Oggi il Cda di Mediobanca, pronta a bocciare l'offerta di scambio, Mps ancora giù
Sul tavolo l'offerta pubblica di scambio totalitaria da 13,3 miliardi lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena
È convocato per le 10.30 di oggi, martedì 28 gennaio 2025, il Consiglio di amministrazione di Mediobanca. Sul tavolo l'offerta pubblica di scambio totalitaria da 13,3 miliardi lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena lo scorso 24 gennaio 2025.
Mediobanca: oggi il Cda per rispondere all'offerta di Mps
Si preannuncia una giornata cruciale per Mediobanca. È infatti fissato per stamane il Consiglio di amministrazione dell’istituto milanese, chiamato a discutere l’offerta pubblica di scambio totalitaria da 13,3 miliardi di euro lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) lo scorso 24 gennaio.
L’operazione rappresenta una vera e propria sfida per Mediobanca, che avrà a disposizione meno di tre mesi per elaborare una strategia di difesa o un eventuale contrattacco contro la proposta di scalata avanzata dalla banca senese. Il primo passaggio fondamentale sarà rispondere formalmente all’offerta. È ormai chiaro che il Consiglio di amministrazione considererà l’iniziativa come ostile: i manager, attraverso una relazione tecnica, raccomanderanno di respingerla.
Dietro questa mossa di Mps si intravede una strategia più ampia. I principali azionisti della banca, Delfin e Caltagirone, sembrano puntare al controllo di Generali, di cui Mediobanca possiede il 13%. Intanto, Mps ha già selezionato i suoi consulenti per affrontare la partita: dal punto di vista finanziario è assistita da J.P. Morgan e Ubs, mentre per gli aspetti legali ha coinvolto Gianni & Origoni e White & Case. Mediobanca, invece, non ha ancora designato i propri advisor.
Mps ancora giù
Ci sono pochi dubbi sul fatto che l'atteso Cda presieduto da Renato Pagliaro valuti l'offerta del Monte inadeguata da un punto di vista finanziario e senza una condivisibile logica industriale con le perplessità emerse anche in Borsa. Dove il premio del 5% che le 2,3 azioni offerte da Mps esprimevano venerdì mattina si è trasformato in uno sconto dell'11,3% per effetto dell'andamento divergente dei due titoli. A Piazza Affari il Monte ha perso un altro 2%, a 6,36 euro, mentre Mediobanca ha difeso i rialzi di venerdì (+0,2% a 16,5 euro).
All'appello mancano 1,56 miliardi che, se il gap non si richiuderà, i soci del Monte dovranno colmare con una maggior diluizione nel gruppo post-fusione o iniettando le risorse necessarie al rilancio.
La posizione delle istituzioni europee
Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che l’offerta non è stata notificata alle autorità comunitarie per il controllo delle concentrazioni. Come sempre, sarà compito delle parti coinvolte stabilire se la transazione rientri nei parametri delle normative UE sulle concentrazioni.
Va ricordato che, dopo la cessione della maggior parte della quota pubblica, Mps non è più soggetta all’obbligo, stabilito dalla decisione sugli aiuti di Stato, di astenersi da acquisizioni. Questo consente alla banca senese di perseguire strategie aziendali funzionali ai propri interessi commerciali, inclusa l’operazione su Mediobanca.
Un calendario serrato di appuntamenti
La settimana di Mediobanca si inserisce in un gennaio fitto di eventi per il sistema finanziario italiano. Domani, mercoledì 29 gennaio, si terrà il Consiglio di amministrazione di Generali per l’approvazione del piano triennale, che sarà poi presentato ufficialmente giovedì 30 a Venezia, durante l’Investor Day.
Per Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali, gennaio è già stato un mese di grande attività: lo scorso 20 gennaio è stata approvata l’intesa con Natixis. Il mese si chiuderà il 31 gennaio con la conclusione della seconda consultazione Consob sul tema della lista del Consiglio di amministrazione. Tuttavia, non si prevede che il Regolamento Emittenti venga modificato in tempo utile per influire sulla stagione assembleare 2025.
Generali, uno dei board in scadenza quest’anno, rappresenta uno scenario strategico cruciale. Tre anni fa, la società fu terreno di scontro tra Mediobanca, Caltagirone e Delfin. La prossima assemblea per il rinnovo degli organi sociali di Trieste è fissata per l’8 maggio.
Le prossime mosse di Mps
Nel frattempo, entro metà febbraio, Mps presenterà alla Consob il documento d’offerta, preceduto dalle necessarie richieste di autorizzazione alla Banca Centrale Europea, a Bankitalia, Ivass e Antitrust. Tuttavia, per procedere ufficialmente, Mps dovrà convocare i propri azionisti. L’appuntamento è già fissato: un’assemblea straordinaria si terrà il 17 aprile 2025 per votare la delega al Consiglio di amministrazione relativa all’aumento di capitale a servizio dell’offerta.
L’Ops (Offerta pubblica di scambio), annunciata con l’obiettivo di raggiungere il 66,7% del capitale di Mediobanca e finalizzata al delisting, dovrebbe essere lanciata tra giugno e luglio. La tempistica dipenderà comunque dai via libera delle autorità competenti, attesi nello stesso periodo.
La posizione di Mediobanca
In questo contesto, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha espresso chiaramente la posizione dell’istituto. In una lettera inviata nei giorni scorsi ai dipendenti, Nagel ha sottolineato come l’offerta di Mps non sia stata concordata. Ha ribadito che l’obiettivo del Consiglio è quello di “tutelare gli interessi di tutti gli stakeholder e, in particolare, dei propri dipendenti”.
Con queste premesse, la riunione del Consiglio di amministrazione di oggi rappresenta solo il primo atto di una vicenda destinata a segnare il futuro del sistema bancario italiano nei prossimi mesi.”.