Vuole cambiar nome al parco, da Falcone e Borsellino a Mussolini: bufera su Durigon
Il Presidente del Consiglio, al momento non si è espresso: ma da Pd e M5S arriva la richiesta di rimozione dell'incarico. E anche la Lega si "spacca"...
Parlare di tensione è pure riduttivo. Quella che è in atto in questo momento in seno al Governo Draghi è una vera e propria bufera. Il motivo? La richiesta del sottosegretario all'Economia, Claudio Durigon (Lega) di intitolare il parco di Latina, attualmente dedicato a Falcone e Borsellino, al fratello di Mussolini, Arnaldo.
Vuole cambiar nome al parco: da Falcone e Borsellino a Mussolini
Era balzato agli onori della cronaca parlando dei "famosi" 49 milioni della Lega, affermando che "quello che indaga lo abbiamo messo noi". E ora torna sotto i riflettori, il sottosegretario Durigon (romano ma di origini venete), in quota Lega, per aver chiesto di intitolare un parco di Latina al fratello di Mussolini, modificandone l'attuale nome, dedicato a Falcone e Borsellino.
Pronta la mozione di sfiducia
E quella che si è generata è una vera e propria bufera che potrebbe avere delle ripercussioni anche pesanti nei delicati equilibri di palazzo. Anche perché, come prevedibile, il fronte del Centrosinistra ha già pronta una mozione di sfiducia per rimuovere Durigon dall'attuale incarico. Ma le prime avvisaglie di una spaccatura si vede già anche all'interno della Lega.
La Lega si "spacca"
Da un lato, infatti, il leader Matteo Salvini che in queste ore si è speso con parole di apprezzamento nei confronti del lavoro sin qui svolto da Durigon, smentendo anche le voci di una presenza "scomoda" di nostalgici del Ventennio tra le fila del partito. Dall'altro, però, c'è qualche esponente di spicco che ha ricordato casi di "espulsione" per motivi meno gravi...
Duro attacco di Letta
Per il momento i vertici Dem hanno già espresso enorme disappunto per le parole del sottosegretario, e attraverso il segretario Letta si è resa nota l'intenzione di presentare una mozione di sfiducia, che verrà votata perché "nella Repubblica Italiana - ha riferito il leader a Radio 24 - nata dall'antifascismo non ci può essere nessuno al Governo che si richiama all'esperienza dittatoriale del passato".
Di Maio e Patuanelli d'accordo con i Dem
E dal Governo, nonostante il silenzio del premier, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, insieme a Patuanelli, ha dichiarato di stare dalla stessa parte dei Dem, chiedendo l'uscita dall'Esecutivo di Durigon. Solista, e quindi non a nome del partito, il deputato di Forza Italia Elio Vito "spera" in un passo indietro del sottosegretario.
Durigon, il leghista veneto che parla romanesco
L’attuale sottosegretario all’Economia del governo Draghi è stato eletto alla Camera nelle elezioni del 2018. Prima di entrare a Montecitorio, aveva però fatto carriera all’interno del sindacato Ugl, dove era appunto arrivato a ricoprire la carica di vicesegretario.
Un sindacato, svela Fanpage sentendo gli stessi tesserati, che dichiara di poter contare su quasi due milioni di iscritti, ma sarebbe in realtà un sodalizio con poche migliaia di deleghe.
Mentre la procura di Genova bloccava i conti del Carroccio a seguito dell’inchiesta sui 49 milioni, Durigon avrebbe suggellato l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini. Un’operazione partita dalla provincia di Latina, la città natale di Durigon, di chiare origini venete. La sua era infatti una famiglia di braccianti emigrati durante il Fascismo.