ECONOMIA

"È ora di finirla": Temu e Schein riversano in Europa milioni di pacchi al giorno (fuori norma)

La Commissione europea vuole introdurre maggiori controlli sulle spedizioni sotto i 150 euro copertina una roba così

"È ora di finirla": Temu e Schein riversano in Europa milioni di pacchi al giorno (fuori norma)
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La Commissione europea ha avviato un'indagine nei confronti del rivenditore cinese di abbigliamento Shein - ve ne è una in corso anche su Temu - riguardo alla protezione dei consumatori. Mercoledì 5 febbraio è stata pubblicata una "cassetta degli attrezzi" proprio con l'obiettivo di affrontare le sfide e le problematiche degli acquisti sugli e-commerce cinesi, in ascesa vertiginosa e che non sempre rispetterebbero gli standard dell'Unione Europea in materia di qualità e sicurezza.

Crescita esponenziale dell'e-commerce cinese

Nel documento "A comprehensive Eu toolbox for safe and sustainable e-commerce" si lancia un allarme chiaro nei confronti dell'aumento incessante dell'importazione di beni "low cost" da parte dei consumatori europei. Nel 2024 sarebbero stati importati in Europa circa 4.6 miliardi di articoli a basso costo, quasi il doppio rispetto ai 2.4 miliardi del 2023 e più del triplo rispetto agli 1.4 del 2022. All'incirca, parliamo di 12 milioni di articoli importati al giorno. Nel 2024 inoltre, il 91% di tutte le spedizioni e-commerce sotto i 150€ entrate nell'Unione Europea proveniva dalla Cina.

Questo - si legge nel documento - è dovuto "alla rapida crescita di alcuni negozi online. Temu e Shein, in particolare, hanno avuto una crescita esponenziale nel mercato europeo, arrivando a toccare nel 2024 oltre 75 milioni di utenti in Europa in pochissimi mesi". Negozi che puntano molto su "campagne pubblicitarie pervasive, prezzi basi e consegne ultra-rapide". Così facendo hanno generato una "forte domanda". Il tutto beneficiando dell'attuale esenzione dei dazi per i beni di valore inferiore a 150 euro.

"La rapida crescita di prodotti importati direttamente dai consumatori - si legge ancora nella "toolbox" - rilancia significanti sfide che esigono attenzione urgente, in particolare quando i prodotti importati possono essere non conformi alla legge europea. Il volume crescente di prodotti che non sono sicuri, sono contraffatti o non conformi, conducono a rischi seri per la sicurezza e la salute dei consumatori e hanno un impatto insostenibile per l'ambiente oltre ad alimentare una competizione ingiusta nei confronti degli imprenditori legittimi. Circa la metà dei prodotti contraffatti che arrivano in Europa sono acquistati online".

Poca trasparenza dei player cinesi

Tassazioni a parte infatti, le società in questione sono da tempo nel mirino delle istituzioni per il loro ridotto livello di trasparenza. La Commissione europea ha inviato a Shein e Temu una richiesta di informazioni in base al Digital Services Act. In particolare le domande al colosso cinese hanno riguardato l'utilizzo nei propri capi di cotone proveniente dalla regione dello Xinjiang, dove viene sfruttata la minoranza musulmana degli Uiguri. Stando alle regole approvate dal parlamento europeo, da quella zona del nord della Cina è vietato importare beni nella UE.

In Italia, poi, è in corso una istruttoria - aperta dall'Antitrust - nei confronti di Infinite Styles Services CO. Limited, ovvero l'azienda che gestisce il sito web italiano di Shein, per per messaggi ingannevoli sui temi della sostenibilità. Shein, nel frattempo, ha comunicato di aver previsto 15 milioni di dollari di investimenti per rafforzare ulteriormente i protocolli di verifica e conformità dei prodotti, oltre ad aver effettuato due milioni di test di sicurezza sui prodotti nell'anno da poco concluso.

La riforma e gli obiettivi della Commissione

L’obiettivo della Commissione è quindi quello di concludere una riforma doganale. Come detto, al momento vige l'esenzione dei dazi per i prodotti di valore inferiore ai 150 euro. Una regola che ha rappresentato un grosso vantaggio per i venditori di moda "fast fashion", in particolare appunto i negozi di e-commerce cinesi.

La riforma, già accolta con favore dalle concorrenti europee, prevedrebbe per i fornitori l’invio in anticipo delle informazioni sui prodotti che verranno importati nel mercato comunitario. Allo stesso tempo, la riforma porterebbe alla creazione di un'autorità doganale centrale per riunire tutte le autorità doganali dei 27 Stati membri della CE. La Commissione valuterà l'effetto delle misure adottate entro un anno e pubblicherà una relazione sull'applicazione delle norme da parte dell'Ue e degli Stati membri.

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