Medio Oriente, sfiorato accordo saltato: giovedì la liberazione della civile Arbel in ostaggio
Intanto continuano gli attacchi in Libano: Israele spara sui civili, 22 morti
In un clima di forte tensione, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato il raggiungimento di un accordo con Hamas per il rilascio di alcuni ostaggi detenuti a Gaza. Ma non si ferma il conflitto in Libano dove sono morte 22 persone sotto il fuoco israeliano.
L'accordo non salta, Hamas libera tre ostaggi
L’intesa sembrava sul punto di saltare, ma un compromesso è stato trovato tra Israele e Hamas. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, giovedì 30 gennaio 2025 saranno liberati tre ostaggi.
Si tratta della civile Arbel Yehud, il soldato Agam Berger e un terzo individuo la cui identità non è stata ancora rivelata. La liberazione proseguirà sabato con il rilascio di altri tre ostaggi, secondo quanto previsto dall'accordo.
Israele ha inoltre dichiarato di aver ricevuto un documento che conferma lo stato di salute dei prigionieri ancora in attesa di essere rilasciati nella prima fase dell’intesa. Ma rispetto a questa liberazione, che cosa ottiene in cambio Hamas?
Il passaggio dei civili verso il Nord di Gaza
Come contropartita, le forze israeliane (IDF) hanno riaperto il passaggio per i civili di Gaza verso la parte settentrionale della Striscia dopo averlo negato nella giornata di ieri. Dalle prime ore di questa mattina, lunedì 27 gennaio, centinaia di persone sono state viste attraversare la strada costiera Rashid da sud a nord.
Parallelamente, lo scenario si complica sul fronte settentrionale. La Casa Bianca ha annunciato che la tregua tra Israele e Libano sarà prorogata fino al 18 febbraio, ma la situazione è sempre più instabile.
Perché l'IDF non si è ritirato dal Libano?
Secondo i termini dell’accordo di cessate il fuoco, l’IDF avrebbe dovuto ritirarsi dal Libano entro domenica consentendo all’esercito libanese di prendere il controllo dell’area. Peccato che il ritiro non sia mai avvenuto.
Israele accusa l’esercito libanese di non essere in grado di gestire le milizie sciite di Hezbollah che continuano a incitare la popolazione civile alla rivolta.
Beirut, dal canto suo, ritiene che la permanenza delle forze israeliane sia un ostacolo per il dispiegamento dell’esercito nazionale al posto di Hezbollah.
22 morti, Israele: "Colpi di avvertimento"
La tensione ha raggiunto un picco drammatico quando almeno 22 persone, tra cui sei donne e un soldato, sono rimaste uccise sotto il fuoco israeliano mentre cercavano di tornare nei propri villaggi.
Israele sostiene che le sue truppe abbiano sparato “colpi di avvertimento” contro sospetti che si avvicinavano alle posizioni israeliane. Oltre alle vittime, il bilancio è stato di 124 feriti.
Come la metterà il nuovo presidente libanese Joseph Aoun che ha ribadito l’inviolabilità della sovranità del Libano? La già fragile tregua è a rischio o proseguirà e sarà prorogata?