Dalla zecche rosse alle camicie nere: weekend ad alta tensione a Bologna (e non solo)
Dopo il corteo organizzato dall'estrema destra a Bologna e gli scontri dei collettivi con la Polizia. Intanto appaiono i volti insanguinati di Meloni e Bernini
Dalla zecche rosse alle camicie nere. E' stato un sabato ad alta tensione a Bologna e l'eco delle polemiche è destinata ad amplificarsi sempre di più con il passare delle ore.
Perché è scontro (questa fortunatamente solo dialettico) tra Centrodestra e Centrosinistra dopo le parole del vicepresidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini e, a far da contraltare, il duro attacco al Governo da parte di Angelo Bonelli di Verdi Sinistra e Libertà
Un sabato ad alta tensione, cosa è accaduto a Bologna
Ma andiamo con ordine. La polemica si è incendiata dopo gli scontri di sabato 9 novembre 2024 a Bologna tra centri sociali e Polizia.
I collettivi protestavano contro la manifestazione organizzata nel capoluogo dell'Emilia Romagna dal gruppo di estrema destra della Rete dei Patrioti e di CasaPound.
Di fatto, si trattava dell'ultimo sabato di campagna elettorale in vista delle Regionali.
La manifestazione dei due gruppi di ultradestra si sarebbe dovuta concludere in piazza XX settembre, a pochi passi dalla stazione centrale.
Un "programma" che è stato letto come una provocazione dai gruppi antifascisti di Sinistra per la vicinanza allo scalo ferroviario dove c'è stata la strage del 2 agosto 1980, imputata al terrorismo nero.
Il videoservizio di èTv Bologna, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:
L'attacco ai manifestanti e al cordone della Polizia
Ma dalla protesta verbale, come quasi sempre accade in queste occasioni, si è passati alle vie di fatto e i centri sociali sono andati all'attacco del cordone della Polizia di Stato, in verità solo pochi agenti che sono poi stati fatti bersaglio del lancio di oggetti contundenti.
Già poco prima il corteo di estrema destra era stato colpito da insulti e liquidi lanciati dalle finestre.
Poi il serpentone si era fermato dietro al cordone di polizia in tenuta antisommossa, all'ingresso della piazza dove si erano radunate molte persone sulle note di "Bella ciao" e impegnati a lanciare insulti verso il corteo.
Infine il tentativo di entrare in contatto con i manifestanti e gli scontri con la polizia con tre agenti che sono rimasti leggermente feriti.
Gli scontri e le zecche rosse di Salvini: "Chiudere i centri sociali"
Su quanto è accaduto è arrivata la condanna compatta del Centrodestra, in primis da parte del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ma a far discutere in queste ore sono le parole del vicepresidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini:
"Centinaia di delinquenti rossi che hanno dato la caccia al poliziotto nel centro di Bologna: quelli non sono manifestanti di sinistra, quelli sono criminali Rossi il cui posto giusto è la galera".
E ancora:
"Zecche rosse, comunisti, delinquenti. Bisogna chiudere i centri sociali occupati abusivamente dai comunisti che sono ritrovi di criminali".
La sinistra tuona: "Oltraggiata Bologna con le camicie nere"
Ma la Sinistra non ci sta e anzi Angelo Bonelli di Verdi Sinistra e Libertà è andato duramente all'attacco del Governo:
"E' colpa dell'Esecutivo se ha oltraggiato Bologna con 100 camicie nere, autorizzando una sfilata neofascista nella città medaglia d’oro per la Resistenza e che ha subito l’attentato fascista alla stazione. Un Governo che si schiera dalla parte dei neofascisti e che non rispetta la città, permettendone l’oltraggio”.
Il commento del sindaco di Bologna
Sui fatti di sabato è intervenuto naturalmente anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore e anche il primo cittadino della città felsinea non ha risparmiato critiche al Governo:
"Io mi chiedo come sia possibile ancora una volta che Bologna non venga rispettata: ci hanno mandato 300 camicie nere, noi invece vorremmo ancora a chiedere i fondi per
l'alluvione. I principali ministri del Governo e la presidente del Consiglio sono venuti in tre giorni, e esattamente in mezzo arrivano i Patrioti CasaPound. Non andava gestito così l'ordine pubblico, credo che il Ministero dell'Interno su questo debba dare spiegazioni alla città di Bologna".
Ancora tensione, i volti insanguinati di Meloni e Bernini
Intanto però non si placa la tensione e anche l'inizio della settimana è stato caratterizzato da un clima preoccupante.
A Bologna tra ieri e oggi sono infatti apparsi manifesti con i volti insanguinati della premier Giorgia Meloni e del ministro dell'Istruzione Anna Maria Bernini.
Proprio oggi, lunedì 11 novembre 2024, per sostenere la candidata del Centrodestra Elena Ugolini, sono attesi nel capoluogo della Regione i tre leader Meloni, Salvini, Tajani e Lupi.
Il commento della premier
"Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti".
La sinistra e il cordone ombelicale coi collettivi
"C’è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere. Non basta essere d’accordo su principi generali, come l’antifascismo, per unirsi a qualsiasi compagnia. Le compagnie bisogna scegliersele. O si finisce per offrire un ombrello ai violenti".
"Landini invoca la rivoluzione sociale e i centri sociali lo prendono alla lettera".
Corte shock pro Palestina: plauso alla guerriglia di Amsterdam
Infine, come se non bastasse, sempre da un corteo, ma questa volta a Milano sono arrivati altri slogan e immagini shock.
E' accaduto sempre sabato, è stato teatro di un corteo pro Palestina che ha visto circa 700 manifestanti radunarsi in piazzale Cadorna e marciare fino a Porta Genova.
Una manifestazione segnata da cori contro Israele, da slogan a sostegno della resistenza palestinese e dal plauso vicinanza ai giovani attivisti di Amsterdam protagonisti della folle notte di aggressioni e violenza in occasione della partita di Europa League tra Ajax e Maccabi.