Prevenire l’ictus si può: si può evitare fino al 90% dei casi
In Italia il 49% degli uomini e il 39% delle donne ha la pressione arteriosa alta, e Il livello medio di sale consumato ogni giorno è 9,2 g negli uomini e 7,1 g nelle donne contro i 5 g indicati dall’Oms
Sette milioni di persone perdono la vita ogni anno per l’ictus a livello globale, altri cinque milioni sopravvivono, il 75% con una forma di disabilità. Ma si stima che fino al 90% dei casi di ictus si potrebbero evitare, agendo sui principali fattori di rischio modificabili come l’ipertensione o l’eccessivo consumo di sale. A questo proposito il 49% degli uomini e il 39% delle donne nel nostro paese ha livelli di pressione arteriosa elevati la quantità media di sale di sale consumato giornalmente è pari a 9,2 grammi negli uomini e 7,1 nelle donne (quella raccomanda dall'Oms è meno di 5 grammi al giorno), come risulta dai dati raccolti nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità nel contesto della periodica Italian Health Examination Survey - Progetto Cuore.
Prevenire l’ictus si può
L’ictus è il danno cerebrale provocato dall'interruzione dell’afflusso di sangue al cervello per l'ostruzione (ictus ischemico, la forma più frequente) oppure per la rottura di un vaso sanguigno (ictus emorragico). I neuroni privati dell'ossigeno e delle sostanze nutrienti trasportate dal sangue, iniziano rapidamente a morire, di conseguenza vengono meno le funzioni controllate dalla zona interessata dal mancato afflusso ematico, e compaiono i sintomi. L’ictus è una patologia tempo-dipendente: più rapidamente si interviene e più neuroni si possono salvare dalla morte per mancanza di sangue. L’efficacia massima si ottiene intervenendo entro 4,5-6 ore dall’esordio dei sintomi.
In calo casi e mortalità
Le malattie del sistema circolatorio, che includono l’ictus (oltre alle malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie cardiache), rappresentano la prima causa di morte in Italia con il 30,8% di tutti i decessi nel 2021 (ultimo dato di mortalità disponibile). E i decessi per le malattie cerebrovascolari rappresentano il 24,7% del totale dei decessi dovuti alle malattie del sistema circolatorio. Nel nostro paese, in linea con l’Europa e a differenza che nei paesi a basso-medio reddito, negli ultimi tre decenni si assiste a un calo del numero dei casi e della mortalità per ictus. Negli ultimi anni nel nostro Paese si continua a registrare una riduzione dei decessi per le malattie del sistema circolatorio: il tasso di mortalità standardizzato si è ridotto del 12% nei 5 anni dal 2017 al 2021: dal 30,31 per 10.000 abitanti nel 2017 al 26,67 per 10.000 abitanti nel 2021.
La tendenza
Nello stesso periodo il tasso di mortalità delle malattie cerebrovascolari si è ridotto del 15,4% (da 7,77 a 6,57 per 10.000 abitanti). La riduzione della mortalità per le cause cerebro e cardiovascolari, ha continuato a essere rilevata nonostante nel 2020 si sia registrato un aumento totale di circa 110mila decessi rispetto alla media degli anni 2018 e 2019, spiegato principalmente dalla mortalità per Covid-19. Se si osserva la tendenza dagli anni ’80 fino al 2021, il tasso di mortalità delle malattie cerebrovascolari si è ridotto del 74% (75% negli uomini e 73% nelle donne). Questa riduzione della mortalità è stata favorita dal miglioramento dell’efficacia delle misure preventive, terapeutiche e assistenziali e riabilitative di queste patologie. E dei fattori di rischio.