Giorgia Meloni al vertice di Parigi sull'Ucraina: cosa dirà la premier
La premier, che avrebbe preferito un formato con tutti gli Stati Europei, potrebbe insistere sul ruolo dell'Italia come "ponte" con Washington
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Giorgia Meloni, insieme agli altri leader europei, sarà a Parigi oggi, lunedì 17 febbraio 2025, per il vertice sull'Ucraina convocato da Emmanuel Macron dopo la Conferenza di Monaco e l'avanzare delle trattative tra Usa e Russia che rischiano di escludere l'Europa dal tavolo della pace.
Ma come si presenta la premier? E cosa dirà?
Cosa dirà Giorgia Meloni al vertice di Parigi sull'Ucraina
Sulle parole del vicepresidente Usa J.D. Vance a Monaco al momento da Palazzo Chigi non è arrivata risposta. Meloni, forte anche dei suoi rapporti con Trump (probabilmente l'unica in Europa, quantomeno tra i Paesi di maggior peso), probabilmente cercherà di mediare e ribadirà la sua "candidatura" a "ponte" con Washington.
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Anche perché Meloni non sarebbe troppo in disaccordo con le parole di Vance sulla libertà di espressione e sulla "sveglia" che deve darsi l'Europa sul tema.
I dubbi sul formato
Ma c'è di più. Secondo quanto filtra, la premier avrebbe preferito una mossa più "istituzionale", con un Consiglio Europeo riunito in toto. Al vertice parteciperanno invece, oltre a Francia e Italia, Germania, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia, Olanda e Spagna, ma non i Paesi Baltici, quelli che di fatto vivono sulla loro pelle da tre anni la situazione in Ucraina.
Agli occhi di Giorgia Meloni, poi, anche la presenza dei vertici UE (ci saranno il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il segretario della Nato Mark Rutte) sarebbe una mossa controproducente, visti i pessimi (se non inesistenti) rapporto con Trump.
Cosa uscirà dal vertice
Meloni, dunque, molto probabilmente si limiterà ad ascoltare le posizioni dei partner, suggerendo il ruolo di mediatore dell'Italia con la Casa Bianca, con la quale - come già suggerito per la questione dazi - sarebbe saggio evitare il "muro contro muro".
Difficile, peraltro, che si esca dal vertice di Parigi con delle soluzioni "pronte all'uso". Una carta da giocare può essere quella delle sanzioni, che in un eventuale negoziato potrebbero essere rivalutate.
Dal 2022 a oggi, nei tre anni di guerra, l'Europa ha varato quindici pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia.