Emergenza smog in Italia: troppe polveri sottili nell'aria, Frosinone e Milano maglie nere
La situazione è critica anche a Vicenza, Padova, Venezia, Cremona, Napoli, Brescia e Torino
L’Italia continua a soffocare sotto una cappa di smog preoccupante. Nel 2024, ben 25 capoluoghi di provincia hanno superato il limite di 35 giorni con concentrazioni di PM10 (polveri sottili) superiori ai 50 microgrammi per metro cubo, evidenziando un problema diffuso e radicato.
Allarme smog, i dati allarmanti in Italia
Le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria registrano dati allarmanti nel Paese. A guidare la classifica è Frosinone-Scalo con 70 sforamenti seguita da Milano-Marche con 68 e Verona-Borgo Milano con 66.
La situazione è critica anche a Vicenza, Padova, Venezia, Cremona, Napoli, Brescia, Torino e numerose altre città italiane. Ma non si tratta di episodi isolati: in molte città, più centraline hanno superato il limite. L’inquinamento atmosferico è un fenomeno ormai strutturale e diffuso.
Milano e Frosinone maglie nere, male anche Verona
A Milano, oltre alla centralina di Marche, anche quelle di Senato, Pascal Città Studi e Verziere hanno registrato rispettivamente 53, 47 e 44 superamenti.
A Verona, la centralina di Giarol Grande ha totalizzato 53 sforamenti, mentre a Vicenza, oltre ai 64 superamenti di San Felice, anche le centraline di Ferrovieri e Quartiere Italia hanno fatto segnare livelli critici.
Guardando ai dati medi annuali, la situazione appare però meno drammatica dal punto di vista normativo. Nessun capoluogo di provincia ha superato il limite legale di 40 µg/mc. Ma se si considera il valore indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di 15 µg/mc, circa il 97% delle città monitorate (95 su 98) non lo rispetta.
Questo significa che milioni di italiani respirano aria che può compromettere la salute, aumentando il rischio di malattie respiratorie e cardiovascolari.
Qualità dell'aria, le nuove direttive
La recente direttiva comunitaria sulla qualità dell’aria impone un abbassamento dei limiti annuali per il PM10. Dal 2030, la soglia dovrà scendere a 20 µg/mc, avvicinandosi al valore suggerito dall’OMS.
Questa nuova normativa impone un’accelerazione nelle politiche di riduzione delle emissioni con 19 capoluoghi italiani che dovranno abbattere le loro concentrazioni tra il 28% e il 39% per rientrare nei nuovi parametri.
Verona, Cremona, Padova, Catania e Milano sono tra le città che dovranno affrontare le riduzioni più significative.
Come si creano le polveri sottili
Il particolato PM10 ha origini diverse: traffico veicolare, riscaldamento domestico, attività industriali e agricoltura. In particolare, il bacino padano è una delle aree più critiche d’Europa a causa della sua densità abitativa, industrializzazione e condizioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Il settore zootecnico e agricolo contribuisce in modo significativo all’inquinamento con le emissioni derivanti dagli allevamenti intensivi che pesano sempre di più sulla qualità dell’aria. Affrontare questa emergenza richiede un impegno congiunto tra amministrazioni locali, governo nazionale e Unione Europea.
Le misure necessarie
Tra le misure necessarie ci sono:
- Riduzione del traffico e incentivo alla mobilità sostenibile
- Promozione dell’efficienza energetica e riduzione dell’uso di combustibili fossili per il riscaldamento
- Controlli più stringenti sulle emissioni industriali e sugli allevamenti intensivi
- Maggiore monitoraggio e investimenti nella qualità dell’aria
Il tempo per agire è sempre più ridotto. Solo 28 capoluoghi italiani rispettano già oggi i limiti previsti per il 2030 e solo tre città si conformano alle raccomandazioni dell’OMS.