Caro Bollette, oggi in Cdm il decreto: due miliardi in più per le famiglie, uno per le imprese
La controproposta dell'opposizione: tassare gli extra profitti delle grandi aziende del fossile
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Dopo che la premier Giorgia Meloni aveva bocciato la prima bozza perché le misure non erano abbastanza "efficaci", il decreto bollette è pronto per il consiglio dei ministri di oggi, venerdì 28 febbraio 2025, con inizio alle ore 11:30.
Il vertice e la decisione sul decreto
Decisivo un vertice di governo convocato dalla stessa presidente del consiglio a poco più di 12 ore dal cdm per verificare gli approfondimenti chiesti e tirare le fila. Presenti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, il sottosegretario per l'Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto. Collegati invece il titolare del Pnrr Tommaso Foti e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, di rientro dal G20 finanziario in Sudafrica. Al tavolo anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Le diverse ipotesi, accompagnate dalle simulazioni dei tecnici, sono state discusse e vagliate, e alla fine è stata presa una decisione politica. "Verrà adottato un pacchetto di misure che va incontro alle esigenze delle famiglie e delle imprese italiane": gli interventi puntano a "dare una risposta rapida e mirata a una delle principali preoccupazioni di cittadini e imprese". Parallelamente il governo continuerà a lavorare "per ulteriori iniziative di medio-lungo periodo che possano rafforzare ed efficientare il sistema nel suo complesso". Le prime impressioni arrivate dalla maggioranza, apparsa soddisfatta della bozza prodotta.
Cosa comporta il nuovo decreto bollette?
L'ultima bozza del decreto bollette prevede di mettere sul piatto circa 3 miliardi per un trimestre, divisi equamente tra famiglie e imprese, per garantire "un sostegno concreto" di fronte all'emergenza del caro energia.
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In particolare, per i cittadini l'ipotesi di soluzione raggiunta nel corso del vertice dovrebbe estendere la soglia Isee del bonus sociale dagli attuali 9.530 euro a 25mila euro. Dovrebbe inoltre essere previsto un meccanismo a scaglioni in base al quale le fasce Isee più basse dovrebbero ricevere un aiuto più consistente: chi ha fino a 9.530 euro di Isee dovrebbe ricevere il bonus attuale e il nuovo, mentre da 9.530 a 25 mila solo il nuovo contributo. Gli aiuti andranno ad "almeno 8 milioni di famiglie", fa sapere Armando Siri, consigliere per le politiche economiche del vicepremier Matteo Salvini e coordinatore dipartimenti Lega.
Per quanto riguarda le aziende invece, le risorse dovrebbero andare ad aiutare per metà le imprese energivore e per metà le piccole medie imprese. La scelta di limitare gli aiuti a 3 mesi sarebbe suggerita anche dalle simulazioni che prevedono - anche sulla spinta di una possibile pace in Ucraina - un calo del prezzo del gas in estate. Sulla proroga delle concessioni idroelettriche si tratta, anche se l'intervento potrebbe arrivare in un secondo momento. Previste anche misure di riduzione dell'onere fiscale e per la trasparenza delle offerte al dettaglio. Sul tavolo del Cdm infine è in arrivo anche il disegno di legge delega sul nucleare sostenibile.
Le controproposte dell'opposizione
Sul tema del caro bollette si era espressa in precedenza anche la segretaria dem Elly Schlein che aveva incalzato la maggioranza con due proposte.
La prima prevede di "disaccoppiare il prezzo dell'elettricità da quello del gas", visto che "oggi a fare il prezzo dell'energia in Italia è quello del gas che è la fonte più cara. Alcuni paesi sono intervenuti in questo senso".
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La seconda proposta riguarda "l'acquirente unico pubblico per ottenere prezzi dell'energia più bassi". Questi prezzi dell'energia, sottolinea la segretaria Dem, "le famiglie e le imprese li pagano più volte. Ci rivolgiamo anche alla maggioranza perché si possa fare insieme".
Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, ha invece puntato il dito sugli extra profitti delle grandi aziende del fossile.
"Le bollette sempre più care colpiscono duro e bruciano stipendi, pensioni e risparmi. Ma il governo di Giorgia Meloni non ha soldi per aiutare lavoratori, famiglie e imprese. Li avrà spesi tutti per deportare i migranti in Albania e (non) costruire il ponte sullo stretto...".
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"Ancora una volta la destra che straparla di sicurezza abbandona il paese in preda alla speculazione del libero mercato. Altro che patrioti. Sono al governo da due anni e mezzo, ma non sanno ancora cosa fare. Eppure cosa debba essere fatto è molto semplice. Lo diciamo da anni, da prima delle ultime elezioni politiche".
"Tassare al 100% le decine di miliardi di profitti extra delle aziende energetiche, frutto della speculazione sulla pelle dei cittadini comuni. E in contemporanea investire con forza nelle rinnovabili e disaccoppiare il prezzo dell'energia elettrica in base alle fonti di produzione per avere energia pulita e a basso prezzo. Presidente Meloni, glielo ripeto ancora una volta, proteggere i cittadini dalla speculazione e dal costo della vita che sale è il vero interesse nazionale".