Emergenza sottovalutata

Coronavirus, il virologo Crisanti: "Tutte queste morti sono un fallimento della classe dirigente del Paese"

L'esperto che ha gestito con successo il caso Vò Euganeo: " Il fatto che il tasso di letalità in Veneto (3,4%)  sia decisamente inferiore a quello lombardo (oltre il 13%) si spiega con il maggior numero di tamponi fatti che ha portato a risultati concreti".

Coronavirus, il virologo Crisanti: "Tutte queste morti sono un fallimento della classe dirigente del Paese"
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"Vedo persone che muoiono a grappoli. Questo è un fallimento della classe dirigente del Paese. Troppi morti"

Sono dure le parole di Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e virologia e direttore dell’Unità complessa diagnostica di microbiologia della Asl di Padova.

Parla il virologo del "Modello Vò"

E' stato lui a gestire con successo il “caso Vo’ Euganeo” che, da zona rossa è sensibilmente scesa in termini di contagi. Secondo Crisanti, l’obiettivo primario è controllare l’epidemia nelle fasi iniziali, anche per limitare la severità delle manifestazioni cliniche.

Per il professore bisogna eseguire test di massa alla popolazione e tracciare i contatti dei positivi (più o meno stretti), quindi isolare tutti i contagiati, anche se asintomatici. Crisanti, sin dall'inizio dell'epidemia, ha sempre invocato un’azione aggressiva.

Crisanti: "Caccia al sommerso"

"L'unico dato certo riguarda i decessi. E' da lì che bisogna partire per sapere quanti sono realmente i contagiati. I numeri corretti sono purtroppo molto più alti di quelli che vengono diffusi e riguardano semplicemente i casi emersi e quindi hanno poco senso. Finalmente anche la Lombardia l'ha capito e ha deciso di dare la caccia al sommerso".

Crisanti spiega ancora al Corriere che l'emergenza è stata sottovalutata quando era sotto gli occhi di tutti:

"In Lombardia i malati saranno almeno 250mila, 150mila sintomatici e 100mila asintomatici, in Italia ne calcolo 450mila... altro che 60mila".

Critiche al "metodo lombardo"

Il professore nega categoricamente che il ceppo di virus che si è diffuso in Lombardia sia più aggressivo di quello in Veneto e in Cina.

Non ci sarebbero a suo dire evidenze che il virus della Lombardia sia diverso da quello veneto. Meglio ragionare su quelle percentuali: che il tasso di letalità in Veneto (3,4%)  sia decisamente inferiore a quello lombardo (oltre il 13%) si spiega con il maggior numero di tamponi fatti che ha portato a risultati concreti.

C'è molta gente che accusa sintomi non gravi e potrebbe essere positiva. La soluzione? Cercare anche fra gli asintomatici testando le categorie più esposte, per cerchi concentrici.

"Ma penso anche che avrebbero dovuto farlo 20 giorni fa. E invece non c'è stata alcuna sorveglianza epidemiologica. Vedo persone che muoiono a grappoli. Questo è un fallimento della classe dirigente del Paese. Troppi morti".

Conclude il virologo.

Il governatore lombardo Fontana non ci sta

Il Presidente lombardo Attilio Fontana proprio oggi, giovedì 26 marzo 2020, in conferenza stampa sembra aver indirettamente risposto.

Sui tamponi si stanno facendo speculazioni vergognose. Regione Lombardia, e il ministro Speranza lo ha ribadito, ha rigorosamente seguito i protocolli dettati dall’Istituto Superiore della sanità e dall’Organismo scientifico che collabora col ministero.

Il 27 febbraio hanno mandato indicazioni su come comportarsi, in un atto si dice “in assenza di sintomi il test non appare al momento sostenuto da un razionale scientifico, in quanto non fornisce un’indicazione ai fini clinici. Potrebbe essere addirittura fuorviante. Qualora dovessero emergere nuovi dati, si procederà ad una revisione del documento elaborato”.

I tamponi sono riservati per i sintomatici, gli altri sono ritenuti fuorvianti. Siamo la Regione che in assoluto ha fatto il maggior numero di tamponi nel nostro paese. Noi abbiamo rispettato rigorosamente quanto dettato dai massimi istituti di sanità del nostro paese.

Lunedì, visto che le polemiche iniziavano a nascere, abbiamo inviato nuovamente al Comitato tecnico scientifico una richiesta, dove chiedevamo se le linee guida mandate a suo tempo debbano ritenersi confermate oppure si debbano ritenere superate. Ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. In assenza di risposta riteniamo che le misure siano le stesse. Nel caso prenderemo atto di nuovi indicazioni e ci adegueremo.

Se ci dovessero essere nuove indicazioni, Regione Lombardia sarebbe pronta a fare i tamponi a tutti?

Serve tutto il necessario per svolgere i tamponi, i laboratori di Regione che lavorano a tempo pieno riescono a processare, a fatica, 5mila tamponi al giorno. Servono le condizioni per aumentare i tamponi.

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