Report 8 marzo: aumentano i casi di violenza, diminuiscono i femminicidi
Le donne continuano a essere le principali vittime di violenze sessuali. La risposta delle istituzioni ha mostrato segnali di maggiore reattività

La violenza di genere continua a rappresentare una delle problematiche sociali più drammatiche e persistenti. Il report "8 Marzo - Giornata internazionale della donna", presentato oggi presso la Direzione Centrale Polizia Criminale, ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, evidenzia un trend in costante aumento per i cosiddetti "reati sentinella" – violenze sessuali, stalking e maltrattamenti contro familiari e conviventi – delineando un quadro preoccupante della condizione femminile nel nostro Paese.
Un fenomeno in crescita: donne sempre più vittime
I dati raccolti dal Servizio Analisi Criminale segnalano un incremento generalizzato di questi reati nel 2024. Le violenze sessuali hanno raggiunto il picco di 6.587 casi, con un aumento del 6% rispetto al 2023. Lo stalking ha registrato 20.289 episodi, in crescita del 4% rispetto all'anno precedente, mentre le segnalazioni contro i presunti autori sono aumentate del 12%. Il dato più allarmante riguarda i maltrattamenti in ambito familiare e convivente, che nel 2024 hanno raggiunto livelli record, con un incremento dell’11% rispetto al 2023 per i reati commessi e del 17% per le segnalazioni.
L'analisi evidenzia che le donne continuano a essere le principali vittime: nel biennio 2023-2024, il 91% delle persone che hanno subito violenze sessuali erano donne. Per lo stalking, la percentuale di vittime di genere femminile si attesta al 75%, mentre nei casi di maltrattamenti familiari l'81% delle vittime sono donne. Freddi dati statistici che confermano le storie di sofferenza che ogni giorno avvengono nel nostro Paese.
Femminicidi in calo ma serve cautela
Nel 2024 si sono registrati 113 femminicidi, con una riduzione del 6% rispetto al 2023, mentre gli omicidi in ambito familiare o affettivo sono aumentati del 3%. La diminuzione complessiva degli omicidi di donne appare come un segnale positivo, ma è necessario interpretare questi dati con cautela.
Il numero dei femminicidi registrati in Italia rimane comunque drammaticamente alto e il fenomeno della violenza domestica continua a essere una delle principali cause di morte per le donne. Il fatto che il 61% delle vittime siano state uccise dal partner o ex partner conferma una dinamica di possesso e sopraffazione che ancora pervade le relazioni affettive.
Istituzioni più reattive ma non basta
La risposta delle istituzioni ha mostrato segnali di maggiore reattività: nel 2024 gli ammonimenti del questore sono quasi raddoppiati (+94%) e gli allontanamenti del maltrattante dalla casa familiare sono più che triplicati (+224%). Tuttavia, il costante incremento del revenge porn (+6% rispetto al 2023) dimostra come la violenza sulle donne possa assumere forme diverse e non così semplici da arginare.
Di fronte a questa escalation, è evidente che la sola azione repressiva non basta: serve un impegno politico e sociale più incisivo. La violenza di genere non è un problema individuale, ma un fenomeno strutturale. Per questo motivo, investire in prevenzione, educazione e supporto alle vittime deve diventare una priorità politica concreta. Per sperare di contrastare la violenza di genere ci sarà bisogno di un approccio sempre più unitario di popolazione ed istituzioni.