Nel 2024 sono aumentate ancora le tasse. Pil in salita, ma sotto le attese
Nell'ultimo anno la pressione fiscale è cresciuta al 42,6%. Soddisfatto Giorgetti, critico Renzi

Più pressione fiscale e Pil in crescita, ma sotto le attese. I dati Istat pubblicati lunedì 3 marzo 2025 certificano la situazione economica dell'Italia su Prodotto interno lordo e indebitamento.
Nel 2024 la pressione fiscale è cresciuta al 42,6%
Partiamo dal dato sulla pressione fiscale, uno di quelli da sempre più dibattuti in Italia. Nel 2023 la pressione del Fisco era pari al 41,4%, e dunque il dato si è ulteriormente alzato.
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Cresce anche il debito pubblico al 135,3% del Pil, dal 134,6% del 2023. Anche questo un dato inferiore rispetto a quello indicato dal Governo nelle stime del Psb, pari a 135,8%.
Pil in crescita, ma sotto le attese
Nel 2024 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,7%. Un dato inferiore rispetto al +1% ipotizzato dal Governo nel Piano strutturale di Bilancio.
Dal lato della domanda interna nel 2024 si registra, in termini di volume, un incremento dello 0,5% degli investimenti fissi lordi e dello 0,6% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,7% e le esportazioni sono cresciute dello 0,4%.
La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per +0,5 e +0,4 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti.
Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 2,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,2% nelle costruzioni e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Si rileva una contrazione dello 0,1% nell’industria in senso stretto. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023
L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023.
Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a +0,4% (-3,6% nel 2023).
La domanda interna
Nel 2024 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è cresciuta in volume dello 0,4% (+0,3% nel 2023).. Sul territorio economico, la spesa per consumi di servizi è aumentata dello 0,4%, quella per beni dello 0,6%. Gli incrementi più significativi, in volume, si rilevano nelle seguenti funzioni di consumo: spese per trasporti (+3,5%), per informazione e comunicazioni (+3,6%) e per alberghi e ristoranti (+2,0%). Si registrano variazioni particolarmente negative nelle spese per vestiario e calzature (-3,6%) e per servizi sanitari (-3,7%).
Codacons: "Le famiglie tagliano i consumi"
Sui dati dell'Istat arriva il commento del Codacons:
"I dati sul Pil del 2024 diffusi oggi dall’Istat attestano ancora una volta la mancata ripartenza dei consumi in Italia, con la spesa delle famiglie che registra una marcata flessione in alcuni comparti chiave".
"La spesa per consumi finali delle famiglie residenti continua a registrare una crescita irrilevante, salendo nel 2024 dello 0,4% rispetto allo 0,3% nel 2023. Ma ciò che desta particolare preoccupazione è come le famiglie abbiano modificato i propri consumi: lo scorso anno per alimentari e bevande non alcoliche la spesa degli italiani è scesa secondo l’Istat del -0,3%, il che significa che i cittadini hanno apportato tagli a cibi e bevande in tavola".
"Si comprano sempre meno vestiti e scarpe, col settore abbigliamento e calzature che ha registrato una flessione dei consumi del -3,6%. Ma in sensibile calo è anche la spesa per la salute (-3,7%) e quella per lo svago, con la componente ricreazione, sport e cultura che segna una contrazione del -1,6%. Numeri che ancora una volta dimostrano l’esigenza di intervenire con misure efficaci per far ripartire i consumi interni, che rappresentano il vero motore della nostra economia".
Giorgetti: "Finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto"
Soddisfazione per i dati Istat è stata espressa dal ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti:
"I dati Istat di oggi confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto".
"L' avanzo primario certificato oggi dall'Istat è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre". "Naturalmente tutto questo è confortante ed è ragione di soddisfazione. Ma non possiamo fermarci: ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa".
Le critiche
Visione ben diversa quella di Matteo Renzi, che critica senza appello l'attività del Governo.
Oggi sono usciti i dati ufficiali Istat. Nel 2024 rispetto al 2023 è aumentata la pressione fiscale (42.6% contro 41.6%). È aumentato il debito pubblico (135,3% versus 134,6%). La crescita del PIL è stata dello 0.7% e non dell’1%. Questo Governo di sovranisti aumenta le tasse e…
— Matteo Renzi (@matteorenzi) March 3, 2025