Situazione tesa

Le tre condizioni di Putin per il cessate il fuoco

Niente Ucraina nella Nato, no a presenze straniere e annessione di Crimea e delle zone occupate: difficile così trovare un accordo

Le tre condizioni di Putin per il cessate il fuoco
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Alla Russia il cessate il fuoco di trenta giorni in Ucraina non sta bene. O meglio, non sta bene alle condizioni attuali. Il Cremlino detta le sue richieste per acconsentire al piano di pace temporaneo uscito dall'incontro tra Usa e Ucraina. E non sono richieste che probabilmente troveranno soddisfazione,

Tregua in Ucraina, le condizioni di Putin

Lo aveva già detto ieri, lo ha ribadito oggi: per la tregua in Ucraina bisogna venire incontro alle richieste della Russia, che ora si sente decisamente avanti. E così, Vladimir Putin detta le sue condizioni:

  1. Ucraina fuori dalla Nato
  2. Nessuna presenza straniera sul territorio ucraino
  3. Riconoscimento della Crimea e delle quattro province occupate - Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia - come parte integrante della Federazione Russa.

Il portavoce russo Dmitry Peskov frena (ma non smentisce):

"Non posso né confermare né commentare".

Ucraina fuori dalla Nato

L'ingresso dell'Ucraina nella Nato è uno dei tasti più dibattuti. Zelensky ha ribadito più volte la sua disponibilità a dimettersi in cambio dell'ingresso di Kiev nell'Alleanza atlantica. Una cosa che a Mosca vedono invece come il fumo negli occhi. E anche in Europa non mancano gli scettici.

No agli stranieri in Ucraina

Il Cremlino, poi, non vorrebbe presenze straniere sul suolo ucraino, in particolare europee. In particolare, nelle ultime ore è emersa la possibilità di invio di peacekeeper europei nelle zone di guerra. Un'altra eventualità su cui il Cremlino non è disposto a fare concessioni, come ha spiegato senza giri di parole la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova:

"Sarebbe assolutamente inaccettabile. Significherebbe, per il governo russo, il coinvolgimento di questi paesi in un conflitto fisico diretto con la Russia".

La Crimea e le zone occupate

Ultimo tasto - anch'esso dolente - la Crimea e le zone occupate, che Mosca vorrebbe di nuovo nei propri confini, mentre Kiev cerca di difenderle a spada tratta. E' uno dei nodi di tensione tra i due Paesi anche da prima dell'inizio della guerra (almeno dal 2014), e difficilmente si troverà un accordo.

Difficile trovare un accordo

Stando così le cose, appare quantomeno improbabile trovare un accordo. Le condizioni proposte da Mosca, infatti, vorrebbero dire praticamente la resa dell'Ucraina (in particolare la prima e la terza). Impensabile che Zelensky possa accettare.

Il consigliere di Putin per la politica estera Yuri Ushakov, ha chiarito che a Mosca non apprezzino particolarmente una tregua momentanea.

"Una breve tregua in Ucraina servirebbe a Kiev per riprendere il fiato, mentre Mosca vuole una pace duratura".

Le parole di Putin

Nel pomeriggio poi ha parlato direttamente Vladimir Putin, che ha escluso la tregua:

"Alcune questioni devono ancora essere affrontate per una tregua in Ucraina e la Russia ha ancora bisogno di consultazioni con gli Usa".

Possibile una telefonata direttamente con Trump.

 

Zakharova attacca ancora Mattarella

Intanto, Maria Zakharova, tra un intervento e l'altro, ha "colto l'occasione" per attaccare nuovamente Sergio Mattarella:

"Le affermazioni del presidente italiano Sergio Mattarella secondo cui la Russia minaccia l'Europa con armi nucleari sono menzogne e falsità".

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