Fake news coronavirus: non cadete nel falso messaggio dell'Inps
Installa un un malware che, installato sul cellulare, permette di accedere al dispositivo e di impossessarsi di password, dati delle carte, Pin, credenziali, e via dicendo..
C'è di buono che anche WhatsApp s'è dato una mossa, in tempi di quarantena da coronavirus in cui il traffico di messaggio è raddoppiato e con esso anche la diffusione di fake news sull'epidemia. E infatti la notizia è che il servizio di messaggistica istantanea targato Facebook ha deciso di introdurre un limite di inoltro per i messaggi, dato che gran parte di ciò che si lascia girare ultimamente sono, ahinoi, stupidaggini. Tra queste, l'ultima bufala è un finto messaggio dell'Inps che vi invita ad aggiornare i vostri dati online...
WhatsApp impone un nuovo limite
Proprio per l'emergenza coronavirus i messaggi potranno essere inoltrati a una sola chat alla volta. È la misura annunciata da WhatsApp. Non sarà quindi più possibile prendere un singolo contenuto ricevuto da altre persone o preso da un gruppo, dunque già inviato (testo, foto o video) e rilanciarlo a cinque contatti, come finora era possibile.
"Lo scorso anno abbiamo presentato la funzione che consente di riconoscere i messaggi che sono stati inoltrati molte volte. Si tratta di un'etichetta dotata di una doppia freccia, che contraddistingue i messaggi di dubbia provenienza. A partire da oggi, questi messaggi potranno essere inoltrati a una sola chat alla volta. Quando abbiamo imposto dei limiti alla funzione d'inoltro per contenere la propagazione di contenuti virali, il numero dei messaggi inoltrati a livello globale è calato del 25%".
L'ultima bufala sull'Inps
La Polizia postale segnala un massiccio invio di messaggi (soprattutto via sms) che contengono una falsa comunicazione dell’Inps:
“A seguito della sua richiesta accredito domanda COVID-19. Aggiorna i tuoi dati nel inps-ixxxxx.online”.
Cliccando sul link viene scaricato un malware che, installato sul cellulare, permette di accedere al dispositivo e di impossessarsi di password, dati delle carte, codici Otp, Pin, credenziali, chiavi di accesso all’home banking o altri codici personali.
Potete verificare evitando di cliccare direttamente sul link contenuto, ma copiandolo e digitandolo sulla barra di ricerca per verificare che risultati escono.
In caso di sospetti potete effettuare una segnalazione sul sito della Polizia postale.