Il Garante blocca DeepSeek in Italia: preoccupazioni sulla gestione dei dati
L’Autorità, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria
Il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di bloccare l’accesso a DeepSeek in Italia, ritenendo insufficienti le garanzie fornite dalle aziende cinesi che gestiscono il servizio riguardo al trattamento dei dati degli utenti italiani.
Stop a DeepSeek in Italia
In una nota ufficiale, l’Autorità ha comunicato di aver adottato un provvedimento d’urgenza con effetto immediato, imponendo la limitazione del trattamento dei dati personali da parte di Hangzhou Deepseek Artificial Intelligence e Beijing Deepseek Artificial Intelligence, le due società responsabili del chatbot DeepSeek. La decisione giunge poco dopo un’informativa inviata alle stesse aziende, che da giorni sono al centro di un intenso dibattito sul tema dell’intelligenza artificiale generativa.
Dati sensibili a rischio
Nel frattempo, un gruppo di ricercatori americani della società Wiz ha scoperto una grave vulnerabilità nei sistemi di DeepSeek. Il bug, che è stato successivamente corretto, avrebbe esposto milioni di dati sensibili degli utenti. Tuttavia, non è chiaro se tali informazioni siano state intercettate da cybercriminali. I ricercatori hanno individuato un database, denominato ClickHouse, che risultava accessibile da remoto senza alcuna autenticazione. Al suo interno erano presenti oltre un milione di dati riguardanti la cronologia delle chat, credenziali di accesso e dettagli sulle API utilizzate dagli sviluppatori. La falla avrebbe potuto consentire l’acquisizione di privilegi amministrativi all’interno dell’ambiente DeepSeek, permettendo persino l’esfiltrazione di password e file direttamente dai server.
Accadde lo stesso con ChatGPT
Nonostante l’accesso a DeepSeek fosse ancora possibile nel nostro Paese, l’intervento del Garante renderà il servizio completamente inaccessibile, replicando una situazione simile a quella vissuta nel 2023 con il blocco temporaneo di ChatGPT.
Nel pieno della corsa globale all’intelligenza artificiale, OpenAI ha colto l’occasione per sminuire le capacità del modello cinese. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha dichiarato durante un evento a Washington che DeepSeek è stato eccessivamente sopravvalutato:
“Hanno ottenuto qualche buon risultato, ma nel complesso è un sistema che rispecchia le capacità che avevamo tempo fa”.
A confermare le perplessità su DeepSeek è arrivata anche un’analisi condotta da NewsGuard, la piattaforma specializzata nel monitoraggio della disinformazione online. Secondo il report, il chatbot cinese ha fornito risposte imprecise nell’83% dei casi e ha corretto informazioni false solo nel 17% delle occasioni. Un risultato che alimenta ulteriormente i dubbi sulla sua affidabilità e sicurezza.
Il comunicato integrale del Garante:
Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek. DeepSeek è il software di intelligenza artificiale relazionale, progettato per comprendere ed elaborare le conversazioni umane, che introdotto di recente sul mercato mondiale in pochi giorni è stato scaricato da milioni di persone. Il provvedimento di limitazione - adottato a tutela dei dati degli utenti italiani - fa seguito alla comunicazione delle società ricevuta oggi, il cui contenuto è stato ritenuto del tutto insufficiente. Contrariamente a quanto rilevato dall’Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che ad esse non è applicabile la normativa europea. L’Autorità, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria.