Il Cremlino avverte l'Europa: "Pericoloso mandare truppe in Ucraina"
L'invio di militari da Paesi Nato creerà "ulteriori cause di fondo del conflitto", ha tuonato il portavoce Peskov

Il Cremlino ha confermato che la conversazione telefonica tra il presidente russo Vladimir Putin ed il presidente statunitense Donald Trump, prevista per domani, 18 marzo 2025, avrà come tema principale le possibili soluzioni negoziali per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, sottolineando che l’organizzazione del colloquio ha richiesto diversi giorni di preparazione.

Non passa inosservata un'altra frase di Peskov, che suona come un'allerta rivolta all'Europa:
"Pericoloso mandare truppe in Ucraina".
Cremlino conferma conversazione con Trump
Peskov ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista al giornalista Pavel Zarubin, pubblicata sul suo canale Telegram e ripresa dalle principali agenzie russe. Il portavoce ha ricordato che la telefonata tra i due leader avviene in seguito all’incontro avvenuto la scorsa settimana a Mosca tra Putin e Steve Witkoff, inviato speciale della Casa Bianca, oltre a una serie di negoziati tra i ministeri degli Esteri dei due Paesi.
“Le questioni relative alla risoluzione del conflitto in Ucraina saranno al centro del colloquio”, ha ribadito Peskov, aggiungendo che il Cremlino sta predisponendo una serie di appunti per Putin in vista della conversazione con Trump.
Peskov: "L'invio di truppe Nato in Ucraina è una minaccia"
Nel frattempo, Peskov ha espresso preoccupazione per le discussioni in corso nei Paesi europei, in particolare in Francia, sull’eventuale invio di truppe Nato in Ucraina. Secondo il portavoce del Cremlino, questa ipotesi rappresenta “una tendenza assolutamente pericolosa” e potrebbe aggravare ulteriormente il conflitto, creando nuove tensioni e ostacoli ai negoziati di pace.
Peskov ha avvertito che la presenza di contingenti militari stranieri sul territorio ucraino non farebbe altro che aumentare le cause alla base della guerra, alimentando lo scontro tra Mosca e l’Occidente. Le sue parole sono state riportate dall’agenzia russa Ria Novosti.
La spaccatura nel Governo
Il nodo dell'invio di truppe in Ucraina (oltre al Riarmo Ue) ha generato anche una frattura interna nella maggioranza nostrana. Fermamente contrario il vicepremier leghista Matteo Salvini:
"La Lega voterà sempre no ad eserciti europei e soldati".
La sinistra manifesta, ufficialmente per l’Europa. Non so se scendere in piazza per chi brama armi, missili e carri armati sia una cosa intelligente mentre Trump, Zelensky e Putin parlano di tregua e di pace.
La Lega ha votato e voterà sempre NO a eserciti europei o soldati… pic.twitter.com/zVOp3KWRtr— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 15, 2025
Negli scorsi giorni, Salvini, parlando della guerra in Ucraina bocciò l'idea di un esercito europeo aggiungendo: "comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare, no, mai". Una presa di posizione sui cui Parigi ha chiesto conto, sia pur informalmente.

Non chiude invece la porta il leader di Forza Italia e vicepremier, Antonio Tajani: "Soldati italiani in Ucraina in area neutrale, sotto l'Onu".
Nelle scorse ore, la premier Meloni ha confermato l'impegno dell'Italia a lavorare con Ue e Usa a una pace giusta, ma ha escluso l'invio di soldati.
Kiev: "Resisteremo finché Putin non fermerà la guerra"
Dal canto suo, l’Ucraina ribadisce la volontà di continuare a difendersi dagli attacchi russi. Il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, ha dichiarato che Kiev non smetterà di rispondere all’aggressione russa fino a quando Mosca non deciderà di porre fine alla guerra.
“La Russia continua ad attaccare, l’Ucraina risponde”, ha scritto Yermak su X (ex Twitter), come riportato dalla BBC.