Diciotti, a ciascun migrante possibile risarcimento tra 41mila e 72mila euro. Il Governo: "Sentenza ininfluente"
Dal Viminale però filtra tranquillità: "I giudici si sono limitati a affermare un principio, peraltro non condivisibile"

Da giorni fa discutere la sentenza che ha condannato il Governo a risarcire i migranti trattenuti per dieci giorni sulla nave Diciotti. Ma quanto dovrà sborsare lo Stato? Al momento una cifra ancora non c'è anche se si parla di una somma compresa tra i 41mila e i 72mila euro ciascuno.
Ma il Governo non ci sta:
"La sentenza della Cassazione è ininfluente".
Si profila all'orizzonte un nuovo scontro accesissimo tra l'Esecutivo di Centrodestra e la Magistratura.
Diociotti, quanto spetta di risarcimento ai migranti
Il nodo del contendere ora si sposta dall'esito della sentenza con cui la Cassazione ha condannato il Governo a risarcire i migranti trattenuti sulla nave Diciotti per dieci giorni all'entità del risarcimento.
A bordo c'erano 177 migranti (tra cui alcune decine di minorenni), ma non tutti si sono rivolti a un avvocato, e dunque potrebbero essere esclusi dalla causa.
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Se le cifre dovessero essere confermate, dunque, si parte da un minimo di 4.100 euro al giorno. Decisamente di più rispetto a quanto solitamente viene riconosciuto dallo Stato per ogni giorno di ingiusta detenzione: 117 euro e 91 centesimi.
A decidere sarà la Corte d'Appello in un nuovo procedimento.
Il Governo: "Sentenza ininfluente"
Dal Governo filtra (nemmeno nascosta) la grande seccatura per la sentenza, espressa sin dai primi istanti da Giorgia Meloni, che ha definito "frustrante spendere così i soldi degli italiani".
Dal Viminale, però, ribadiscono che al di là di questa sentenza nulla cambierà sulla gestione degli sbarchi e dei migranti (per questo motivo la sentenza viene definita "ininfluente").
"I giudici si sono limitati a affermare un principio, peraltro non condivisibile. Ma la concreta determinazione di un possibile risarcimento a favore del singolo ricorrente ospitato a bordo della nave Diciotti viene rimessa alla Corte d'Appello", fanno sapere dal Viminale.
Anche se il timore di ritrovarsi di fronte a un caso che - come si suol dire - farà giurisprudenza ed esponga in futuro il Governo a nuove situazioni complesse c'è.
Da parte sua, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi (che all'epoca non ricopriva quel ruolo, in cui c'era Matteo Salvini, che è stato assolto dall'accusa di sequestro di persona per i migranti), si dice concorde con quanto fatto dal suo predecessore.
"I migranti sono stati ospitati a bordo di una nave militare italiana, dove sono stati accuditi e rifocillati in seguito ad un salvataggio avvenuto in acque internazionali di competenza non italiana dove si trovavano a bordo di imbarcazioni di fortuna in balia delle onde".