IL CASO DELLA SETTIMANA

Crisi Stellantis, la Schlein a Pomigliano. Calenda fa il verso a Nanni Moretti: "Elly, dì qualcosa di sinistra"

Il leader di Azione durissimo per il silenzio assordante del segretario dem che intanto però sui licenziamenti attacca il Governo

Crisi Stellantis, la Schlein a Pomigliano. Calenda fa il verso a Nanni Moretti: "Elly, dì qualcosa di sinistra"
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La crisi Stellantis e lo scossone (vero o presunto) dato dalle dimissioni dell'Amministratore delegato agitano anche la politica.

Dopo i commenti praticamente bipartisan di Destra, Sinistra e sindacati contro il manager portoghese, ecco però ora lo scontro all'interno del Centrosinistra.

In particolare tra Carlo Calenda ed Elly Schlein con il leader di Azione che ha rimbrottato pesantemente la leader del Pd.

Crisi Stellantis, che polverone

Perché oltre al giudizio praticamente bipartisan su Tavares, alla fine il mondo politico (e ancora anche quello dei sindacati) si sono trovati praticamente tutti d'accordo nel chiedere che John Elkann vada a riferire in Parlamento sulla situazione dell'azienda, sulle strategie future, in particolare su produzione in Italia, e occupazione.

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Tutti i leader dei maggiori partiti politici hanno avanzato questa richiesta.

Tutti tranne uno. Appunto Elly Schlein ed ecco allora che Calenda non le ha mandate certo a dire.

Calenda vs Schlein, il video contro il segretario Pd

Il leader di Azione ha polemizzato duramente all'indirizzo della segretaria attraverso un video:

"Siamo arrivati a giovedì ed Elly Schlein non ha detto una sola parola sul caso Stellantis. Elly dì qualcosa di Sinistra".

Come detto, l'ex ministro non ha usato troppi giri di parole per andare all'attacco e ha aggiunto polemizzando sui rapporti tra il Pd e la famiglia Elkann, di fatto proprietaria de La Stampa e Repubblica, due giornali appunto più vicini al Partito democratico:

"Dietro il disinteresse verso la situazione di Stellantis in questi anni non c’è solo la sottomissione della sinistra agli Elkann per Repubblica; ma anche un generale disinteresse verso l’industria che pure ha fatto grande questo Paese".

Calenda come Nanni Moretti, Schlein come D'Alema

Ma non sarà certo sfuggito come quel "Dì qualcosa di sinistra" abbia riportato alla mente un passaggio esilarante del film Aprile di Nanni Moretti (eravamo nel 1998) dove lo stesso Moretti si agitava, sospirava, quasi inveiva contro Massimo D'Alema che in una puntata di Porta Porta assisteva silenzioso a una sorta di monologo di Silvio Berlusconi sul tema giustizia.

Fino appunto ad esclamare quasi sfinito davanti alla Tv:

"Dai D'Alema dì qualcosa di sinistra. Anche non di sinistra, ma dì qualcosa".

Intanto la Schlein a Pomigliano se la prende con il Governo

Nel frattempo però la Schlein qualcosa di sinistra l'ha detto. Non fosse altro perché questa mattina, venerdì 6 dicembre 2024, si è recata allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco in Campania.

Dove però è andata a sua volta all'attacco. Ma del Governo Meloni e delle sue strategie legate alla manovra di bilancio:

"Licenziamenti inaccettabili, non si possono lasciare per strada 400 lavoratori. Il Governo ha spostato 4.6 miliardi di fondi per l'automotive e lo ha spostato sulle armi. Noi vogliamo il lavoro".

La solidarietà ai lavoratori

Solidarizzando con i lavoratori all'esterno dello stabilimento la segretaria nazionale del Pd ha poi aggiunto:

Il segretario dem Elly Schlein
Elly Schlein

"Dobbiamo fare la battaglia per tutti perché ci sono persone che stanno in situazioni ancora più precarie. Questo Governo ha liberalizzato la somministrazione in modo che un'azienda possa prendere il 100% dei lavoratori somministrati".

E ancora ha poi concluso:

"Bisogna puntare alla somministrazione della commessa com'è stata sempre fatta o comunque di non lasciare per strada questi 400 lavoratori ed è una battaglia che, vi garantisco, stiamo portando avanti in questi giorni. Bisogna inoltre chiedere al Governo di trovare una soluzione perché il settore è in crisi e a pagarne non possono essere i lavoratori".

Commenti
Diego

Spiace per I lavoratori, ma lo stato deve smettere di elargire soldi a fondo perduto alla famiglia Sabauda

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