"Inesperti sul campo"

New York Times: "I soldati nordcoreani si sono ritirati dal fronte con la Russia per le perdite subite"

Secondo diverse stime, su 11.000 soldati nordcoreani inviati in Russia ne sarebbero sopravvissuti soltanto la metà

New York Times: "I soldati nordcoreani si sono ritirati dal fronte con la Russia per le perdite subite"
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Il contingente di soldati nordcoreani inviato in Russia per combattere al fianco delle forze di Mosca contro l'Ucraina è stato ritirato dal fronte a seguito delle pesanti perdite subite. La notizia, riportata dal New York Times, proviene da fonti ucraine e statunitensi, che confermano come, da circa due settimane, non vi sia più traccia delle truppe di Pyongyang nelle zone di combattimento.

Ritirati soldati norcoreani inviati in Russia

Secondo le informazioni raccolte dal quotidiano americano, lo scorso novembre circa 11.000 soldati nordcoreani sono stati inviati in Russia per prendere parte alle operazioni belliche. Tuttavia, in un arco di tempo relativamente breve, si stima che almeno la metà di questi abbia perso la vita o sia stato reso inabile al combattimento. Le difficoltà riscontrate sul campo hanno portato alla decisione di ritirare i militari, sebbene non sia chiaro se questa misura sia definitiva o solo temporanea.

Un esercito poco preparato alla guerra moderna

Le agenzie di intelligence sudcoreane hanno fornito un’analisi dettagliata delle ragioni che avrebbero portato a un così alto numero di perdite tra i ranghi nordcoreani. Secondo i rapporti, i soldati inviati in Russia avevano una preparazione limitata e una comprensione inadeguata delle moderne strategie belliche. Uno degli errori più gravi segnalati riguarda i tentativi di lanciare assalti terrestri senza un adeguato supporto di fuoco, una tattica che si è rivelata disastrosa contro le difese ucraine.

Un altro aspetto inquietante della vicenda è emerso dalla testimonianza di un soldato nordcoreano catturato, secondo il quale ai combattenti di Pyongyang sarebbe stato ordinato di combattere fino alla morte e, se necessario, compiere atti suicidi per evitare la cattura. Questo modus operandi, tipico della dottrina militare nordcoreana, ha spinto molti di questi uomini a lanciarsi in attacchi disperati, spesso attraversando campi minati e finendo nel fuoco incrociato delle linee nemiche.

Kim Jong-un e il suo ruolo nel conflitto

La decisione di inviare truppe nordcoreane in Russia era stata fortemente voluta dal leader di Pyongyang, Kim Jong-un, che con questa mossa sperava di guadagnare prestigio militare e consolidare l’alleanza con Vladimir Putin. Secondo fonti dell’intelligence americana, l’obiettivo era quello di uscire dall’isolamento internazionale dimostrando la capacità della Corea del Nord di intervenire attivamente in scenari di guerra su larga scala.

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Kim Jong-un

Tuttavia, il ritiro di queste truppe potrebbe non segnare la fine della loro partecipazione al conflitto. Alcuni analisti suggeriscono che si tratti di una pausa strategica, volta a evitare ulteriori danni alla reputazione di Mosca. I soldati nordcoreani potrebbero essere sottoposti a un periodo di addestramento intensivo per migliorarne l’efficacia sul campo, oppure i russi potrebbero rivedere le modalità con cui impiegarli, in modo da limitare le loro perdite future.

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