Trump Jr e la battuta di caccia a Venezia: arriva la denuncia dei Verdi, ma il figlio del Tycoon aveva i permessi
L’assessore regionale alla Caccia e Pesca Cristiano Corazzari ha confermato la regolarità dell’operazione, tra le prede anche un'anatra protetta

Continuano le polemiche su Donald Trump Jr, primogenito del presidente degli Stati Uniti, che si trova al centro di un'accesa controversia per una battuta di caccia avvenuta lo scorso dicembre nelle acque della laguna di Venezia.
Tra le prede abbattute anche la casarca, un'anatra protetta in tutta Europa. E mentre il presidente della Commissione Legalità del Consiglio regionale del Veneto ha formalizzato la denuncia per il 48enne, arriva la conferma: "Aveva i permessi".
Trump Jr e la battuta di caccia
Un video pubblicato sul sito americano Field Ethos mostra Trump Jr impegnato in una battuta di caccia nei pressi di Campagna Lupia con Oliver Martini, proprietario della storica Villa Pierimpiè.

Fino a qui nulla di strano, peccato che tra le prede c'è anche un'anatra dal piumaggio arancio-ruggine protetta in tutta Europa. Ed ecco che scoppia il caos.
La vicenda ha immediatamente attirato l’attenzione di Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, che il 4 febbraio ha presentato una denuncia ai Carabinieri Forestali. La denuncia è stata formalizzata, ma sembra che il figlio del Tycoon avesse i permessi
Le denuncia formalizzata da Zanoni
“La zona in cui è avvenuta la caccia, la Laguna medio-inferiore di Venezia, è classificata come Zona Speciale di Conservazione e tutelata dalle normative europee. Non è accettabile che si pratichi la caccia in un’area così delicata, e ancor meno che vengano abbattute specie protette”, ha dichiarato Zanoni.
Un altro nodo critico riguarda la regolarità delle autorizzazioni di caccia. Secondo la legge italiana, solo i residenti possono ottenere una licenza venatoria rilasciata dalla Questura con un apposito tesserino.
“Come poteva Trump Jr. distinguere le specie di anatre europee, completamente diverse da quelle americane, senza aver superato gli esami previsti dalla normativa italiana?”, ha sottolineato Zanoni.
Il post del consigliere in cui ha annunciato la formalizzazione delle denuncia:
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"Possedeva i permessi necessari"
La vicenda riaccende anche il dibattito sulla gestione delle Aziende Faunistico Venatorie. Zanoni ha denunciato un sistema in cui i permessi vengono concessi a prezzi esorbitanti, fino a 200mila euro a stagione.
Ma sulla questione è intervenuto l’assessore regionale alla Caccia e Pesca Cristiano Corazzari che ha confermato la regolarità dell’operazione di Trump Jr.

“Abbiamo verificato tutta la documentazione e il figlio di Trump possedeva i permessi necessari. È stato invitato in una riserva venatoria da un soggetto titolato a farlo, nel rispetto delle normative”.
Basterà questa dichiarazione a placare le polemiche?