Finta infermiera usava i farmaci per stordire gli anziani e derubarli
Una storia incredibile a Vicenza. A Treviso, invece, un operatore socio-sanitario incastrato per maltrattamenti agli anziani
E' accusata di omicidio aggravato, tentato omicidio, rapina, spaccio di medicinali a base di benzodiazepine e autoriciclaggio. Una storia incredibile che arriva dalla provincia di Vicenza, dove una donna di 46 anni si era finta operatrice socio sanitaria, inventandosi qualifiche professionali mai ottenute per ottenere lavori presso anziani, che stordiva e derubava.
Stordiva i pazienti e poi li derubava
Come racconta Prima Vicenza, le indagini hanno avuto origine da una denuncia presentata presso la stazione dei Carabinieri di Breganze nel marzo 2024. La segnalazione riguardava anomalie sospette legate alla morte di un’anziana e al peggioramento improvviso delle condizioni di salute di altri due coniugi, tutti assistiti a domicilio dalla donna arrestata.
Gli incarichi venivano ottenuti attraverso annunci sui gruppi Facebook locali, approfittando della difficoltà cronica nel reperire personale qualificato per l’assistenza agli anziani.
La falsa operatrice è accusata di aver causato la morte di un’anziana e il tentato omicidio di altre quattro persone, somministrando sovradosaggi di medicinali neurodepressori come Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico. Questi farmaci, non sempre prescritti dai medici, venivano somministrati per alterare lo stato di salute delle vittime. I sintomi riportati includevano torpore, stordimento e difficoltà motorie.
La donna è anche accusata di rapina aggravata: avrebbe sottratto preziosi a un’anziana dopo averla stordita con benzodiazepine, rivendendo successivamente gli oggetti in negozi "compro oro" per un valore complessivo di 3.000 euro. Motivo per il quale le viene contestato anche l’autoriciclaggio.
Era dipendente da farmaci
Le indagini hanno rivelato che l’indagata è una consumatrice abituale di benzodiazepine, acquistate spesso senza ricetta medica. In alcuni casi, avrebbe ceduto tali farmaci a terzi.
La Procura di Vicenza sta indagando ulteriormente sui canali di approvvigionamento dei medicinali e ha già disposto perquisizioni in tre farmacie locali, i cui esiti saranno refertati a operazioni terminate atteso che le attività sono tutt’ora in corso.
Indagini in corso
Un contributo fondamentale è stato fornito dall’AULSS 8 Berica, dall’Azienda Zero della Regione Veneto e da alcune figure mediche. Gli esami tossicologici hanno confermato il sovradosaggio di benzodiazepine come causa dei malori, attribuendogli anche un ruolo probabile nell’aggravamento delle condizioni di salute delle vittime, le quali non hanno più manifestato sintomi una volta interrotto il rapporto con la 46enne.
Al momento, sono ancora in corso le indagini da parte delle forze dell'ordine, al fine di far luce su altri possibili reati commessi dalla donna e sul ruolo delle farmacie coinvolte.
Maltrattamenti in casa di riposo: operatore socio-sanitario inchiodato dalle intercettazioni ambientali
Un caso simile è avvenuto anche a Vittorio Veneto (Treviso) un operatore socio-sanitario di 58 anni è finito sotto inchiesta per aver maltrattato una dozzina di ospiti della Rsa.
A segnalare ai carabinieri gli episodi, ormai intollerabili, sono stati i familiari delle vittime. Fondamentali, nell'inchiesta contro l'operatore socio-sanitario sono state le intercettazioni ambientali, piazzate di nascosto dagli investigatori all’interno dell’istituto Cesana - Malanotti.
Le violenze fisiche e psicologiche sarebbero andate avanti per mesi finché, nell’ottobre scorso, i parenti di un paziente si sono presentati nella caserma di via Boni per denunciare la situazione intollerabile e il clima di terrore che si percepiva durante il turno del dipendente in questione.
Un operatore socio-sanitario di 58 anni è finito sotto inchiesta per aver maltrattato una dozzina di ospiti della Rsa di Vittorio Veneto.
Le violenze fisiche e psicologiche sarebbero andate avanti per mesi finché, nell’ottobre scorso, i parenti di un paziente si sono presentati nella caserma di via Boni per denunciare la situazione intollerabile e il clima di terrore che si percepiva durante il turno del dipendente in questione.
Le indagini
Ad allarmare l' attenzione dei parenti, alcune ecchimosi trovate sul corpo delle vittime. A quel punto ha avuto inizio l'indagine con tutte le intercettazioni del caso. Tra gli episodi segnalati, strattonamenti, spintoni e offese per chiunque si lamentasse di qualche dolore o fastidio.
Alle violenze fisiche, attestate anche dai lividi che i pazienti presentavano, si sarebbero alternate anche quelle psicologiche. L’oss, secondo quanto accertato dagli investigatori, avrebbe anche aizzato altri ospiti contro l’anziano preso di mira. Gli insulti, volgari e sprezzanti, sarebbero stati poi indirizzati soprattutto nei confronti delle ospiti donne.
Attualmente l’operatore è stato sospeso dal servizio ad inizio dicembre. E' ora indagato per maltrattamenti e lesioni personali aggravate