Emergenza economica

Piccola Industria Veneto, il documento per far ripartire le Pmi: "Servono misure shock"

Il decalogo dei provvedimenti che i presidenti di PI di Confindustria di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna ritengono indispensaabile per ripartire.

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Il documento sottoscritto dai presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna di Piccola Industria di Confindustria per far ripartire le Pmi. E l'intervento del presidente di Confindustria Venezia.

Il crollo della produzione: "Economia di guerra"

"La produzione è crollata al livello del 1978. L’impatto del Coronavirus sulla produzione e il lavoro è da economia di guerra. Diversi fenomeni, stesse conseguenze. Del Dopoguerra dobbiamo mutuare lo spirito se vogliamo combattere il virus, difendere e ricostruire i fondamentali economici del Paese. Gli Stati usciranno tutti con più debito pubblico. E la parte incrementale del maggior debito dovrà essere pagata con scadenze lunghe, fino a 50 anni. Questo ne permetterà, per ciascuno Stato, la sostenibilità".

Lo ha affermato nelle scorse ore il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. Ma altre e più dettagliate ricette, in particolare per le Piccole medie imprese, sono arrivate dai presidenti "locali" di Piccola Industria dell'associazione, a partire da Paolo Errico, presidente PI per il Veneto, che con i colleghi Alvise Biffi (Lombardia) e Giovanni Baroni (Emilia-Romagna), ha stilato e sottoscritto un documento di proposte per le Pmi.

Proposte di sostegno per le Pmi

Premessa - Il 20 marzo scorso il sistema Confindustriale ha pubblicato un documento “Affrontiamo l’emergenza economica per la tutela del lavoro” nel quale vengono ampiamente illustrate le linee strategiche per sostenere il mondo delle imprese in questa emergenza.

In linea con i suoi contenuti, i Presidenti Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Lombardia, e Confindustria Veneto con i rispettivi Comitati regionali, le cui regioni che hanno subito i maggiori impatti del Covid19, auspicano l’adozione di quanto previsto nel documento quanto prima e alla luce dell’ulteriore restrizione imposta alle attività produttive con il DPCM del 22 marzo ritengono fondamentali ulteriori misure urgenti per le PMI.

L’emergenza Covid19 che sta attraversando l’Italia presenta già un tributo incalcolabile di vittime a cui si aggiungeranno presto anche ferite difficilmente sanabili all’economia. L’economia è infatti a grave rischio e con essa i posti di lavoro di milioni di persone; da una prima stima a seguito dell’ulteriore chiusura imposta correttamente alle attività produttive per tutelare il bene primario della salute, in mancanza di misure straordinarie sembra probabile il fallimento o chiusura del 60% delle PMI, cioè imprese con meno di 250 addetti e/o 50 milioni di euro di fatturato.

Secondo il rapporto Cerved 2018 le PMI italiane occupano oltre 4.000.000 di addetti: 2,2 in micro e piccole aziende e 1,9 in medie aziende. Di conseguenza, se non interverrà in modo deciso e lungimirante, la perdita di posti di lavoro potrà raggiungere e superare 2.500.000 persone. Senza lavoro le persone rischiano di perdere la dignità, compromettendo anche gli equilibri familiari con un impatto sociale di effetti senza precedenti nella nostra storia moderna. In questo momento di completa emergenza l’intervento dello Stato Italiano deve essere imponente, con misure shock immediate che diano prospettiva e respiro alle imprese stimolando fiducia e consumi.

Le proposte - Le seguenti proposte confermano e rafforzano quelle già presentate da Confindustria, tra cui
quelle contenute nel documento del 20 Marzo scorso “Affrontiamo l’emergenza economica per la tutela del lavoro”.

1. Riduzione temporanea delle Imposte
Riduzione progressiva, fino all’annullamento, del versamento di tutte le imposte dovute nel 2020 e 2021 (sia acconti che saldi) per tutte le imprese e persone che subiranno un impatto significativo nel bilancio aziendale o reddito personale al di sopra del 20%. Con questa azione è possibile lasciare liquidità alle aziende e alle persone con la possibilità di stimolare i consumi, gli investimenti e superare momentanee crisi.
2. Pagamenti della PA
Liquidazione immediata dei crediti tributari (IVA , imposte, accise) sia a livello nazionale che locale come anche tutti i crediti che le imprese vantano con la Pubblica Amministrazione che ammontano ad oltre 45 miliardi di Euro.
3. Sospensione fallimenti per le PMI
Sospensione di tutte le procedure fallimentari e concorsuali come anche la possibilità di presentare nuove istanze di fallimento per le PMI. In tal modo le aziende potranno lavorare in modo più sereno con la possibilità di traguardare periodi oltre i 12 mesi necessari per ristabilire le attività dopo una crisi così intensa. Si propone inoltre di estendere anche alle PMI per un periodo di tempo limitato (12-24 mesi) quanto già previsto per le Start-Up innovative del registro speciale, ovvero la non fallibilità per i primi 5 anni di esercizio.
4. Sospensione dalla segnalazione in Centrale Rischi per le PMI
Spesso la segnalazione in Centrale Rischi rappresenta per l’azienda l’inizio di una spirale viziosa del credito. Un’eventuale crisi finanziaria transitoria con un istituto si estende anche agli altri. Sospendere la segnalazione permette di arginare le situazioni di crisi e l’impatto sul rating.
5. Sospensione DURC
In attesa di definire con certezza ambiti e termini di differimento o sconto delle imposte e dei contributi andrebbe avviato un periodo di almeno 6-12 mesi di sospensione negli aggiornamenti DURC per permettere ad aziende con difficoltà nella liquidità, e quindi nei versamenti, di non perdere commesse, blocco dei pagamenti da PA e imprese private che pongono come condizione la regolarità del DURC.
6. Garanzia pubblica al 100% sugli affidamenti per le PMI
Estendere al 100% la garanzia pubblica sugli affidamenti e finanziamenti alle PMI attraverso i fondi di garanzia e i confidi o tramite una garanzia regionale. Ciò permetterebbe di proteggere gli istituti di credito e non fermare l’erogazione verso le PMI di nuovo credito per sostenere la liquidità.
7. Iper ammortamento semplificato
Semplificazione dell’iper ammortamento per gli investimenti materiali e immateriali con eventuali procedure di verifica semplificata.
8. Ampliamento del perimetro del cuneo fiscale
Estensione dei 100 euro di cuneo fiscale, già previsti per alcune categorie dal D.L. Cura Italia, a beneficio di tutti i lavoratori per almeno 1 anno.

Confindustria Venezia: "Serve cambio di mentalità"

Sulla situazione italiana e veneta in particolare è intervenuto anche il presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese:

"La situazione della categoria è critica, abbiamo 28.800 persone in cassa integrazione, ovvero persone che non stanno lavorando - ha detto il presidente - Per ripartire a livello nazionale servono almeno 300 miliardi di euro e soprattutto serve un cambiamento nel nostro modo di pensare e fare politica altrimenti il debito non sarà sostenibile. Occorrono flessibilità, agilità e soprattutto sburocratizzazione della macchina, la burocrazia infatti pesa molto. Il nostro peggior nemico è la nostra stessa mentalità, dobbiamo entrare nell'ottica del 'si deve fare'. E infine servono importanti investimenti in infrastruttura sia per spostamenti che per il digitale".

 

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