MONDO SCACCHI IN LUTTO

È morto Boris Spasskij, leggenda degli scacchi: nel 1972 fu protagonista della "sfida del secolo"

Considerato uno dei più grandi scacchisti della storia, Spassij fu campione del mondo dal 1969 al 1972. La partita contro Fischer divenne icona della Guerra Fredda

È morto Boris Spasskij, leggenda degli scacchi: nel 1972 fu protagonista della "sfida del secolo"
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Boris Spasskij, uno dei più celebri scacchisti del Novecento, è morto all'età di 88 anni nella giornata di giovedì 27 febbraio 2025. In particolare il suo nome, assieme a quello del rivale Bobby Fischer, è legato alla cosiddetta "sfida del secolo". Una partita di scacchi tra un sovietico e un americano giocata nel bel mezzo della Guerra Fredda.

La storia di Boris Spasskij e la "sfida del secolo"

Nato a Leningrado - l'odierna San Pietroburgo - il 30 gennaio 1937, Boris Spasskij è stato uno dei più grandi scacchisti della storia. Fu campione del mondo dal 1969 al 1972 e otto volte medaglia d'oro alle Olimpiadi. Si avvicino al mondo degli scacchi ad appena 5 anni, mostrando fin da subito di avere un talento prodigioso. Nel 1956, ad appena 19 anni, era già diventato grande maestro. Nel 1969 ottenne il titolo mondiale superando Tigran Petrosian e consacrando il suo status di eccellenza scacchistica sovietica.

Boris Spasskij e Bobby Fischer durante la "sfida del secolo"

Il 1972 fu l'anno della celeberrima "sfida del secolo" contro lo statunitense Fischer, giocata nel pieno della Guerra Fredda e diventato un simbolo dello "scontro" tra le due superpotenze. Una partita "infinita", disputata tra l'11 luglio e il 3 settembre di quell'anno a Reykjavik, in Islanda. I due si sfidarono nuovamente 20 anni dopo e Spasskij ottenne la sua rivincita. Lasciata l'Unione Sovietica nel 1976, visse in Francia per lungo tempo ottenendo anche la cittadinanza. Superò anche molteplici problemi di salute tra cui due ictus. Ricordato per la sua eleganza e sportività, Spasskij lascia nel lutto il mondo degli scacchi mondiale. A dare conferma della sua morte anche la federazione scacchistica russa.

"È scomparsa una grande personalità, generazioni di giocatori di scacchi hanno studiato e stanno studiando le sue partite e il suo lavoro. Questa è una grande perdita per il Paese", ha affermato il presidente della Federazione scacchistica russa Andrei Filatov, citato dalla Tass.

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