Al via le domande

Aumenta il Reddito di Libertà per le donne che escono dalla violenza: da 400 euro a 500 euro al mese

Da oggi, mercoledì 5 marzo 2025, al via la presentazione delle domande. Verrà data priorità alle richieste già presentate all'INPS in passato, ma non accolte per mancanza di fondi

Aumenta il Reddito di Libertà per le donne che escono dalla violenza: da 400 euro a 500 euro al mese
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Notizie importanti per le donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà: il contributo mensile del Reddito di Libertà è stato aumentato da 400 a 500 euro per un massimo di 12 mesi. Questa misura mira a favorire l'emancipazione economica e l'autonomia di chi sta cercando di ricostruire la propria vita lontano da situazioni di abuso.

Da oggi, mercoledì 5 marzo 2025, al via la presentazione delle domande.

Aumentato il Reddito di Libertà

Il Reddito di Libertà è rivolto a donne con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. Il decreto che ha stabilito l'aumento è stato firmato il 2 dicembre dal ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, insieme ai ministri del Lavoro e dell'Economia. Il provvedimento prevede lo stanziamento di 30 milioni di euro nel triennio 2024-2026, suddivisi in 10 milioni all'anno.

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Ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella

Il decreto attuativo per il 2025, firmato dai ministri Roccella, Calderone e Giorgetti, stabilisce che le risorse statali saranno distribuite alle Regioni in proporzione alla popolazione femminile residente tra i 18 e i 67 anni.

Come fare domanda da oggi: 5 marzo 2025

Le donne che vogliono accedere a questo sostegno devono presentare domanda all'INPS attraverso gli operatori comunali del proprio Comune di residenza. La procedura di richiesta segue un preciso calendario:

Dal 5 marzo al 18 aprile 2025, verrà data priorità alle domande già presentate all'INPS in passato ma non accolte per mancanza di fondi, a condizione che vengano ripresentate dai Comuni previa verifica dei requisiti.

Dal 18 aprile al 31 dicembre 2025, potranno presentare domanda tutte le donne in possesso dei requisiti previsti, comprese coloro che non hanno ripresentato la richiesta nel periodo transitorio di 45 giorni.

Per inoltrare la domanda, i Comuni dovranno accedere al servizio online disponibile sul sito www.inps.it, digitando "Prestazioni sociali dei comuni" nel motore di ricerca e selezionando il servizio "Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software".

La domanda è presentata all'Istituto sulla base del modello predisposto di un'autocertificazione dell'interessata, allegando la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del centro antiviolenza che ha preso in carico la stessa, che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso e la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, che ne attesti lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.

Uscire dalla violenza

Il reddito di libertà è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l'autonomia abitativa e la riacquisizione dell'autonomia personale nonché il percorso scolastico e formativo dei/delle figli/figlie minori e non è incompatibile con altri strumenti di sostegno come l'assegno di inclusione.

L'INPS può procedere alla revoca del contributo erogato, qualora dovessero intervenire motivi ostativi al mantenimento dello stesso.

Cos'è il Reddito di Libertà?

Il contributo economico è stato introdotto dal presidente del Consiglio il 17 dicembre 2020 per sostenere le donne vittime di violenza che stanno cercando di costruire un percorso di autonomia personale ed economica. Successivamente è stato reso strutturale successivamente.

Nonostante l'importanza di questa misura, in passato il Reddito di Libertà ha incontrato diversi ostacoli, tra cui l'insufficienza dei fondi e le lunghe procedure burocratiche che hanno rallentato l'erogazione dei contributi. Ad esempio, le risorse per il 2024 sono state sbloccate solo il 9 dicembre dello stesso anno, causando ritardi e difficoltà per molte beneficiarie.

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