QUESTA MATTINA

Ultimo scambio di ostaggi nella prima fase: 6 ostaggi per 602 detenuti (ne mancano 58)

Consegnata anche la salma della madre dei fratellini (uccisi sembra a mani nude)

Ultimo scambio di ostaggi nella prima fase: 6 ostaggi per 602 detenuti (ne mancano 58)
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Nuovo e ultimo scambio di ostaggi nella prima fase degli accordi tra Hamas e Israele. Nella mattina di sabato 22 febbraio 2025, tra Rafah, nel sud di Gaza, e Nuseirat, nel centro della Striscia, il movimento islamista consegnerà sei ostaggi israeliani. In cambio, saranno rilasciati 602 detenuti palestinesi.

L'ultimo scambio di ostaggi della prima fase

Nelle scorse ore sono giunte le conferme del rilascio di sei ostaggi da parte di Hamas, con conseguente permanenza dell'accordo di scambio con i detenuti palestinesi. Ad essere liberati saranno gli ultimi ostaggi rapiti ed ancora vivi inseriti negli accordi della prima fase per il cessate il fuoco a Gaza: Tal Shoham, Omer Shem-Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed. Alle ore 9:00 di sabato 22 febbraio 2025 sono già stati liberati Tal Shoham e Avera Mengistu.

Il rilascio di Tal Shoham

Mengistu e Al-Sayed sono trattenuti nella Striscia da un decennio dopo esserci entrati in due circostanze diverse per errore, gli altri quattro sono stati presi in ostaggio il 7 ottobre 2023. In cambio Israele rilascerà 602 prigionieri palestinesi. Di essi, 445 sono stati arrestati a Gaza durante la guerra, 110 sono ritenuti particolarmente pericolosi e 47 erano stati rilasciati in precedenti accordi per poi essere nuovamente arrestati.

Tra di loro figurano esponenti di spicco, come Abdel Nasir Issa, responsabile di due attentati suicidi; Othman Balal, condannato a 27 ergastoli per una serie di attacchi terroristici, e Omar Azban, legato a attentati che hanno provocato numerose vittime civili. Verranno liberati anche detenuti veterani, tra cui Naalal-Barguti, considerato il detenuto più longevo, Alaaal-Bazziyan, e Samar al-Makhroom, condannato per un omicidio risalente a 40 anni fa.

Il rilascio di Avera Mengistu

Completato il rilascio odierno e conclusa la prima fase di scambio degli ostaggi, si passerà alla seconda fase. Hamas si è detto pronto per raggiungere lo scambio completo tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi da eseguire tutto in un'unica volta. L'obiettivo è arrivare al cessate il fuoco permanente e al ritiro completo delle  Forze di sicurezza israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza. Dopo il completamento della prima fase, a Gaza rimarranno 58 ostaggi, di cui 34, secondo l'esercito israeliano, sono morti.

Consegnato il corpo di Shari Bibas

Nel frattempo, nella giornata di venerdì 21 febbraio 2025, è stato riconosciuto anche il corpo - o meglio i suoi resti - di Shiri Bibas, la madre dei fratellini Ariel e Kfir. Con le salme dei due piccoli bambini inizialmente mancava il cadavere della madre - sostituto con quello di un'altra persona sconosciuta -, i cui resti sono stati consegnati in un secondo momento. Questo ritardo aveva fatto infuriare Israele, che aveva subito accusato Hamas di non aver rispettato gli accordi del cessate il fuoco minacciando di far saltare il banco.

La consegna dei corpi dei fratellini Bibas

Pià tardi è arrivata la conferma della consegna dei resti anche di Shiri Bibas e l'ammissione di aver commesso un errore da parte di Hamas. La famiglia Bibas ha confermato l'identità della donna, poi arrivata anche da parte del kibbutz Nir Oz dove la famiglia Bibas era stata rapita il 7 ottobre 2023. Nelle scorse settimane era stato invece rilasciato il marito e padre dei due fratellini Yarden.

"Abbiamo ricevuto la notizia che più temevamo. La nostra Shiri è stata uccisa in cattività e ora è tornata a casa dai suoi figli - ha dichiarato la famiglia in un comunicato -. Shiri è stata una madre meravigliosa per Ariel e Kfir, una compagna amorevole per Yarden, una sorella e zia devota e un'amica incredibile. Grazie a tutti per il vostro supporto e amore in questi 16 mesi, vorremmo che Shiri potesse essere qui per vederlo".

Secondo Israele, Shiri sarebbe stata "brutalmente assassinata" durante la prigionia e non durante i bombardamenti partiti da Tel Aviv. Lo stesso vale per i due bambini, i quali secondo Israele sarebbero stati uccisi a mani nude dai carcerieri.

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