Tregua a rischio

Israele sospende l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza

Hamas: "La scelta di Israele non restituirà alle famiglie i rapiti e mette a rischio la loro vita". I media israeliani: "A Gaza scorte per 4 mesi"

Israele sospende l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza
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Tregua sempre più "sottile" a Gaza. Israele ha sospeso l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia e ha chiuso i valichi di accesso. La decisione è stata presa durante una riunione notturna tra sabato  1 e domenica 2 marzo 2025, in accordo con gli Stati Uniti, e motivata dal rifiuto di Hamas di accettare il piano Witkoff, che prevedeva il rilascio di tutti i restanti ostaggi israeliani oggi, alla fine della prima fase.

Israele sospende l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza

A spiegare la questione l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu:

"Israele non permetterà una cessazione delle ostilità senza il rilascio dei nostri ostaggi. Se Hamas continuerà nel suo rifiuto, ci saranno ulteriori conseguenze".

"Con la fine della fase A dell'accordo sulla liberazione degli ostaggi, e in seguito al rifiuto di Hamas di accettare il piano Witkoff per continuare i colloqui - che Israele ha accettato - il premier Netanyahu ha deciso che, a partire da questa mattina, cesserà l'ingresso di merci e forniture nella Striscia di Gaza".

Una mossa "politica"

Si tratta - sostengono i media israeliani - di un mossa più politica dato che Tel Aviv ritiene che nelle ultime settimane siano arrivati a Gaza aiuti sufficienti per quattro mesi, con 25.200 camion entrati nella Striscia nei 42 giorni di cessate il fuoco.

Ma la svolta potrebbe esacerbare ulteriormente la situazione.

Hamas: "Israele mette a rischio la vita delle persone"

Dura la replica di Hamas:

"La decisione di Netanyahu di interrompere gli aiuti sta ancora una volta confermando il suo disprezzo per le leggi internazionali e impedendo la distribuzione di medicine e cibo".

"Fermare l'ingresso degli aiuti significa la decisione di Israele di far morire di fame i residenti della Striscia di Gaza. Deve essere presa una posizione internazionale dura per fare pressione su Israele affinché fermi tutto questo".

I miliziani non sembrano peraltro voler cedere a quello che ritengono un "ricatto":

"Israele si sottrae ripetutamente agli accordi firmati e continua a eludere l'adempimento dei suoi impegni sul cessate il fuoco. Questa manipolazione in corso non restituirà i rapiti alle loro famiglie, ma al contrario, porterà a continue sofferenze e metterà in pericolo le loro vite, se non si esercita pressione su Israele affinché rispetti i suoi obblighi".

"L'unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e liberare i rapiti è completare l'accordo, iniziando con l'attuazione della seconda fase".

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