Rivolta al Corvetto di Milano: c'è un video ripreso da un passante della fuga di Ramy dai Carabinieri
Oggi l'autopsia sul corpo del giovane. La famiglia si dissocia da violenze e vandalismi. Indagato il carabiniere che per primo ha soccorso il 19enne
La vicenda di Ramy Elgaml, il giovane egiziano di 19 anni deceduto in seguito a un inseguimento in scooter con i carabinieri a Milano, è al centro di un’indagine complessa e piena di interrogativi. L’incidente è avvenuto nella notte tra sabato 23 e domenica 24 novembre 2024, lungo via Ripamonti. Oggi, venerdì 29 novembre, è il giorno dell’autopsia sul corpo del ragazzo, un momento cruciale per chiarire le cause della sua morte.
Mentre il quartiere di Corvetto, messo a ferro e fuoco da amici e conoscenti del giovane in seguito alla tragedia, cerca ancora pace; sta girando un video in cui si vedrebbero gli ultimi istanti prima dello schianto. Spetterà alle autorità incrociare le prove ed il materiale video per capire se vi sia stato un contatto, o uno speronamento, da parte dell'auto dei carabinieri a danno dello scooter. Da ciò che emerge dalle immagini, le vetture dei carabinieri erano lontane dal mezzo e non si vedrebbero contatti.
Il primo a soccorrere Ramy è stato un vice brigadiere del Radiomobile, oggi indagato per omicidio stradale in concorso con Bouzidi.
Morte di Ramy: il video dell’inseguimento
Ramy si trovava come passeggero sullo scooter Yamaha Tmax guidato dal 22enne tunisino Fares Bouzidi, senza casco perché presumibilmente perso durante una manovra brusca su un dosso. Il mezzo era inseguito da due auto dei carabinieri. Un video circolato sui social, della durata di sette secondi, mostra parte dell’inseguimento, ma non il momento esatto dell’incidente. Nelle immagini si vedono il Tmax e le auto dei militari attraversare una strada del centro di Milano. In uno dei fotogrammi, Ramy sembra tentare di ristabilire l’equilibrio aprendo una gamba, mentre il conducente Bouzidi si volta indietro, forse per controllare la distanza dagli inseguitori.
La fuga sarebbe scaturita da un presunto furto: nelle tasche di Bouzidi, fermato dopo l’incidente, sono stati trovati una collanina strappata, un coltello e una mazzetta di contanti. Il giovane, privo di patente, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e successivamente indagato anche per omicidio stradale e danneggiamento.
L’incidente e i soccorsi
L’incidente si è verificato tra via Quaranta e via Ripamonti. Non è ancora chiaro se ci sia stato un contatto diretto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter. Le spycam delle forze dell’ordine non hanno ripreso il momento dello schianto, e gli investigatori stanno analizzando altri video e cercando testimoni per ricostruire i fatti.
Il carabiniere indagato
Il primo a soccorrere Ramy è stato un vice brigadiere del Radiomobile, oggi indagato per omicidio stradale in concorso con Bouzidi. Il militare, sceso dall’auto, ha eseguito il massaggio cardiaco sul giovane, guidato telefonicamente da un medico del 118, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Nonostante i tentativi di rianimazione e il trasporto d’urgenza al Policlinico, Ramy è deceduto poco dopo.
Le conseguenze legali
Il giudice Marta Pollicino ha convalidato l’arresto di Bouzidi, disponendo per lui gli arresti domiciliari presso la casa della sorella, dove si recherà una volta dimesso dall’ospedale San Paolo. Il giovane, ricoverato in condizioni gravi e sedato, è in attesa di ulteriori interventi chirurgici al volto.
Parallelamente, il pubblico ministero Marco Cirigliano ha iscritto nel registro degli indagati sia il carabiniere alla guida dell’auto di servizio sia Bouzidi, per permettere l’esecuzione di tutti gli accertamenti necessari. L’autopsia, effettuata oggi, potrebbe fornire dettagli determinanti per chiarire le cause esatte della morte del 19enne.
Il dolore della famiglia
Il dolore della famiglia di Ramy è profondo. Yehia Elgaml, padre del giovane, ha dichiarato:
“Vogliamo solo giustizia per mio figlio. Era un ragazzo che lavorava come elettricista, elegante e ben voluto da tutti. Milano gli piaceva, aveva molti amici qui. Quella sera doveva festeggiare un compleanno, ma non è mai tornato a casa.”
L’inchiesta prosegue per fare luce su ogni aspetto di questa tragica vicenda e per accertare eventuali responsabilità.
Corvetto a ferro e fuoco
La tragedia di Ramy ha scatenato la rabbia di tanti giovani delle periferie milanesi: messo a ferro e fuoco il quartiere Corvetto.
Nell’area, da anni degradata, le tensioni sono scoppiate: dopo tre notti di tensioni e vandalismi, la situazione sta lentamente tornando alla normalità. La famiglia di Ramy si è dissociata dalle violenze.
@jrdonia_ ramy 🕊️💔 riposa in pace#milano #academia#italia #egitto #ramyelgamal ♬ suono originale - ⓢEⓡOⓤⓡ
"Ci dissociamo da tutti i violenti, ringraziamo tutti per la loro vicinanza, soprattutto gli italiani: mio figlio ormai era più italiano che egiziano".
Piantedosi: "Milano non è fuori controllo"
"Non si può dire che Milano sia una città fuori controllo": così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi uscendo dalla prefettura di Milano dopo la riunione, il 28 novembre 2024, a cui ha partecipato anche il sindaco Sala, dopo gli incidenti del Corvetto.
"Non si può dire che la città sia fuori controllo, poi - ha aggiunto - nessun segnale va sottovalutato".
Secondo il ministro, inoltre, le rivolte nelle banlieue parigine non sono paragonabili agli incidenti degli ultimi giorni al quartiere milanese.
A fargli eco anche il primo cittadino:
"Siamo preoccupati, sì, ma allo stesso tempo sappiamo bene che certe situazioni fanno parte della più ampia complessità del mondo in cui viviamo. Con gli slogan non si va da nessuna parte. Anche se sul territorio è forte la presenza del terzo settore, rispetto a un tempo effettivamente mancano nel quartiere dei progetti e dei luoghi che coinvolgano, accolgano e contribuiscano a integrare le seconde e terze generazioni deluse. Serve sicuramente più presenza nei quartieri, sì, ma da questo punto di vista abbiamo la coscienza a posto: con la polizia locale abbiamo fatto una grande opera di rinforzo, è evidente che si siano più vigili in giro. E quello che è successo non va comunque strumentalizzato come sta facendo la destra: Milano resta una città accogliente. A tal proposito, ho apprezzato molto le parole del padre di Ramy. Lo incontrerò presto a Palazzo Marino".