Milano rilancia

Il Salone del Mobile 2025 non teme i dazi: "Export italiano diversificato e indipendente dai singoli mercati"

L'edizione 2025 si presenta già con numeri da record

Il Salone del Mobile 2025 non teme i dazi: "Export italiano diversificato e indipendente dai singoli mercati"
Pubblicato:

Il Salone del Mobile 2025 si prepara a un'edizione senza precedenti. La prestigiosa fiera dell’arredamento, che si terrà a Milano dall'8 al 13 aprile 2025, ha già raggiunto il tutto esaurito in termini di spazi espositivi, registrando l’ingresso di 148 nuovi espositori rispetto all'anno precedente. Un segnale forte che conferma la vitalità del settore, nonostante le preoccupazioni legate ai dazi e alle tensioni economiche internazionali.

salone del mobile.milano 2024
Salone del Mobile

Al via il Salone del Mobile 2025

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, ha sottolineato il ruolo strategico dell'export per le imprese italiane del settore: "Le aziende partecipanti esportano circa il 50% della loro produzione. Il nostro obiettivo è garantire che il Salone continui a essere un punto di riferimento internazionale". La crescita del pubblico straniero, con un aumento del 28% degli operatori nella scorsa edizione, dimostra l’attrattività dell’evento e la sua importanza come vetrina mondiale per il design e l’arredamento.

Salone del mobile: la presidente Maria Porro in visita nella sede Netweek
Maria Porri in visita alla sede Netweek

Un elemento distintivo dell’edizione 2025 sarà il forum internazionale della luce, con due giornate dedicate a lighting design, architettura e innovazione. Un’iniziativa che evidenzia la volontà di proporre contenuti di alto livello accanto all’eccellenza produttiva.

L’incognita dei dazi: tra protezionismo e opportunità

Uno dei temi più caldi resta la questione dei dazi, in particolare le misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. Le restrizioni commerciali americane potrebbero avere un impatto significativo sulle esportazioni italiane e, di conseguenza, sull’intero comparto del mobile.

Donald Trump, presidente degli Stati Uniti

Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, ha espresso preoccupazione per la possibilità che la chiusura del mercato americano ai prodotti cinesi spinga Pechino a riversarsi sull'Europa senza un adeguato controllo normativo:

"Se lasciamo entrare il produttore cinese senza regole chiare, il rischio per il nostro settore e per il Made in Italy è concreto".

Feltrin ha poi aggiunto che la strategia americana sui dazi sembra essere in continua evoluzione.

"Gli scenari cambiano rapidamente: ciò che oggi sembra una minaccia potrebbe rivelarsi solo una manovra negoziale per ottenere vantaggi strategici. Tuttavia, se gli Stati Uniti decidessero di imporre un dazio del 10% sui nostri prodotti, sarebbe un danno importante per il settore".

Niente è deciso, ma il clima di incertezza regna sul settore.

Milano e il Salone: un binomio vincente

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha evidenziato il legame indissolubile tra la città e la manifestazione:

"Il Salone del Mobile non è solo un brand, ma un evento che attira visitatori per la capacità di proporre innovazione e contenuti sempre nuovi".

L’incremento degli espositori e la continua ricerca di nuove formule dimostrano come il Salone sia una manifestazione in costante evoluzione, capace di rinnovarsi anno dopo anno.

Uno sguardo al futuro: nuove alleanze e mercati emergenti

Nonostante le incertezze economiche globali, il Salone del Mobile si affaccia al 2025 con ambizioni crescenti. Maria Porro ha evidenziato il successo dell’edizione 2024, che ha registrato oltre 370.000 operatori da 146 Paesi, e ha sottolineato l’importanza delle nuove strategie internazionali.

"Abbiamo firmato un Memorandum con l’Arabia Saudita, un mercato in forte espansione che ha visto un aumento del 22,8% nell’export di settore. Questo dimostra che l’export italiano si sta diversificando, rendendoci meno dipendenti da singoli mercati".

Il Salone del Mobile 2025, quindi, non è solo una celebrazione del design e dell’arredamento, ma un termometro delle dinamiche economiche e geopolitiche globali. L’attenzione ai mercati emergenti e il rafforzamento delle alleanze internazionali potrebbero rivelarsi strategie vincenti per superare le incognite dei dazi e delle politiche protezionistiche, garantendo al Made in Italy un futuro solido e competitivo.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali