Trump usa una Legge del 1798 per deportare una gang venezuelana, il video shock fa il giro del mondo
238 presunti criminali con mani e piedi legati, teste rasate a forza. Piegati a 90 gradi, vengono trasferiti nel centro di detenzione

Nuovo scandalo provocato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha pubblicato sul social Truth un video shock mostrando la deportazione di 238 presunti membri della gang venezuelana Tren de Aragua (TdA) che gli Stati Uniti hanno etichettato come un'organizzazione terroristica.
Venezuelani deportati, il video shock di Trump
Le sconvolgenti immagini stanno facendo il giro del mondo e mostrano uomini legati mani e piedi con teste rasate a forza mentre vengono trasferiti, piegati a 90 gradi, da un aereo a un centro di detenzione in prigione.
Il trattamento è il risultato dell'invocazione da parte di Trump dell'Alien Enemies Act, una legge del 1798 che gli consente di deportare, senza procedura di verifica giudiziaria, migranti clandestini da Paesi considerati una minaccia per gli Usa.
Si tratta di una legge plurisecolare raramente invocata nella storia degli Stati Uniti. L'hanno utilizzata solo tre volte in passato: durante la guerra del 1812, la Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale.
La legge del 1798 invocata solo durante le guerre
La legge consente al governo di arrestare e deportare migranti clandestini provenienti da Paesi ritenuti colpevoli di minacciare gli Stati Uniti senza concedere loro un colloquio di asilo o un'udienza in tribunale.
La decisione di Trump di applicare questa legge in relazione alla gang Tren de Aragua è stata fortemente contestata. La gang è accusata di traffico di droga e di essere coinvolta in attività terroristiche.
Ma l'uso nel 2025 di una legge che risale a più di duecento anni fa per gestire il fenomeno del crimine organizzato contemporaneo ha naturalmente sollevato molte critiche.
"Mostri mandati da Biden"
La pubblicazione della clip ha sollevato una tempesta mediatica, soprattutto per il contesto violento e la scelta di diffondere un materiale che solleva interrogativi sui diritti umani e sulle procedure legali di deportazione.
Trump ha commentato il video definendo i membri di Tren de Aragua come "mostri mandati nel nostro Paese dal corrotto Joe Biden e dai democratici di sinistra radicale".
Il filmato condiviso da The Donald:
La decisione del Presidente ha però trovato un ostacolo giudiziario. Il giudice distrettuale della capitale James Boasberg ha sospeso l'atto di deportazione per 14 giorni accogliendo il ricorso presentato da diverse organizzazioni per la difesa dei diritti civili.
Ignorato l'ordine del giudice Boasberg
Boasberg ha ordinato che i voli diretti con a bordo immigrati detenuti tornassero negli Stati Uniti, ma nonostante l'ordine del giudice, Trump ha proseguito la deportazione.
I voli sono decollati dal Texas e hanno portato i prigionieri a El Salvador dove saranno rinchiusi in un centro di detenzione per terroristi.
L'indignazione delle organizzazioni
Forte è la reazione anche da parte di molte figure politiche e organizzazioni per i diritti civili. Skye Perryman, presidente di Democracy Forward, ha dichiarato che l'azione di Trump rappresenta una violazione dello stato di diritto.
Trump, dal canto suo, ha difeso la decisione sostenendo che Tren de Aragua sta "perpetrando, tentando e minacciando un'invasione" contro il territorio statunitense.
Ha dichiarato che la legge è applicabile in questo caso specifico e ha chiesto alla sua procuratrice generale Pam Bondi di inviare una lettera ai giudici, inclusi quelli della Corte Suprema, per rafforzare questa nuova politica.
Il presidente riflette su nuove restrizioni
Questa controversia si inserisce in un più ampio quadro delle politiche di immigrazione e sicurezza che Trump sta cercando di implementare. Il Tycoon ha recentemente parlato anche di nuove restrizioni sui viaggi introducendo un "travel ban" che limita l'ingresso negli Stati Uniti da 43 Paesi.
Le sue mosse in tema di immigrazione sono sempre più incisive in un crescendo che lo porta a smantellare continuamente agenzie governative tra cui emittenti storiche come "Voice of America", che considera "propaganda radicale".
L'attacco ai media
In un discorso al Ministero della Giustizia, ha attaccato i media che lo criticano e ha minacciato pesanti conseguenze per quelli che considera avversari politici.
Il clima che ne deriva è quello di una preoccupante escalation nella retorica e nelle azioni che spinge sempre di più il confine tra legalità, diritti civili e la guerra ideologica che il presidente sembra voler combattere.