Si risveglia al Pronto Soccorso, aggredisce un medico e tre infermieri
L'ennesima aggressione al personale sanitario è avvenuta all'ospedale di Borgo Trento a Verona
Trasportato in stato di incoscienza in ospedale, si è risvegliato al Pronto Soccorso e ha dato i numeri, aggredendo un medico e tre infermieri e seminando il panico. L'ennesima aggressione a personale sanitario è avvenuta nella notte tra sabato 1 e domenica 2 febbraio 2025, al Pronto Soccorso dell'ospedale Borgo Trento di Verona. (immagine di copertina da Facebook).
Si risveglia al Pronto Soccorso e aggredisce un medico e tre infermieri
Come racconta Prima Verona, trasportato in stato di incoscienza da un'ambulanza, l'uomo si è risvegliato nella sala visite dell'ospedale Borgo Trento e ha iniziato a dare in escandescenze.
Dopo aver disturbato altri pazienti, ha attaccato il personale sanitario, ferendo un medico e tre infermieri, e infranto una vetrata.
Arrestato
La situazione è stata riportata sotto controllo con l'intervento di cinque volanti della Questura. Alla vista degli agenti, l'uomo si è calmato ed è stato arrestato con l'accusa di lesioni personali e danneggiamento.
Tre dei sanitari aggrediti hanno riportato ferite con una prognosi di sette giorni. Per gestire l'emergenza, le ambulanze in arrivo sono state dirottate su altri pronto soccorso.
Solidarietà e condanna
Questo episodio si inserisce in una lunga serie di aggressioni al personale sanitario veneto. L'ultimo episodio si è verificato solo pochi giorni prima, il 28 gennaio 2025, all’Ospedale Sant’Antonio di Padova, quando un 55enne, in evidente stato di agitazione, ha aggredito senza motivo un’infermiera, colpendola con calci e spintoni e minacciandola verbalmente.
Queste aggressioni, sempre più frequenti, sono state duramente condannate dal presidente della regione Luca Zaia, che ha espresso la propria solidarietà al personale aggredito a Verona:
“La mia piena solidarietà va al medico e ai tre infermieri dell’ospedale Borgo Trento di Verona, vittime di un’aggressione avvenuta la scorsa notte. Un paziente ha dato in escandescenze, aggredendo il personale sanitario e danneggiando la struttura. Un comportamento che non solo è un affronto alla professione sanitaria, ma rappresenta un atto di inciviltà inaccettabile.
Assistiamo ormai ad un bollettino pressoché quotidiano di aggressioni negli ospedali: serve il massimo rigore verso persone che si scagliano contro chi è impegnato ad aiutare loro ed altri cittadini. Bene le nuove normative, che auspico siano applicate con rigore, se necessario estendendo le stesse a nuove norme ancor più repressive. Nel contempo, dobbiamo tutti impegnarci in un’operazione culturale e divulgativa: chi aggredisce un medico, un infermiere, un operatore ospedaliero commette un delitto dei più ripugnanti. Va insegnato ai bambini, ribadito agli adulti, ricordato anche ai cittadini stranieri che vivono nelle nostre comunità. I camici bianchi non possono sentirsi soli”.
Anche l'Assessore alla sanità, servizi sociali, programmazione socio-sanitaria del Veneto, Manuela Lanzarin, ha condannato duramente l'accaduto:
"Ancora una aggressione nei confronti del personale sanitario. Sono atti di inciviltà inaccettabili, che le nuove norme pesantemente condannano e sui quali non si può abbassare l'attenzione, è indispensabile continuare a promuovere la cultura del rispetto.
Ringrazio chi è intervenuto e porgo la mia solidarietà a chi è rimasto coinvolto in questo deplorevole fatto mentre svolgeva il suo lavoro per assistere chi si trova in difficoltà".
Anche la consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, ha espresso una dura presa di posizione.
"Con l'episodio di queste ore, assistiamo all'ennesimo grave caso di violenza contro il personale sanitario. È un'escalation continua, senza soluzioni concrete per fermarla. E poi ci si domanda perché sia sempre più difficile trovare personale disposto a lavorare nel sistema pubblico La risposta è chiara: manca la volontà o la capacità di garantire misure di sicurezza adeguate", ha dichiarato Bigon.
La consigliera ha poi ricordato che gli episodi di aggressione ai sanitari sono in crescita: "Nel 2024, le aggressioni al personale sanitario sono aumentate del 17% rispetto all'anno precedente in Veneto. E, secondo i dati di Amsi, UMEM e Uniti per Unire, quasi un infortunio su dieci è causato da violenze, con le donne che rappresentano il 70% delle vittime.Solo lo scorso anno si sono registrati oltre 1.500 casi. Nonostante ciò, la Regione non ha adottato alcun provvedimento".
Bigon ha ribadito l'urgenza di interventi strutturali: "Occorre investire in prevenzione, garantendo una presenza significativa delle forze dell'ordine all'interno delle strutture sanitarie. Chiedo alla Regione maggiore attenzione, mettendo a disposizione risorse adeguate e valutando l'impiego di servizi di vigilanza privata, per dissuadere le violenze e assicurare interventi rapidi quando necessario".
La consigliera conclude sottolineando che la sicurezza del personale sanitario deve diventare una priorità per le istituzioni, a tutela sia di chi lavora in prima linea sia dei pazienti stessi.