Lotta di potere

Congo nel caos: ormai è nelle mani dei ribelli, centinaia di morti e feriti

Attaccate anche le ambasciate. In gioco il controllo sulle miniere strategiche per le nuove tecnologie

Congo nel caos: ormai è nelle mani dei ribelli, centinaia di morti e feriti
Pubblicato:

Ore drammatiche a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, dove la città è caduta sotto il controllo del gruppo armato M23. Questa escalation segna un punto di svolta critico in un conflitto che si protrae da oltre un decennio. Nel frattempo, la tensione è esplosa anche nella capitale Kinshasa, con manifestanti locali che hanno preso d'assalto le ambasciate di Ruanda, Francia e Stati Uniti, risparmiando però quella italiana. I ribelli dell'M23 hanno conquistato l’aeroporto della città, mentre il bilancio delle vittime dell’Onu è salito a 17, portando il numero complessivo dei morti a cento e quello dei feriti a oltre mille, secondo fonti ospedaliere.

Congo nel caos

Congo nel caos

Il Segretario di Stato americano, Mark Rubio, ha sollecitato il Ruanda a fermare immediatamente le ostilità nella regione. Durante una telefonata con il presidente ruandese Paul Kagame, il capo della diplomazia statunitense ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco e del rispetto dell'integrità territoriale congolese. Intanto, l’ambasciata americana a Kinshasa è stata chiusa al pubblico a causa delle violenze in corso, con un avviso ufficiale che raccomanda ai cittadini statunitensi di rimanere al sicuro o di lasciare il paese finché sono disponibili opzioni commerciali per l’evacuazione.

Mark Rubio

Gli scontri tra i ribelli dell'M23, sostenuti dal Ruanda, e le forze armate congolesi continuano a imperversare a Goma. Dopo settimane di avanzata, i ribelli sono riusciti a entrare nella città domenica sera, supportati da un contingente di circa tremila-quattromila soldati ruandesi. Il governatore del Nord Kivu, il generale Peter Cirimwami, è stato ucciso giovedì scorso durante le operazioni militari. Una fonte della sicurezza ha confermato che i ribelli controllano ormai l’aeroporto della città. La parte orientale della RDC è ricca di risorse minerarie, e il Ruanda è accusato di voler sfruttare la situazione per guadagnare il controllo di questa regione. Nonostante gli appelli internazionali affinché l’M23 fermi la sua avanzata, la città rimane sotto assedio e il conflitto continua.

Ambasciate nel mirino

A Kinshasa, la rabbia della popolazione si è manifestata con violenti assalti alle ambasciate di Ruanda, Kenya, Uganda, Sudafrica, Francia, Belgio e Stati Uniti, con tentativi di incendio e saccheggio. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, ha condannato con fermezza l'attacco alla rappresentanza diplomatica francese, dove è stato spento un principio di incendio. Anche il Kenya ha denunciato l’assalto alla propria ambasciata.

Assalto all'ambasciata francese

L’ambasciata italiana, situata nel distretto settentrionale di Gombe, non è stata coinvolta nei disordini. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato di essere in contatto con l’ambasciatore italiano a Kinshasa e ha attivato l’ambasciata a Kampala, in Uganda, nel caso fosse necessario un supporto per eventuali evacuazioni. Attualmente, a Goma risultano presenti 15 cittadini italiani, alcuni dei quali sono già stati trasferiti nella vicina nazione.

Spari e disordini nelle strade

Per le strade di Goma, si odono ancora spari, anche se l’intensità dei combattimenti sembra essere diminuita. Alcuni residenti, in una città che ha visto la sua popolazione raddoppiare fino a raggiungere quasi due milioni di abitanti a causa dell’afflusso di sfollati, hanno cercato rifugio lungo le sponde del lago Kivu, al confine con il Ruanda.

Miliziani dell’M23 sono stati visti pattugliare le principali arterie cittadine, indossando giubbotti antiproiettile e impugnando armi presumibilmente sottratte ai soldati congolesi. Molti abitanti hanno riferito di essere stati derubati da uomini armati.

Congo, le città nelle mani dei guerriglieri

Non è ancora chiaro quali parti di Goma siano effettivamente sotto il controllo dei ribelli, che già domenica avevano rivendicato la presa della città. Ospedali al collasso hanno riferito di almeno 17 morti e 367 feriti in due giorni di combattimenti. Intanto, i caschi blu sudafricani presenti nell’area hanno registrato la perdita di quattro uomini.

Allarme Ebola

Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme per la crisi alimentare a Goma e nei dintorni, annunciando la sospensione degli aiuti a causa della situazione instabile. “Le prossime 24 ore saranno critiche: le scorte si stanno esaurendo e le persone dovranno cercare di sopravvivere con ciò che trovano”, ha dichiarato Shelley Thakral, portavoce del Programma alimentare mondiale per la RDC.

Parallelamente, la Croce Rossa ha espresso preoccupazione per il rischio di diffusione di agenti patogeni, inclusi ceppi di Ebola conservati nei laboratori biochimici della città, a causa della situazione fuori controllo. A Kinshasa, intanto, il malcontento popolare si è trasformato in proteste violente contro le nazioni ritenute sostenitrici dell’M23.

Il vertice

Mercoledì 29 gennaio 2025 si terrà un vertice tra il governo congolese, il Kenya e il Ruanda per discutere dell’escalation del conflitto. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha contattato il suo omologo ruandese Paul Kagame per affrontare l’aggravarsi della crisi, anche alla luce della morte di 13 soldati sudafricani negli scontri recenti. L’esercito sudafricano ha confermato oggi la perdita di altri quattro uomini, portando a 17 il numero totale dei caduti nelle operazioni contro l’M23. Le truppe sudafricane operano nel quadro delle missioni di pace della Comunità di sviluppo dell'Africa australe (SADC) e delle Nazioni Unite. Secondo un comunicato ufficiale, Ramaphosa e Kagame hanno concordato sulla necessità di un cessate il fuoco immediato e della ripresa dei negoziati.

La condanna dell'UE

L’Unione Europea ha condannato fermamente gli attacchi alle ambasciate straniere nella RDC. Kaja Kallas, portavoce della diplomazia europea, ha ribadito da Bruxelles l’importanza di proteggere le missioni diplomatiche nel rispetto della Convenzione di Vienna. Secondo Jonas Gerdin, corrispondente della Deutsche Welle, il clima a Kinshasa è caratterizzato da un profondo risentimento verso l’Europa, accusata di sfruttare le risorse congolesi attraverso il Ruanda. Intanto, le proteste si intensificano mentre centinaia di migliaia di persone sono in fuga dai combattimenti nell’est del paese. La polizia ha disperso la folla con gas lacrimogeni mentre i manifestanti cercavano di incendiare edifici diplomatici a Kinshasa, esprimendo la loro opposizione all’avanzata dell’M23.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali