fiscale e assistenziale.

L'intervento pubblico ha ridotto la diseguaglianza del reddito primario di 16,1 punti percentuali, con effetti più marcati nel Mezzogiorno (-16,9 punti). Tuttavia, il nuovo sistema di tasse e benefici ha portato a un leggero aumento della diseguaglianza nella distribuzione dei redditi disponibili: l'indice di Gini è passato dal 30,25% al 30,40%, evidenziando un calo dell'equità. (il coefficiente di Gini è una misura della diseguaglianza di una distribuzione. È spesso usato come indice di concentrazione per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza).

La redistribuzione del reddito: tasse, contributi e trasferimenti

Le politiche di redistribuzione del reddito in Italia si basano su tre pilastri principali: finanziamento di beni e servizi pubblici, riduzione delle disuguaglianze e protezione sociale. Il sistema attuale prevede il prelievo di contributi sociali e imposte e l'erogazione di trasferimenti monetari. Nel 2024, la diseguaglianza del reddito primario è stimata al 46,48%, con un forte divario tra Nord (43,02%), Centro (43,97%) e Mezzogiorno (48,19%).

L'effetto redistributivo dei trasferimenti è stato più significativo (riduzione di 11,68 punti percentuali) rispetto a quello del prelievo fiscale e contributivo (4,39 punti). Le pensioni rappresentano la quota principale dei trasferimenti pubblici, mentre altre prestazioni sociali, come quelle per il lavoro e la famiglia, costituiscono il 6,5% del reddito lordo delle famiglie.

Dal lato del prelievo, i contributi sociali e le imposte dirette mostrano diversi gradi di progressività. L'Irpef rimane la forma di imposizione più progressiva, con un'incidenza che varia dal 4,4% nei redditi più bassi al 16,6% nei più alti. Tuttavia, la riforma Irpef del 2024 ha favorito principalmente le fasce di reddito medio-alte, contribuendo a una maggiore disuguaglianza.

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