che bufera

"Bravo Matteo", ma l'ironia del Pd su Salvini divide a metà il partito

Dal presunto rimprovero della premier i dem hanno realizzato un post con un'esagerazione che ha fatto arrabbiare molti

"Bravo Matteo", ma l'ironia del Pd su Salvini divide a metà il partito
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"Spaccati" anche su una questione dove i primi a "spaccarsi" erano stati quelli del Centrodestra.

Se non fosse che la vicenda è tremendamente seria ci sarebbe anche da ridere, anche se a dir la verità ironie e prese in giro hanno iniziato quasi subito a impazzare sul web, sui social.

Dove in fin dei conti tutto era iniziato.

Il bravo del Pd, i rimproveri di Meloni, che bufera su Salvini

Tutto era nato da un presunto scoop di Repubblica che aveva riportato i mal di pancia con conseguente rimprovero della premier Giorgia Meloni nei confronti del suo vice e alleato, Matteo Salvini, riguardo il tema del riarmo dell'Europa, il cosiddetto "Rearm Europe" lanciato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

 

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Un post condiviso da Partito Democratico (@partitodemocratico)

Un'indiscrezione supportata da un ipotetico "virgolettato" della stessa presidente del Consiglio. Un virgolettato reale, verosimile o romanzato non è dato sapere, fatto sta che secondo il quotidiano Meloni si sarebbe espressa così verso Salvini:

"Sulle armi parli come il Pd, non possiamo tirarci indietro".

Una posizione che ricalcava in buona sostanza un'altra bacchettata ricevuta nel giro di poche settimane dallo stesso Salvini, ma da Forza Italia e dall'altro vicepremier (e Ministro degli Esteri) Antonio Tajani.

Antonio Tajani

E in quella occasione con una nota ufficiale e decisamente eloquente, nei toni e nella sostanza:

"La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri".

Il post del Pd contro il Governo spacca... il Pd (e il Centrosinistra)

Ma è evidentemente sullo scontro tra la premier Meloni e Salvini (amici, ma competitor arrivati forse ai minimi storici del loro rapporto politico) che il Partito democratico e i suoi responsabili della comunicazione sono riusciti a costruire un capolavoro.

Ovvero "spaccare" lo stesso Pd e in fondo il resto dell'opposizione.

Perché dal presunto rimprovero della premier i dem hanno realizzato un post con un'esagerazione che ha fatto arrabbiare molti.

E sul quel "Bravo Matteo", ironico, ma anche sostanziale (nell'identificare il no al riarmo) il Partito democratico si è clamorosamente diviso: da una parte il segretario Elly Schlein (e in seconda battuta il suo vice Stefano Bonaccini, ex governatore dell'Emilia Romagna), dall'altra gli altri big del partito, con la la larga corrente dei Riformisti.

Stefano Bonaccini ed Elly Schlein
Stefano Bonaccini ed Elly Schlein

Una spaccatura che era emersa anche settimana scorsa durante la direzione nazionale Pd, in quel caso sui temi dei referendum e in particolare sullo Job Act.

Carlo Calenda, leader di Azione

Ma non solo. Il post ha avuto la conseguenza di far sobbalzare dalla sedia anche il leader di Azione Carlo Calenda che senza troppi giri di parole ha chiesto ai vertici dem:

"Siete impazziti?"

Pubblicità a Salvini e divergenza di posizioni, che pasticcio

Un vero e proprio pasticcio insomma. Oltre al danno la beffa. Perché dagli ambienti dem si fa notare che non solo si è fatta pubblicità gratuita a un "nemico storico" cavalcandone la posizione, ma così si è fatto anche emergere clamorosamente il differente pensiero "interno".

Del resto, a stroncare il post del partito ci ha pensato pochissimo tempo la sua pubblicazione la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno che ha parlato apertamente di un senso di vergogna.

Una stroncatura all'uscita social che ha fatto ipotizzare un addio di Picierno al partito anche se la diretta interessata ha smentito nelle scorse ore:

Pina Picierno, Pd, vicepresidente del Parlamento Europeo

"Come ho detto tante volte, non vado da nessuna parte: il Pd è il partito che ho contribuito a fondare, è la mia casa e ha nel suo dna l’europeismo e principi irrinunciabili come la difesa della libertà dei popoli e delle democrazie liberali. Si resta e si combatte per avere chiarezza sulla linea politica".

Ma non solo. La vicepresidente del Parlamento Europeo ha ringraziato l'ex vicepresidente del Consiglio Romano Prodi per la posizione presa sulla difesa comune alla trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa":

L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi

"Grazie al Professor Prodi per la chiarezza delle sue parole su Rearm Ue. È un passo verso la direzione della difesa europea. Un passo necessario".

Rearm Europe, come è diviso il Pd

Come sono allora le posizioni dei dem verso la proposta lanciata da von der Leyen?

La sostanza è molto semplice: i riformisti non vogliono seguire la segretaria sul suo "no" al progetto di difesa europea. 

Alessandro Alfieri l'ha detto chiaramente:

Alessandro Alfieri

"Rischiamo l'isolamento politico in Europa".

L'area dei riformisti oltre ad Alfieri vede la presenza dell'ex Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e degli ex presidenti del Consiglio Romano Prodi, Enrico Letta e Paolo Gentiloni.

quattordicesima per tutti enrico letta

E poi ancora Stefano Ceccanti ha bollato come "delirante" quella card apparsa sui social.

Bocciatura alla card attraverso l'esito delle sue azioni, anche da parte di Annamaria Furlan, ex segretaria della Cisl che ha deciso di aderire a Italia Viva.

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