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Torna dal Congo e muore per una febbre sospetta con emorragia

La vittima è Andrea Poloni, 54enne di Trevignano (Treviso)

Torna dal Congo e muore per una febbre sospetta con emorragia
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Si chiamava Andrea Poloni, aveva 55 anni e viveva a Trevignano, in provincia di Treviso. E' morto lunedì 16 dicembre 2024 colpito da una forte febbre con emorragia. Era appena rientrato dal Congo.

Andrea Poloni, morto tornando dal Congo

Come racconta Tv7, una delle televisioni del gruppo Netweek, Poloni era appena rientrato da un viaggio in Congo, con una sospetta febbre emorragica. E' stato trovato privo di vita nella sua casa.

Sono al momento in corso gli accertamenti diagnostici, eseguito con il supporto dell'Istituto Comprensivo Spallanzani di Roma. Nel frattempo la direzione prevenzione sanitaria della Regione ha attivato tutti gli accertamenti diagnostici, per fare luce sull'origine della malattia e verificare se possa trattarsi o meno della febbre del Congo segnalata in queste settimane.

Sono state inoltre attivate anche le misure di sanità pubblica previste per questi casi: è stato infatti disposto l’isolamento fiduciario per l’unico contatto noto e avviata la sorveglianza sanitaria.

Chi era Andrea Poloni

Cinquantacinque anni, sposato e papà di una figlia, Poloni era titolare della Solosole srl, azienda che si occupa di pannelli fotovoltaici. Negli ultimi tempi si era buttato anche nel settore della canapa, e pare avesse una coltivazione proprio in zona.

Febbre del Congo, cosa sappiamo

Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, la zona sanitaria di Panzi, nella provincia di Kwango, nella Repubblica Democratica del Congo, ha registrato centinaia di casi di una malattia ancora misteriosa. I sintomi includono mal di testa, tosse, febbre, difficoltà respiratorie e anemia. Ancora non è chiara la causa, con l'Organizzazione Mondiale della Sanità ad inviare esperti per supportare le autorità sanitarie della Repubblica democratica del Congo nell'effettuare ulteriori indagini per determinarla. Si è parlato di una forte incidenza della malaria, ma la situazione è tutta da verificare.

La maggior parte dei casi segnalati "riguarda i bambini, in particolare quelli di età inferiore ai cinque anni". L’area è rurale e remota e l’accesso è ulteriormente ostacolato dalla stagione delle piogge in corso. Per raggiungerla da Kinshasa su strada ci vogliono circa 48 ore. Queste difficoltà, unite alla limitatezza della diagnostica nella regione, hanno ritardato l’identificazione della causa principale.

Mortalità

Sono stati registrati 406 casi di questa malattia non diagnosticata, con relativi 31 decessi (percentuale di mortalità o CFR del 7,6%). Secondo una conferenza stampa del Ministero della Salute del 5 dicembre, ci sono stati diversi decessi aggiuntivi al di fuori delle strutture sanitarie (decessi nella comunità). Questi decessi devono ancora essere indagati. L'area ha sperimentato un peggioramento dell'insicurezza alimentare negli ultimi mesi, ha una bassa copertura vaccinale e un accesso molto limitato alla diagnostica e alla gestione dei casi di qualità. C'è una mancanza di rifornimenti e mezzi di trasporto e carenza di personale sanitario nell'area. Le misure di controllo della malaria sono molto limitate. Sono necessarie ulteriori indagini per chiarire se l'anemia osservata nei casi gravi sia collegata all'epidemia o ai problemi di nutrizione dei pazienti.

Rischi globali

A livello nazionale, il rischio è considerato moderato a causa della natura localizzata dell'epidemia all'interno della zona sanitaria di Panzi nella provincia di Kwango.

A livello regionale e globale, il rischio rimane basso in questo momento. Tuttavia, la vicinanza dell'area interessata al confine con l'Angola solleva preoccupazioni circa la potenziale trasmissione transfrontaliera, e il monitoraggio continuo e il coordinamento transfrontaliero saranno essenziali per mitigare questo rischio. L'attuale fiducia nelle informazioni disponibili rimane moderata, poiché persistono lacune significative nei dati clinici, epidemiologici e di laboratorio.

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