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Concessioni balneari, bocciatura del Tar: niente proroga nel 2027

Respinti i ricorsi di diversi stabilimenti. Nuova sentenza contro il Governo

Concessioni balneari, bocciatura del Tar: niente proroga nel 2027
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La proroga fino al 2027 delle concessioni balneari, annunciata lo scorso settembre dal Consiglio dei Ministri, è stata dichiarata nulla. Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Liguria, nella sentenza del 20 febbraio 2025, ha stabilito che non esiste alcun documento ufficiale che certifichi un accordo tra il governo Meloni e la Commissione Europea in merito alla proroga. La decisione ha avuto un impatto immediato su tre stabilimenti balneari di Zoagli, in provincia di Genova, che avevano presentato ricorso contro il bando pubblico indetto dal Comune nel rispetto della direttiva Bolkestein.

 

Complesso balneare

Balneari: la sentenza e le sue motivazioni

Secondo il Tar, non vi è alcun fondamento giuridico per sostenere che le amministrazioni locali siano obbligate a estendere automaticamente le concessioni balneari. I giudici hanno sottolineato che le concessioni demaniali marittime destinate ad attività turistico-ricreative, già oggetto di numerose proroghe legislative, hanno cessato i loro effetti il 31 dicembre 2023. Di conseguenza, i nuovi affidamenti devono avvenire attraverso procedure di selezione trasparenti e imparziali, come previsto dalla normativa europea.

Il tribunale ha inoltre confermato la legittimità della decisione della Giunta comunale di Zoagli, che, riconoscendo la scadenza delle concessioni, ha deciso di procedere con nuove gare pubbliche. L'assenza di un atto normativo ufficiale che supporti la proroga ha contribuito a rafforzare la posizione dei giudici.

Le reazioni politiche e istituzionali

La sentenza ha scatenato immediate reazioni politiche. L'opposizione ha criticato duramente il governo, accusandolo di aver generato incertezza nel settore balneare.

Il deputato del Partito Democratico Andrea Gnassi ha dichiarato:

"Con questa sentenza, il re è nudo. Non esiste una proroga automatica e i Comuni sono lasciati soli nell'organizzare le gare senza certezze. Entro marzo 2025, il governo deve varare il decreto sugli indennizzi per i concessionari uscenti, altrimenti regnerà il caos".

Il Movimento 5 Stelle, per voce del vicepresidente Mario Turco, ha ribadito la propria posizione contraria alle proroghe indefinite:

"Non si tutela il settore balneare con continue estensioni. Se la premier Meloni ha un accordo con l'Unione Europea, lo mostri".

Anche Riccardo Magi e Matteo Hallissey di +Europa hanno attaccato il governo, esortandolo a garantire concorrenza e trasparenza nel settore.

Dall'altro lato, Riccardo Zucconi di Fratelli d'Italia si è detto sorpreso dalla sentenza, suggerendo di attendere le valutazioni dei ministeri competenti per evitare strumentalizzazioni.

Il 5 marzo 2025, a Roma, si terranno gli Stati Generali del Turismo Balneare, promossi dal Sindacato Balneari di Fipe Confcommercio, per discutere le conseguenze della sentenza.

Il contesto e le prospettive future

La decisione del Tar della Liguria si inserisce in una lunga diatriba sulle concessioni balneari, confermando l'impossibilità di ulteriori rinnovi automatici. La sentenza ribalta il compromesso raggiunto dal governo nel settembre 2024, che prevedeva due punti chiave:

  • Messa a gara di tutte le concessioni entro il 2027, con una durata tra i 5 e i 20 anni per i nuovi affidamenti;
  • Proroga automatica fino a settembre 2027 delle concessioni esistenti.

Quest'ultimo punto è stato completamente smontato dalla decisione del Tar, riaprendo il dibattito sulle modalità di gestione del settore. Gli stabilimenti balneari potranno presentare ricorso al Consiglio di Stato, ma la questione rischia di trasformarsi in un nodo politico complesso per il governo Meloni, che dovrà trovare una soluzione per garantire la stabilità del comparto turistico nel rispetto delle norme europee.

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