In Italia cinque morti sul lavoro in meno di 24 ore. Strage di Calenzano: "Inosservanza delle procedure"
Quella di mercoledì 11 dicembre 2024 è stata una giornata nerissima: cinque le morti bianche registrate da nord a sud
Giornata nera: nelle ultime 24 ore si sono registrati cinque decessi, in Italia, a causa di incidenti sul lavoro.
Tragedie che non si arrestano, mentre la cronaca restituisce gli ultimi aggiornamenti sulla strage di Calenzano, dove hanno perso la vita cinque lavoratori in seguito ad un'esplosione in un deposito Eni. Dalle indagini sull'impianto toscano teatro del dramma emergerebbero, infatti, gravi irregolarità nelle procedure a carico dei camionisti.
Frosinone, operai cadono da un tetto: un morto e un grave ferito
Un gravissimo incidente sul lavoro si è verificato, mercoledì 11 dicembre 2024, in località San Cesareo a San Vittore del Lazio nel sud della provincia di Frosinone. Due operai di un'azienda esterna, che stavano facendo manutenzione sul tetto di un’azienda specializzata nella produzione di celle frigorifero per camion, sono precipitati da un’altezza di 6 metri. L’impatto ha provocato la morte di un 53enne, mentre l’altro è rimasto ferito in modo grave ed è stato portato in eliambulanza al policlinico ‘San Camillo’ di Roma in codice rosso.
Modena, muore schiacciato da un macchinario
Nelle medesime ore, spostandoci in Emilia Romagna, a Massa Finalese, in provincia di Modena, in un'azienda che si occupa di commercializzazione del sale, la Padana Sali, un'altra morte bianca. Un 59enne, intorno alle 16, è morto dopo essere stato colpito e poi schiacciato da un macchinario. La vittima, Roberto Carani, era il titolare e socio dell'azienda insieme al fratello.
Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri accorsi sul posto e dai rilievi della medicina legale, tutti i tentativi di rianimazione sono stati inutili: l'imprenditore è morto sul colpo. Sul posto anche i vigili del fuoco.
Macchinista travolto e ucciso dal treno
Altra morte sul lavoro, in Emilia Romagna. Intorno alle 20,40 di ieri, giornata nera, un macchinista di Mercitalia (Ferrovie dello Stato) - Guglielmo Maiello, 57 anni - è stato investito e ucciso sui binari da un treno in corsa allo scalo merci di Rubiera (Reggio Emilia).
Secondo una prima parziale ricostruzione, che è in corso di verifica da parte dei carabinieri, l'uomo stava camminando a piedi lungo i binari per arrivare in stazione dopo aver finito il turno di lavoro. Si sarebbe, probabilmente, avvicinato troppo ai binari ed il treno regionale 3926 lo ha investito, non lasciandogli scampo.
Matteo Salvini, in una nota del Mit diffusa ieri in tarda serata:
"Porgo le mie più sincere condoglianze ai suoi cari e a tutti i colleghi" sottolinea il leader leghista e ministro dei Trasporti.
Marinaio annegato a Fano
Sempre nella giornata, nerissima, di mercoledì 11 dicembre 2024, a circa 4 miglia al largo di Fano, nelle Marche, provincia di Pesaro Urbino, un marinaio di 50 anni di nazionalità straniera, per cause ancora da accertare, è finito in mare mentre si trovava al lavoro, impegnato nelle operazioni di pesca.
Un collega non ha esitato e si è lanciato in acqua, riuscendo a recuperare il corpo: ma per la vittima non c'era più niente da fare. Le indagini stanno cercando di ricostruire la dinamica del sinistro.
Travolto e ucciso da una motocariola
Il pesante elenco termina con la morte, a Castronuovo di Sant’Andrea, provincia di Potenza, di un uomo di 67 anni, travolto da una motocarriola mentre stava caricando della legna nei pressi della sua abitazione. La moglie ha dato l’allarme, la vittima è deceduta pochi minuti dopo l’arrivo del 118.
Strage di Calenzano: "Gravi irregolarità"
La procura di Prato, che indaga sulla strage di Calenzano, ha disposto il sequestro del deposito Eni. Ci potrebbero esser state presunte inadempienze, è l'ipotesi investigativa, nella manutenzione straordinaria alle pensiline, in particolare la numero 5 e 6.
Agli inquirenti risulta un guasto che causava un malfunzionamento a una linea dismessa da anni, nelle condotte di collegamento tra i silos di stoccaggio, nella parte terminale della linea di carico per le autobotti. E' su questa avaria e sulle modalità dei lavori in corso, nonché sulle condizioni di sicurezza in cui i tecnici operavano, mentre gli autisti rifornivano i camion, che puntano le ricostruzioni per trovare la causa dello scoppio che il 9 dicembre ha fatto 5 vittime e 26 feriti di cui due ustionati gravi.
Una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico “in qualche modo dovuta alla chiara inosservanza delle rigide procedure previste“, e “le conseguenze di tale scellerata condotta non potevano non essere note o valutate dal personale che operava in loco”, tuona la Procura.
Due mesi fa Vincenzo Martinelli, camionista morto nell'esplosione, avrebbe messo in evidenza "continue anomalie sulla base di carico" in una lettera alla sua azienda Bt per contestare un procedimento disciplinare a suo carico sul rifiuto di finire un viaggio.