Decreto legge

In sei anni un milione di dipendenti pubblici andranno in pensione

Cambia il reclutamento nella PA, verso la centralizzazione dei concorsi

In sei anni un milione di dipendenti pubblici andranno in pensione
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Una profonda trasformazione coinvolgerà la pubblica amministrazione nei prossimi anni. Se seguite l'argomento e ci fate caso, negli ultimi tempi il turnover nel pubblico è decisamente più attivo. Vuoi perché il "mito del posto fisso" ha un po' perso appeal, vuoi perché moltissimi dipendenti statali stanno raggiungendo l'età della pensione. Una situazione che proseguirà anche nell'immediato futuro. Si calcola che da qui ai prossimi sei anni circa un milione di dipendenti pubblici raggiungeranno il traguardo della fine dell'età lavorativa.

E il Governo intanto approva un decreto che cambia le regole delle assunzioni.

In sei anni un milione di dipendenti pubblici andranno in pensione

Il dato sui pensionamenti prossimi nella pubblica amministrazione lo ha diffuso il ministro per la Pa Paolo Zangrillo in un recente intervento, parlando di un milione di dipendenti che da qui ai prossimi anni lasceranno il lavoro e che saranno dunque da sostituire (a cui si aggiungono anche quelli che decideranno di dedicarsi ad altro).

 

Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo
Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo

Decreto PA: come cambiano le regole dei concorsi pubblici

Mercoledì 19 febbraio 2025 il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge (composto da 21 articoli) sull'organizzazione e il reclutamento nella Pubblica amministrazione.

"Il decreto interviene con alcune misure che rivestono un carattere di necessità e urgenza volte, da un lato, a rendere il settore pubblico più attrattivo per le giovani generazioni e, dall’altro, a garantire la funzionalità delle pubbliche amministrazioni anche con riferimento al conseguimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ha spiegato Zangrillo.

Il decreto è composto sostanzialmente da tre parti:

  • reclutamento, nel quale rientrano misure che riguardano l’attrattività per i giovani, la centralizzazione dei concorsi pubblici, il rendere più chiara la disciplina in merito al reclutamento e all’utilizzo delle graduatorie vigenti.
  • organizzazione, con misure per il potenziamento delle amministrazioni centrali; misure per gli enti colpiti dal sisma nel 2009 e nel 2016 e per la ricostruzione nei territori dell’Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti da eventi alluvionali; contributo Segretari comunali; nomina Commissario “terra dei fuochi”; rafforzamento Mef, Ambiente e Dipartimento pari opportunità.
  •  funzionalità, con misure per la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici; misure in materia di riduzione dei tempi di pagamento della Pa; adeguamento delle retribuzioni del personale assunto nelle sedi all’estero; misure per il Giubileo; Hub dell’innovazione – Mimit.

I concorsi pubblici

La parte che probabilmente interessa di più è quella legata alla centralizzazione dei concorsi pubblici.

Non saranno più le singole amministrazioni a bandire i concorsi. Nelle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici) il reclutamento dei dirigenti, delle figure professionali comuni e delle elevate professionalità si svolgerà "mediante concorsi pubblici unici organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica”.

La selezione del personale pubblico sarà quindi affidata alla Commissione Ripam (Commissione per l'attuazione del progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni).

“A fronte della necessità di garantire una maggiore efficienza per lo svolgimento dei concorsi in considerazione della nuova e imponente fase di reclutamento - ripresa dopo il blocco del turnover - e dell'esigenza di assumere profili sempre più qualificati, si prevede un rafforzamento delle competenze della Commissione Ripam a cui è affidata la fase di selezione del personale pubblico", si legge in una nota del Ministero.

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