Una storia incredibile

Papà No Vax diceva ai figli che la mamma era "radioattiva"

L'uomo, a Bergamo, è finito a processo per maltrattamenti, ma è stato assolto in Appello

Papà No Vax diceva ai figli che la mamma era "radioattiva"
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La storia sembra uscita da un film di fantascienza, ed effettivamente il protagonista di paragonava al "veggente di Matrix". Ma questa vicenda - che è assolutamente vera - mette insieme un po' di tutto: scienza, vaccini, negazionismo e divergenze familiari. Una storia davvero incredibile che viene da Bergamo. E che è giunta in questi giorni a una conclusione dal punto di vista legale. (immagine di copertina realizzata con AI) 

L'uomo che si paragonava al "veggente di Matrix"

Un apparente "semplice" processo per maltrattamenti, a carico di un 48enne della Val Cavallina, nel corso dell'udienza ha rivelato aspetti inquietanti. Come racconta Prima Bergamo, infatti, il padre è sospettato di aver turbato addirittura l'equilibrio e l'evoluzione psichica dei suoi due figli, che ora hanno 13 e 16 anni, facendogli credere di avere dei poteri paranormali e paragonandosi al "veggente di Matrix".

"La mamma è radioattiva"

Una storia davvero surreale quella raccontata dall'ex moglie: quando i due si sono separati, l'imputato le avrebbe aizzato contro i figli, soprattutto dopo che si era vaccinata contro il Covid nel 2021, dicendo che era radioattiva. L'uomo, con un divieto d'avvicinamento ai figli da agosto, davanti a loro si sarebbe definito "colui che è eterna essenza incarnata", affermando di poter curare e assorbire il dolore attraverso le mani, dalle quali incanalava la sua energia, e rifiutando la medicina tradizionale, preferendo in alternativa una sorta di "acqua miracolosa".

Una condotta che avrebbe alterato la percezione della realtà dei minori, finiti per tre anni in due diverse comunità per riprendersi e ricostruire il rapporto con la madre, con la quale sono tornati a vivere da pochi mesi. Nel riportare la difficile vicenda, lo scorso mercoledì 25 settembre 2024 in Tribunale, l'ex moglie ha spiegato che i problemi erano iniziati quando, nel 2016, il 48enne era tornato dalla Fiera dell'Oriente di Milano, parlando di sé stesso come di un personaggio del film delle sorelle Wachowski.

I figli aizzati contro l'ex moglie

Secondo quanto riportato dalla donna, il marito si riteneva una sorta di "detentore della verità assoluta", unendosi anche a una setta e, in seguito, ci sarebbe stato di mezzo anche un sedicente "Tribunale del popolo",  che avrebbe fatto pervenire una notifica di apertura indagini alla curatrice dei minori. Come se non bastasse, l'auto-proclamatosi veggente e taumaturgo non avrebbe firmato i documenti per i vaccini obbligatori dei figli e, in loro presenza, avrebbe iniziato a denigrare la loro madre e a negare l'esistenza del Covid-19, indicandola come pericolosa dopo che si era vaccinata contro il virus, e affermando la dannosità delle mascherine.

Inoltre, il padre avrebbe invitato i figli a tenere una serie di comportamenti negativi e fare dispetti alla donna, per provocarne la rabbia e chiedendo di registrare con i telefonini la sua reazione. Quando avevano 10 e 13 anni, cercavano di spostarla a calci e pugni nel momento in cui si sedeva loro vicino, sempre per la questione del vaccino, poi non si sedevano più a tavola con lei e si rifiutavano di starle vicino, perché temevano di toccarla.

Buttavano le lenzuola sotto la pioggia e le prendevano le chiavi dell'auto, non andavano a scuola e distribuivano bigliettini in paese, nei quali chiedevano aiuto sostenendo che era violenta e non gli permetteva di vedere il padre. Il quale, però, avrebbe avuto una serie di atteggiamenti prevaricatori nei confronti della ex. Tutti episodi estremamente gravi, tant'è che nel 2021 si erano sospese le visite dell'uomo ai minori e, il mese scorso, era arrivato appunto il divieto d'avvicinamento.

La vicenda processuale

Dopo una prima assoluzione da parte del gup nel 2022 (con tanto di perizia che ne stabiliva la parziale incapacità a intendere e volere), il  pubblico ministero Letizia Ruggeri aveva presentato ricorso ottenendo il processo in Appello. Qui il pm ha chiesto per l'imputato una condanna a 3 anni, riconoscendogli un vizio parziale di mente. La difesa, invece, aveva chiesto l'assoluzione, ottenendo il favore del collegio di giudici composto da Patrizia Ingrascì (presidente), a latere Laura Garufi e Francesca Mazza.

Anche secondo la Corte d'Appello, dunque, non ci sarebbe stato reato. Il 49enne ha comunque perso la patria potestà.

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