Anche i senzatetto avranno il medico di base: parte la sperimentazione in 14 città italiane
La legge, fortemente voluta dal deputato Marco Furfaro (Partito Democratico), è stata approvata all’unanimità dal Senato il 6 novembre 2024
Dopo un’attesa di quindici anni, finalmente il vuoto legislativo è stato colmato: le persone senza fissa dimora avranno diritto a un medico di base. Questo importante passo avanti, sancito da una nuova legge - approvata in via definitiva in Senato il 6 novembre 2024, si applicherà inizialmente nelle 14 città metropolitane italiane, dove il fenomeno della marginalità sociale è più diffuso. La norma rappresenta una svolta nel sistema sanitario nazionale, colmando un vuoto che ha a lungo escluso una delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Il medico per i senzatetto
La legge, fortemente voluta dal deputato Marco Furfaro (Partito Democratico), è stata approvata all’unanimità dal Senato il 6 novembre. Il provvedimento si pone come una risposta concreta alle esigenze di oltre 100.000 persone, che finora non potevano accedere alle cure sanitarie di base a causa dell’assenza di una residenza anagrafica.
Questo impedimento era in netto contrasto con i principi costituzionali sanciti dagli articoli 3 e 32, oltre che con la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale del 1978, che garantisce l’assistenza sanitaria a tutti i residenti sul territorio italiano, senza distinzione di condizioni individuali o sociali.
La sperimentazione nelle Città Metropolitane
La riforma partirà con un progetto sperimentale di due anni, che coinvolgerà le città metropolitane, coprendo circa il 60% del territorio nazionale. Per sostenere l’iniziativa, è stato istituito un fondo di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. L’obiettivo è valutare l’efficacia del programma, con l’intento di renderlo strutturale nel prossimo futuro.
Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia), che ha specificato alcuni punti del provvedimento, tra cui il finanziamento del fondo.
"Il fatto che dotiamo questo provvedimento di un solo milione di euro è dovuto a due tipi di difficoltà che si sono presentate. La prima era quella legata alla parametrazione dei soggetti interessati dal provvedimento: riusciamo a desumere quanti possano essere i senza fissa dimora, ma non sappiamo quanti di loro abbiano intenzione di accedere al medico di medicina generale. La seconda era, invece, capire quanto costasse la prestazione sanitaria per ciascuna di queste persone, di cui non conoscevamo la parametrazione".
Secondo il sottosegretario, questa difficoltà ha portato alla scelta di partire con "un’area test" di un milione di euro nelle sole città metropolitane, che poi porterà "a una copertura maggiore e, quindi, a una miglior cura di tutti i cittadini non solo italiani, ma di qualunque provenienza".
Dalla marginalità alla speranza
Fino a oggi, le persone senza fissa dimora potevano accedere solo alle cure di emergenza presso i pronto soccorso, rimanendo escluse da qualsiasi altro servizio del Sistema Sanitario Nazionale. Alcuni Comuni avevano cercato di aggirare il problema introducendo indirizzi “fittizi” per permettere l’iscrizione temporanea al sistema sanitario, ma queste soluzioni erano limitate e non uniformi sul territorio.
La nuova normativa si propone di sanare questa ingiustizia, offrendo finalmente assistenza medica anche a chi vive in strada, in auto o in rifugi di fortuna. Fra i beneficiari ci saranno non solo persone senza dimora cronica, ma anche donne vittime di violenza che, avendo perso la residenza, non potevano più accedere alle cure.
Una lunga battaglia
Il cammino verso questa riforma ha radici profonde. La battaglia per garantire l’accesso al medico di base ai senza dimora è stata portata avanti per anni da Antonio Mumolo, fondatore dell’associazione “Avvocato di strada”. Già in qualità di consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, Mumolo era riuscito a far approvare una legge analoga a livello locale, poi adottata anche in altre regioni come Puglia, Marche, Abruzzo, Liguria e Calabria.
“Fino ad oggi, il diritto alla salute era garantito solo sulla carta,” ha dichiarato Mumolo. “Chi viveva in strada era escluso da un diritto fondamentale, una condizione inaccettabile per un Paese civile.” Grazie a questa nuova legge, sarà possibile garantire cure mediche anche a persone affette da malattie croniche, che finora erano state lasciate senza assistenza".
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"Sono emozionato come poche altre volte, non lo nascondo», ha scritto su Instagram Furfaro annunciando l’approvazione della sua proposta di legge. "C'é una buona notizia per l’Italia: il Senato ha appena approvato all’unanimità e in via definitiva la mia proposta di legge per riconoscere alle persone senza dimora il diritto al medico di base", ha proseguito il deputato del PD nel suo post, in cui ha ringraziato anche Antonio Mumolo.