Trump: "Parlerò con Putin della fine della guerra. Forse avremo qualcosa da annunciare"
L'inviato del presidente americano parla di "distanze ridotte" tra le parti e non esclude un incontro futuro. Zelensky intanto annuncia un nuovo missile a lunga gittata

Una telefonata per provare a sancire la fine della guerra tra Russia e Ucraina. L'ha definito sostanzialmente così Donald Trump il prossimo contatto con il suo pari ruolo Vladimir Putin, annunciandolo personalmente ai giornalisti a bordo dell'Air Force One durante il volo di ritorno alla Casa Bianca dopo il suo weekend a Mar-a-Lago. Martedì 18 marzo 2025 potrebbe dunque diventare una tappa storica verso la fine del conflitto. Nel frattempo anche dal Cremlino è stata confermata la telefonata.
Trump: "Vogliamo porre fine a questa guerra"
"Parlerò con il presidente Putin martedì - ha affermato il presidente degli Stati Uniti -. Abbiamo lavorato molto nel weekend e vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità. Stiamo andando abbastanza bene, credo, con la Russia. Vedremo se avremo qualcosa da annunciare, magari entro martedì stesso dopo che avrò parlato con il presidente Putin".
"Discuteremo di terre. Parleremo di centrali elettriche - ha aggiunto Trump in merito all'accordo sul tavolo - Penso che ne abbiamo già discusso molto da entrambe le parti, Ucraina e Russia. Ne stiamo già parlando, dividendo alcuni beni. Molti territori sono diversi da come erano prima della guerra. Vedremo se martedì avremo qualcosa da annunciare".

Passi avanti verso la tregua confermati anche dall'inviato di Trump Steve Witkoff, il quale ha spiegato come le distanze tra le due parti siano ora "ridotte" e che "nel giro di qualche settimana" potrebbe arrivare persino un accordo. Di certo, secondo Witkoff, vi sarà una discussione "buona e positiva". A tempo debito, non è da escludere nemmeno un nuovo incontro tra Putin e Trump.
L'inviato di Trump ha comunque ammesso come la situazione sia "molto complicata, più di quella a Gaza", elencando alla Cbs una serie di nodi: lo stop ai combattimenti lungo un confine lungo ben 2000 km, le incursioni di Kiev nella regione russa del Kursk, il fatto del reattore nucleare ucraino di Zaporizhzhia, l'accesso al Mar Nero. Ma si è detto ottimista perché "le parti interessate, compresi gli europei, sono impegnate a fare tutto il necessario per arrivare a una soluzione positiva". Il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz ha ventilato nuovamente che Kiev dovrà probabilmente rinunciare alla membership Nato e anche cedere territori.
Nel frattempo anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato all'agenzia Ria Novosti che è in preparazione una conversazione telefonica tra Vladimir Putin e Donald Trump per martedì 18 marzo 2025.
"La conversazione è in effetti in fase di preparazione - ha affermato Peskov - ma a nostro avviso, ovviamente, una conversazione tra due presidenti non è soggetta a priori a nessuna discussione significativa. Pertanto, non lo faremo".
Il nuovo missile ucraino Long Neptune
Nel frattempo, mentre prosegue ininterrottamente la guerra tra Russia e Ucraina con nuovi bombardamenti da parte di Mosca, il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato una nuova arma di produzione interamente nazionale. Si tratta del missile Long Neptune, il quale possiede fino a 1000km di gittata: è dunque in grado di colpire direttamente il territorio russo. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente Zelensky.

"Il Long Neptune è stato testato e utilizzato con successo in combattimento. Grazie ai nostri sviluppatori, produttori e militari ucraini. Continuiamo a lavorare per garantire la sicurezza ucraina", ha detto il presidente ucraino, come citato dai media ucraini.
Il missile sarebbe in grado di portare tra i 150 e i 200kg di esplosivo e avrebbe uno speciale sistema di guida rinnovato con posizionamento satellitare per il controllo durante la fase di crociera del volo. L'arma sarebbe già stata utilizzata venerdì 14 marzo 2025 contro la raffineria di petrolio della località balneare sul Mar Nero di Tuapse, nella regione russa di Kranosdar (che si trova a sud-ovest del Paese, all’incirca a 450 chilometri dalla linea del fronte di guerra). All'inizio si pensava fossero stati utilizzati i droni ma la portata dell'attacco sarebbe riconducibile al nuovo missile.