Atto dovuto o no?

Caso Almasri, entro 90 giorni dovrà decidere se archiviare o meno: cos'è e cosa fa il Tribunale dei Ministri

A rischiare è soprattutto il guardasigilli Nordio

Caso Almasri, entro 90 giorni dovrà decidere se archiviare o meno: cos'è e cosa fa il Tribunale dei Ministri
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Atto dovuto oppure no? E' questo il tema sulla denuncia presentata nei confronti di Giorgia Meloni, dei ministri Piantedosi e Nordio e del sottosegretario Mantovani per il caso Almastri. Da una parte chi sostiene che fosse una procedura obbligata, dall'altra chi invece parla di attacco politico della magistratura nei confronti del Governo all'alba della riforma sulla Giustizia.

Meloni indagata: atto dovuto?

L'Associazione nazionale dei magistrati parla di atto dovuto, motivando così la decisione del pm:

"La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di 15 giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto".

Dall'altra parte, però, si parla di atto politico. Con Barbara Berlusconi che ricorda quanto avvenuto al padre Silvio e parla di "giustizia a orologeria".

Entro 90 giorni la decisione sull'archiviazione

Ora, al di là delle polemiche, la vicenda entra nel suo iter istituzionale. Il Tribunale dei ministri può svolgere indagini e affidare deleghe agli investigatori per effettuare eventuali accertamenti. Poi, una volta terminate le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, decidere per l'archiviazione o la  trasmissione degli atti con una relazione motivata al procuratore della Repubblica, affinché chieda l'autorizzazione a procedere.

L'autorizzazione viene chiesta alla Camera di appartenenza dei soggetti inquisiti. A quel punto la Camera competente può negare, a maggioranza assoluta, l'autorizzazione ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico.

Nel caso in cui invece si ottenga l'autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al Tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d'appello competente per territorio. Non, però, al tribunale dei ministri; anzi, i componenti di quest'ultimo, al momento in cui ha svolto le indagini, non possono partecipare alle ulteriori fasi del procedimento. Per le impugnazioni e gli ulteriori gradi di giudizio si applicano le norme del Codice di procedura penale.

Cosa è e cosa fa il Tribunale dei ministri

Il Tribunale dei ministri è una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal Presidente del Consiglio e dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni.

A disciplinarne l'attività è l'articolo 96 della Costituzione:

"Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale".

Chi rischia di più

A rischiare di più sarebbe il guardasigilli Carlo Nordio.

Almasri, infatti, è stato arrestato il 19 gennaio 2025 a Torino perché su di lui pendeva un mandato dell'Interpol su richiesta dell'Aia. A quel punto la Procura ha inviato una prima informativa al ministero della Giustizia, seguita da quella della procura generale di Roma il giorno successivo.

Trascorse le 48 ore previste dalla legge per trattenere il ricercato, e in mancanza di una risposta del ministero, il 21 gennaio 2025 Almasri è stato rilasciato. Contestualmente, però, avendolo il ministro Piantedosi descritto come soggetto pericoloso, è stato rimpatriato immediatamente. 

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