Garlasco, la riapertura delle indagini e il rischio "Effetto Rosa e Olindo"
Moderne tecnologie potrebbero ribaltare il "cold case": due profili genetici emersi dalle tracce di DNA intorno alle unghie della vittima, se prima erano considerati "degenerati", oggi sarebbero "leggibilissimi". Di chi sono?

La cronaca è impazzita, di nuovo, per un caso d'omicidio. Quello di Chiara Poggi a Garlasco, in provincia di Pavia, anno 2007.
Come ho avuto modo di osservare questa mattina durante la rassegna stampa di Telecity Lombardia, spesso le moderne tecnologie riesumano un "cold case": gli strumenti di oggi possono in molti casi ribaltare ciò che sapevamo sui casi di ieri.

Ma qui la novità è che stiamo parlando di una vicenda che un vero e proprio "cold case" non è e una verità giudiziaria già ce l'ha: a uccidere l'allora fidanzata è stato Alberto Stasi, che fra l'altro ha pure quasi finito di scontare la pena che gli era stata inflitta.
Riapertura delle indagini e rischio "Effetto Rosa e Olindo"

Invece si torna a parlare di Garlasco come di un giallo come se il delitto fosse appena avvenuto. Ed è la sesta volta che si cerca di mettere in discussione il giudicato (fin qui senza fortuna) da parte della difesa di Stasi. Un mood a forte rischio "Effetto Rosa e Olindo", nel senso che a prescindere dalle sentenze e dai gradi di giudizio, così come ci saranno sempre convinti che i coniugi di Erba siano innocenti, non mancherà chi rimarrà immutabilmente "certo" della non colpevolezza di Alberto Stasi. Indipendentemente da come finirà anche questa nuova riapertura delle indagini.
Eppure questa volta sembrano esserci effettivamente elementi nuovi.
La difesa di Stasi ha messo in campo Ugo Ricci, biologo e genetista forense, e richiesto di rianalizzare due profili genetici emersi dalle tracce di DNA intorno alle unghie di Chiara Poggi, che se una volta erano considerati "degenerati" ora sarebbero "leggibilissimi" dalle nuove strumentazioni.
E il nocciolo della questione è: a chi appartengono questi due DNA?
Garlasco: possibile colpo di scena

Secondo l'autore della consulenza per la difesa di Stasi uno potrebbe appartenere ad Andrea Sempio (amico del fratello di Chiara, Marco Poggi), che si è sottoposto oggi, giovedì 13 marzo 2025, in una caserma dei Carabinieri a Milano, al prelievo coattivo per il test del DNA.
Ma attenzione, soprattutto per l'altro, dice Ricci, Stasi può essere escluso.
Sempio risulta indagato dopo 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi per concorso in omicidio "con altri o con Alberto Stasi".
Ma se quelle tracce di Stasi non dovessero essere, potrebbe voler dire che "ignoto 2" è in realtà l'assassino materiale di Chiara Poggi e che Alberto Stasi ha passato finora 16 anni in carcere ingiustamente.
Sarebbe un colpo di scena iperbolico.
Ma Sempio e i suoi legali sono convinti che l'allora 19enne amico di famiglia non c'entri nulla. Lui è tranquillo (giudiziariamente parlando), ma "sta male" (e si capisce con la tempesta mediatica scatenatasi in un amen).
L'unica è attendere l'esito degli accertamenti tecnici, ma la vita di Sempio al momento è finita nel limbo. Dopo aver lasciato la casa dei genitori a Garlasco, s'è trasferito a Voghera e lavora in un centro commerciale vicino a Casteggio, vendendo telefoni. Attività al momento che per ovvi motivi difficilmente potrà continuare a svolgere in maniera serena.
In ogni caso, non ci sono solo gli accertamenti tecnici, perché Sempio sarà nuovamente interrogato.
E gli inquirenti gli chiederanno in particolare di tre telefonate fatte verso il numero fisso di Casa Poggi nell'agosto 2007. Va bene che era amico del fratello di Chiara, ma come mai ha chiamato due volte dal cellulare e una volta dal fisso di casa dei suoi, anche quando Marco era in vacanza? Chi cercava? Chiara?

E poi perché s'è presentato solo un anno dopo il delitto con lo scontrino di un parcheggio di Vigevano (distante una mezz'ora da Garlasco), gelosamente conservato in una busta trasparente, presentandolo come alibi?
"Quello scontrino è stato trovato sulla macchina qualche giorno dopo il fatto e mia madre ha detto 'per sicurezza teniamolo'”, ha già avuto modo di rispondere Sempio almeno al secondo quesito, pare però non convincendo del tutto gli investigatori.
Interrogativi che - va da sè - se il DNA di Sempio non salterà fuori, rimarranno probabilmente per sempre tali...
Oppure stavolta niente "effetto Rosa e Olindo" e si ricomincia daccapo.
daniele.pirola@netweek.it